giovedì 28 luglio 2005

Incentivi ICT anche per le grandi aziende

Non solo incentivi statali per le PMI.
Prendo dall'Ordine degli Avvocati di Foggia.
"Sara' esteso anche alle grandi imprese la dotazione del fondo di garanzia Ict finora riservato solo alle piccole e medie imprese".
Ad annunciarlo in un'intervista con "Italia Oggi" il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca che prevede inoltre altri finanziamenti per 500 milioni di euro entro la fine dell'anno.
"Stiamo lavorando sul fondo di garanzia -spiega Stanca- per valutare come renderlo piu' utilizzabile da parte di tutte le aziende. Le modifiche al fondo rotativo prevedono importanti novita', in particolare due tipi di interventi. Quello a chiamata, che rendera' disponibile il fondo anche a progetti del valore di qualche decina di milioni di euro, sara' rivolto a consorzi tra grandi e piccole imprese, oppure a progetti tra imprese ed enti pubblici".
"L'intervento a sportello invece -continua il Ministro- sara' destinato solo alle piccole e medie imprese che potranno richiedere il finanziamento in relazione alle aree d'intervento previste dal decreto. Le aziende sono quelle piu' lente a recepire la necessita' di innovazione, la reazione e' abbastanza lenta e per questo motivo abbiamo deciso di finanziare dei seminari di formazione organizzati dalle piu' grandi associazioni di imprese del paese. Ora stiamo lavorando con Confindustria e Confcommercio, ma estenderemo questa attivita' a tutte le altre associazioni di rilievo nazionale".

mercoledì 27 luglio 2005

Ie7 e Vista

Le beta dovrebbero essere in arrivo, già in questi giorni (ie7 probabilmente per gli iscritti a Msdn da oggi).
Circolano però molte indiscrezioni: in Vista c'è una funzione, Games Explorer, che terrà traccia di tutti i giochi archiviati, comprese informazioni sull'ultima volta a cui si è giocato. A che cosa potrà mai servire non sono riuscito, sinceramente, a spiegarmelo.
Sempre su Vista, ci sono un Rights Management Services (RMS), uno Speech Recognizer (chissà quando anche in italiano), un driver protection, il Network Location Awareness Service per condividere le applicazioni in rete e un servizio Peer Name Resolution, per il P2p.
Su Ie7 si segnala filtro anti phishing e Crash Detection.

Cellulari: ricerche ogni possibilità umana

Ricevo e pubblico. Non commento nemmeno.
(ASCA) - Roma, 27 lug - Buongiorno Vitaminic ha condotto un sondaggio che ha messo a confronto le abitudini, gli slanci e le tattiche amorose di giovanissimi (15/20 anni), giovani (21/30 anni) e maturi (31/40 anni) possessori di telefonini, per un totale di 400 intervistati in tutta Italia. Alla domanda iniziale: ''Quanto contano i sentimenti e l'amore nella tua vita?'', il 64 per cento che risponde ''Molto: l'amore fa girare il mondo'' e' composto soprattutto da donne di 21/30 anni. Analogo e' il risultato alla domanda: ''Cosa deve fare per dimostrarti che sei sempre nei suoi pensieri?''. Nel 50% del campione che indica l'Sms del ''buonanotte amore'' prevale ancora il pubblico femminile della fascia 21/30 anni. La provvidenzialita' del cellulare in amore, ma soprattutto degli Sms, e' confermata dalla domanda ''Li'ultima volta che avete litigato cosa hai fatto per riappacificarti?'': il 51 per cento risponde di aver inviato all'amato/a un numero indefinibile di Sms romantici. Va sottolineato, tuttavia, che a confidare in questa SMS Therapy rappacificante sono in netta prevalenza le donne, mentre gli uomini, specie quelli over 30, sembrano orientati al mazzo di fiori riparatore. Parlando, invece, di sentimenti e di relazioni che possono nascere in estate, alla domanda ''Una canzone per non farti dimenticare, che cosa invii sul cellulare al tuo lui/lei incontrato sotto l'ombrellone?'', il 44 per cento degli intervistati manderebbe una canzone d'amore, il 41 per cento l'ultima hit del suo cantante preferito e il 15 per cento il tormentone dell'estate.
Sono senza parole.

