L'informatica cala ancora (post n. 2)
Non ho intenzione di rispondere a tutti coloro che mi hanno già scritto sul mio post relativo alla relazione Assinform (invierò il link a questo post).
Prendo dal blog di Beppe Caravita una parte del suo post e farò ulteriori considerazioni.
Le software house italiane sono alla canna del gas, il loro modello di business non regge più. Hanno venduto software gestionale proprietario, sovradimensionato, rigido e costoso per anni. Ora gli utenti sono stufi o non hanno più i quattrini per questo gioco. [...] I soldi in Italia sull'informatica non si fanno sulle cose "fighe", si fanno sui gestionali che mandano avanti 1,5 milioni di imprese, non sulle boutiques web nè sui browser geniali, nè su Java. Queste sono cose magari che fanno notorietà al singolo, creano i leader (Mazzocchi, Pesenti-gritti...), danno una prospettiva individuale ma non sono mainstream.
L'informatica open source deve fare sistema. Spero che possano essere occasioni come LinuxWorld a mettere le premesse per questo.
Il fatto principale è che Linux è visto come occasione dai corsari di questo mercato.
Gli altri si impegnano sempre e solo fino ad un certo punto.
Se non ci fosse stata una massiccia campagna da parte di IBM, Linux sarebbe ancora lì dove si trovava cinque anni fa, e obbiettivamente non è che abbia percorso tanta strada.
Il problema del Linux vs Microsoft non è di prodotti, non è di soluzioni, ma di sistema (non operativo).
Se un'azienda investe in tecnologie Microsoft sa di poter disporre di una serie di strumenti anche in futuro. Per Linux è un po' più complicato il discorso, sono necessarie maggiori risorse di alto livello e quindi di una continuità di partnership nel tempo con chi cura l'installazione.
Nelle aziende in cui esiste un CIO, un responsabile dei sistemi informativi, da parecchio tempo e con un buon margine di programmazione d'avanti, Linux entra in azienda, affianca e in alcuni casi sovrasta Microsoft. Ma per le PMI questo tipo di soluzione è sostenibile? Può l'imprenditore prendere determinate decisioni dopo che è rimasto scottato gli scorsi anni?
Chiedete a Sap a chi vendono Business One per le PMI e su che sistema operativo funziona. E sto parlando di un successo.
L'informatica non è messa male come qualcuno vuole farci credere, con delle motivazioni tutte da dimostrare, ma l'informatica non ha fatto sistema.
Le TLC hanno fatto sistema e trovano nuova linfa per alimentarsi.
L'informatica è fatta di troppe parrocchie che si preoccupano di spartirsi le fette di mercato, ma non di allargare la torta.
Microsoft ha tutti i difetti che riconosciamo, ma anche qualche pregio: cerca di allargare la torta. Linux, da buon follower, cerca di mangiare questa torta.
Possono coesistere? Secondo me devono coesistere, fino al momento in cui Linux non sia capace di camminare con le proprie gambe.
Ma se ciò non avviene in nord america, mercato molto più interessante oltrechè maturo, possiamo realisticamente attenderci qualcosa dalla nostra vecchia e cara (in tutti i sensi) Italia?
C'è chi ha contato in 20.000 mila la comunità attiva che lavora su progetti Open Source. Bene, ma quanti di questi tirano a campare con questa attività? Questa, purtroppo è la chiave di volta. Trovando una risposta seria e concreta, credo che si possa fare del gran bel bene all'IT.