Musica e scandali

Ricevo da Claudio e volentieri pubblico integralmente.
Caro mr Reset,
corsi e ricorsi storici... Pensa che l'inventore del termine "rock and roll", tal Alan Freed (si può considerare il primo deejay bisnonno dei vari Albertino ecc.), è stato anche il primo ad essere coinvolto in uno scandalo radiofonico: prendeva mazzette da artisti e case discografiche per trasmettere dischi alla radio o fare le prime apparizioni TV in un programma che si chiamava America Bandstand (i fanatici di Grease sanno a cosa mi riferisco). Questo portò da un lato alla creazione del marketing musicale; dall'altro alla sua degenerazione. Bene, lo scandalo fu chiamato PAYOLA e portò a epurazioni, multe stratosferiche e perdita del potere e della faccia per moltissime persone. Freed sparì dalla circolazione con ignominia. Lui che aveva in mano l'intero mondo musicale. Per l'america di fine anni '50 fu molto peggio che Mani Pulite per noi e radio e Tv ci misero anni a recuperare credibilità. Tuttora, negli USA, c'è un'apposita commissione che vigila sul meccanismo di trasmissione della musica sia in FM, sia in AM.
Ecco perchè il giudice, memore dei trascorsi ( e della notorietà che questi casi rivestono per l'opinione americana ) avrà vita facile. Ancora oggi in slang Payola è sinonimo di mazzette... Allegri: le major musicali saranno battute proprio dalla perversione del marketing che ha generato l'abnorme crescita dei costi dal musicista all'utente finale. Chi troppo vuole...

Basta con la raccomandata on line

Non voglio entrare nella polemica della Raccomandata on line e i rapporti tra Poste Italiane e Microsoft. Sinceramente non mi interessa molto.
La raccomandata on line esiste da un po' di tempo, servizio che ho personalmente provato facendomi mandare la ricevuta di ritorno con posta prioritaria.
Mi piacerebbe capire perché costa di più farla on line, rispetto a quella presa in consegna in un ufficio postale.
Non ditemi che il costo è la stampa e la busta...
Che sia in Word, a dire la verità, non mi sembra una notiziona. Ma la raccomandata on line l'han scoperta tutti quanti ieri...
Complimenti all'ufficio stampa delle Poste Italiane. O all'ignoranza di qualche giornalista.

martedì 26 luglio 2005

Ma quanto costa la musica?

Prendo da Dagospia.
Se la multinazionale del disco Sony BMG, pensava che per evitare guai peggiori potesse bastare la multa da 10 milioni di dollari che pagherà alla procura di New York, dovrà ricredersi. Il tema è noto. Il procuratore generale Eliot Spitzer (che ha anche mire politiche nel partito democratico), ha accusato, prove alla mano, la major discografica di aver distribuito denaro e regalie alle radio di mezza America per convincere i dj a passare i dischi sui quali puntavano di più, da Jennifer Lopez a Jessica Simpson.
Spitzer è venuto in possesso di memo interni all’azienda che mettono la pratica nero su bianco, rendendo indifendibile la posizione della Sony-Bmg. Un vero e proprio prezzario a seconda dell’importanza del canale radiofonico: per un minimo di 75 passaggi, il compenso era mille dollari per le prime 23 radio del paese, 800 fino alla centesima, 500 per le altre.
Ma adesso il membro della Commissione Federale per le comunicazioni (FCC), Jonathan Adelstein, ha fatto sapere di aver ricevuto da Spitzer “Un arsenale di prove schiaccianti”, contro la Sony e la consociata Epic. Adelstein, ha chiesto di ricevere dal magistrato “tutto ciò che è in suo possesso”, nel tentativo di scovare un reato federale attraverso il quale perseguire la casa discografica.
Nel frattempo, lo stesso Spitzer non nasconde l’intenzione di scoperchiare la pentola anche con le altre etichette, certo che la pratica non riguardasse solo la SonyBmg.
Un interessante retroscena lo riporta l’ottimo Roger Friedman di Fox News, che nota come Spitzer sia vecchio amico del nuovo amministratore delegato della Sony, Andrew Lack, che pochi mesi fa aveva pubblicamente dato il suo appoggio alle indagini. Il sospetto è che sia Lack la fonte del magistrato, e che stia utilizzando l’inchiesta per fare pulizia ai piani alti della Sony Bmg…

E' colpa della presunta pirateria se le cose vanno male?
A proposito, ringrazio di cuore Vnu, che ha pubblicato una puntata di videoimparo con computer idea sul File Sharing. Giusto per dimostrare che non c'è interesse intorno alla pirateria e non ci sono squali disposti a tutti. In nome dell'informazione, si intende.

Sudoku su cellulare

Grazie alla popolarità del programma, il gioco del Sudoku su cellulare non è più freeware.
Io avevo fatto in tempo a scaricarlo a giugno, e in questi giorni mi è stato di grande compagnia.
Il passaggio da prodotto freeware a prodotto commerciale dimostra, ovviamente il successo del Sudoku, ma anche come si possa fare dei quattrini con un'idea piuttosto semplice, ossia realizzare il Sudoku per cellulare.
Qui un link ad un programmino in Excel per risolvere i rompicapi Sudoku con Excel (ma va bene anche OpenOffice.org).

Turani, Repubblica e Microsoft

Un pezzo imperdibile quello di settimana scorsa su Affari e finanza di Repubblica. Firmato, nientepopodimenochè da Peppino Turani. Un esempio lampante di come il marketing si stia impadronendo delle redazioni e come la disinformazione possa averla vinta sull'informazione. C'è qualcosa di vero, in quel che dice. Ma sono più che altro sue sensazioni del prodotto. Pensate, lo ha visto in anteprima, ora che sta uscendo la beta!
Turani, per il resto, si era già segnalato ai miei occhi per una serie interminabile di interviste a Telecom, mai cattive o incisive, come invece il suo carattere vorrebbe e come lo conosciamo graffiante su Repubblica e sulla sua testata.
Riporto l'intervento di lunedì scorso integralmente.
BISOGNERA' aspettare fino al 2006, ma il nuovo sistema operativo di Microsoft (destinato a far girare i computer di oltre il 90 per cento di quelli che nel mondo ne usano uno) arriverà. Arriverà e sarà una rivoluzione davvero. Per ora si chiama Longhorn, ma non si sa ancora se questo sarà il nome definitivo. Probabilmente verrà cambiato. In un certo senso si può dire che con questo sistema operativo si entrerà sul serio nell'era dell'informatica, poi c'è da sperare che si vada avanti. Quello che è sicuro è che per molti milioni di persone lavorare con un personal computer diventerà più semplice e, forse, persino più divertente.
In anteprima ne abbiamo visto una versione non ancora definitiva, anzi molto provvisoria. Una semidefinitiva sarà disponibile solo alla fine di quest'anno (i tecnici Microsoft, che sono sempre un po' ottimisti, dicono addirittura: "Potrà anche montarla sulle sue macchine").
Ma, comunque, già l'anteprima (che non ha ancora tutte le novità previste) consente di capire in che direzione si va. E è la direzione giusta. Tanto per cominciare si può parlare dell'aspetto. E lì non c'era molto da fare: lo schermo è quello che è e le cose che ci vanno sopra sono sempre quelle. Allora, i tecnici di Microsoft hanno fatto due cose.
Prima hanno introdotto le finestre "glass". Finestre, cioè, che sembrano fatte di vetro. Il che significa che quando aprite un menù non vi trovate di fronte al solito rettangolo (bianco o colorato) che cancella tutto quello che c'è dietro. E quindi se come sfondo usate la fotografia della vostra fidanzata, dei vostri figlioli o del Monte Bianco, quell'immagine continuerà a sorridervi dallo schermo. E' una sciocchezza, ovviamente, una cosa da niente. Ma molto piacevole a vedersi. Fa un bell'effetto. E' una cosa carina.
Con la seconda novità andiamo già un po' più sulla sostanza. Oggi, per lavorare con Windows, molti tengono sullo schermo tutte le iconcine che sono collegate ai vari programmi. In molti casi (e il mio è uno di questi) lo schermo appare come una giungla di iconcine.
Con Longhorn (lungo corno o lunga antenna?) tutto ciò non sarà più necessario. Quando infatti si andrà a aprire il menù "start", dove si trova l'elenco dei programmi, non trovate nessun elenco, ma una casella: basterà scrivere le prime lettere del programma che cercate e subito vi apparirà il nome per esteso, cliccate e si parte. Insomma, basterà scrivere "exc" per vedere scattare Excel. O Photo per vedere partire Photoshop. E così via. La stessa vale ovviamente anche per le cartelle personali di lavoro.
E quindi si può cominciare a tenere lo schermo pulito, senza più quella selva di iconcine che oggi ci consente di trovare in fretta il programma o la cartella che ci interessa. Ancora piccole cose, si dirà. Ma abbastanza importanti per chi sui computer ci sta tutto il giorno.
Ma sembra che nella versione definitiva Longhorn sarà anche capace di qualche magia vera e propria. Si dice che sarà sensibile all'ambiente. Il che non significa che non sporcherà per terra, ma che saprà capire dove si trova il computer in quel momento e che quindi assumerà la configurazione necessaria.
Esempio. Se voi avete un notebook che usate sia a casa che in ufficio, può essere che in ufficio vi servano certe cartelle e a casa altre. Ebbene, il notebook attrezzato con Longhorn dovrebbe essere in grado di capire (in base ai collegamenti che trova) se siete a casa o in ufficio, e a quel punto predisporrà le cose sullo schermo nel modo da voi desiderato.
Ma questa è solo una delle magie. La seconda è ancora più interessante e riguarda quelli che, per lavoro, fanno spesso delle riunioni aziendali. Di norma, in queste riunioni, arriva uno con il suo notebook e poi comincia a proiettare su uno schermo le cose che vuole spiegare o fare vedere agli altri. Ebbene, con Longhorn questo non sarà più necessario.
Tutti arriveranno nella sala riunioni con il loro bravo notebook. Il sistema operativo sarà in grado di individuare tutti i notebook presenti e stabilirà una specie di sottorete aziendale (che riguarda quella stanza) e quindi l'oratore dovrà solo richiamare i documenti che gli interessano sul proprio schermo: essi appariranno come d'incanto anche sugli schermi degli altri presenti in sala. La cosa, naturalmente, vale per tutti i notebook. In sostanza, invece di passarsi i fogli di carta con su tabelle e appunti, sarà sufficiente richiamare le cose sul nostro schermo e subito appariranno anche sugli schermi degli altri partecipanti alla riunione.
E questo apre una nuova categoria di lavoro che è il "lavoro condiviso". Ognuno sta davanti alla propria macchina, ma si lavora tutti insieme, condividendo le stesse cose. Naturalmente, il sistema della riunione nella stessa sala può essere allargato, e quindi (con qualche accorgimento in più) qualche partecipante al "lavoro condiviso" può trovarsi anche a Palermo o in Sud Africa: non importa, si potrà lavorare comunque tutti insieme.
Ma dove Longhorn dà il meglio di sé, probabilmente, è nell'organizzazione del lavoro dentro il computer. Fino a oggi, se ci pensate, l'organizzazione del lavoro con un computer è identica a quella che si fa di solito in un ufficio. I vari documenti vengono collocati in varie cartelle, le cartelle vengono poi raggruppate secondo altri criteri e quando vi serve una cosa si vanno a aprire via le cartelle maggiori, poi quelle minori fino a arrivare al documento che ci serve. Esattamente come si fa in un ufficio "cartaceo" con gli armadi per i documenti e le cartelle di cartoncino. Con Longhorn questa epoca va in soffitta.
Voi scrivete i vostri documenti e li registrate sull'hard disk dove capita. Non ha più alcuna importanza. Ma come farete a ritrovarli dopo? Provvederà il sistema operativo. Alla richiesta di mostravi i documenti, ve li farà vedere tutti, ovunque essi siano registrati. Vi appariranno in una sola schermata. Dopo di che voi potrete ordinarli secondo moltissimi criteri: per data, per autore. Per tipo di documento, ecc. A quel punto (se ad esempio avete chiesto i documenti redatti dal vostro collega Rossi) Longhorn vi consentirà di andare avanti introducendo via vari filtri. Quello che Rossi ha scritto in dicembre e novembre, i documenti di Rossi (nel periodo indicato) che riguardavano l'America e l'Inghilterra) e così via.
In sostanza, si tratta un po' di quello che oggi fa Google Desktop, ma moltiplicato per mille. E' bene precisare, a questo punto, che Longhorn non lavora solo sui titoli dei ma sui contenuti e quindi non gli scappa praticamente niente. Se volete tirare fuori i documenti in cui avete parlato di bulloni piuttosto che dell'inflazione, basta dirlo al sistema e la cosa verrà fatta molto rapidamente.
Il sistema, poi, fa alcune altre piccole magie. Ad esempio vi può presentare i documenti che cercate sotto forma di elenchi (modo consueto) oppure veli li presenta a mucchietti: questo sono i documenti di Rossi, questi quelli sull'Africa, questi altri quelli sull'America, e così via.
Ma fa ancora qualcosa di più. Se volete vi apre subito i documenti. Vi fa vedere cioè la prima pagina. E quindi voi potete controllare se c'è davvero quella tabella o quell'immagine che cercavate. Insomma, sotto questo aspetto, il Windows di oggi vi sembrerà davvero la preistoria dell'informatica.
Ma non è finita, già oggi Microsoft sta distribuendo un prodotto /Office Comunicator) che probabilmente verrà inglobato in Longhorn. E si tratta di una piccola meraviglia. Nasce sull'intuizione che ha dato vita agli instant message. In pratica, voi arrivate in ufficio e accendete il vostro personal computer. Questo fa un rapidissimo giro d'orizzonte sulla rete e vi dice subito chi c'è e chi non c'è. Se gli altri hanno avuto la bontà di lasciare dietro di sé qualche informazione, Comunicator vi informa. Il tale è online, ma sta telefonando. Il tale altro è online e è libero. L'altro ancora è in una riunione che finirà alle 11. E avanti così.
Non solo: se siete autorizzati, Comunicator vi consente anche di leggere l'agenda del vostro collaboratore. E poi vi consente una serie di scelte. Potete mandare una mail, potete telefonare, potete mandargli dei documenti. Il tutto premendo pochissimi tasti. Tutto questo, ovviamente, funziona in qualunque parte del mondo si trovino, rispetto a voi, i vostri collaboratori. Basta che siano in rete.
In conclusione, con Longhorn diventa molto più facile aggirarsi fra i documenti e diventa molto più facile dare il via al cosiddetto "lavoro condiviso". In pratica si dà un altro senso all'idea di "stare in rete". Non solo per curiosare. Sarà come ritrovarsi tutti in una sorta di grande open space planetario, dove tutti si potrà lavorare sugli stessi documenti e sugli stessi materiali.

Xbox 360 a natale

Me lo aveva preannunciato un manager di Microsoft. Adesso c'è la certezza.
Facciamo qualche considerazione.
Prima di tutto, Xbox 360 non è solo una console di gioco. Partendo da questo dato di fatto, Microsoft non mira solo a prendersi una fetta importante di giocatori che arrivano dalla PlayStation.
Xbox 360 è un media center (in piccolo) a tutti gli effetti. E' il sogno di Bill Gates di portare nella casa della gente contenuti multimediali digitali, quali filmati, musica e ovviamente i videogiochi.
Una sterzata notevole, se pensiamo che con Xbox non si possono vedere i DVD senza un accessorio da acquistare a parte.
Prendo dal fact sheet di Xbox 360 ufficiale, solo per il divertimento digitale.
Digital entertainment: Amplify your music, photos, video, and TV. Watch progressive-scan DVD movies right out of the box. Rip music to the Xbox 360 hard drive and share your latest digital pictures with friends. Make the connection, and Xbox 360 instantly streams the digital media stored on your MP3 player, digital camera, Media Center PC, or any Microsoft® Windows® XP-based PC.
Se hai una rete di PC, riproduce tutto. Credo che qui sia il punto su cui giocherà molto Xbox. I giochi, detto tra noi, saranno graficamente migliori (ad alta definizione se si disporrà di un video che la consenta), ma alla fine non porteranno innovazioni sostanziali alla giocabilità. E' solo una questione puramente estetica. Certo, c'è maggiore potenza, ma ormai ci siamo abituati a Quake 1,2, e 3 e il 4, sebbene innovativo, non potrà aggiungere molto ad uno sparatutto nato come demo per mostrare la capacità del motore grafico della iD.
Staremo a vedere.

lunedì 25 luglio 2005

892

La deregulation del servizio 12 sta partorendo servizi aggressivi. Il Numero, filiale italiana di The Number 118-118 inglese, offre il servizio con una serie di spot TV alla modica cifra di 12 centesimi di scatto alla risposta e 3 centesimi al secondo di chiamata.
Il 412 di Telecom costa a partire da 0,61 euro fino a 1,56 euro al minuto.
Le tariffe, dei 13 operatori che hanno chiesto una numerazione apposita, dovevano essere per decreto sotto gli 1,5 euro al minuto, con 30 centesimi di scatto (!) alla risposta.
Ecco un altro caso di liberalizzazione a sfavore dei cittadini. Per fortuna il Web ci dà una bella mano: il costo è la connessione!

Guai in Vista

Vista è il nome della prossima versione di Windows.
Nome latino, che a noi potrebbe andare anche bene. Ma è un nome facilmente registrabile. Per cui temo che Microsoft possa avere dei problemi.










Dal 3 agosto la beta sarà scaricabile.

venerdì 15 luglio 2005

23-12-2005: muore Os/2

Ibm ha deciso la data di chiusura delle vendite di Os/2, storico sistema operativo, concepito da Ibm e Microsoft e poi abbandonato da quest'ultima per Windows.
I tempi di OS/2 Magazine sono lontanissimi. Ma i ricordi sono ancora vivi.

giovedì 14 luglio 2005

Smau 2005

Contrariamente a tutto quello che è stato annunciato, la piantina di Smau è destinata a cambiare.
Per ora erano previsti i tre padiglioni del portello, più un paio di altri tradizionali.
Invece, sorpresa delle sorprese, i secondi piani dei padiglioni del portello non li vuole nessuno, per cui Smau torna a spalmarsi sui padiglioni tradizionali della fiera.
Questa notizia non la si trova da nessuna parte. Io ho aspettato un po', ma a questo punto l'ho sparata.
Adesso arriveranno i soliti a scrivermi, dicendo che non è vero, non è ufficiale, non è ancora definito, come fai a saperlo e via di seguito.
Ogni volta che tocco Smau vien fuori una piena...
Attendo con ansia.

Un riproduttore micidiale

Ieri ho potuto toccare con mano uno dei prodotti più interessanti dell'ultimo periodo. Una vera sorpresa.
iriver U10 è il prodotto dei miei sogni: riproduttore Mp3, radio, sveglia, video, piccolissimo, e compatibile con i giochi in formato Flash Lite 1.1.
Un prodotto praticamente tutto schermo, che riproduce filmati windows media 10 e mpeg 4, con un caddie e un telecomando come accessori opzionali. Un prodotto che non ha precedenti.
Unico difetto, la memoria, solo 512 e un giga per i primi modelli. Prezzo, 229 e 249. Usciranno nel 2006 o per natale, modelli con hard disk microdrive.
Per usarlo, quindi, bisogna convertire i file salvati dai media center o sistemi compatibili al fine di ottenre file più compatti e con dimensioni video più ridotte. Ma le applicazioni per questi prodotti sono infinite. Pensiamo ai taxi (ne ho preso uno in questi giorni con un video e le notizie in tempo reale a Milano, ancora in fase di test), che possono inserire il riproduttore su un PC per aggiornarlo e poi montarlo in auto.

mercoledì 13 luglio 2005

Microsoft Italia si ripensa

Ieri ho assistito ad una presentazione piuttosto inaspettata. Microsoft Italia si organizza e si struttura in un modo del tutto nuovo, con incarichi chiari ma facendo, di fatto, sparire le divisioni di business della corporate, infilandole sotto il cappello del marketing e comunicazione. Una scelta sacrosanta, che per altro in parte condivido.
A parte il "gotha" del giornalismo italiano presente, impegnato più a non spegnere il trillare del cellulare e a cercare cosa di Ibm c'è in Microsoft (Comastri, l'amministratore delegato, arriva da Ibm), mi è parso di vedere un'aziende in salute, che vuole crescere e che vuole soprattutto sfruttare le occasioni che si presentano (a partire dalla sanità, ma non solo).
Meglio di me, ha fatto Luigi Ferro su 01net, spiegando quello che avverrà, per cui riporto integralmente quanto pubblicato. Raccomando alle ultime righe.
Microsoft rimescola le carte. Marco Comastri, amministratore delegato della filiale italiana, inaugura il fiscal year 2006 con nuove nomine nella prima fila dei manager. Nessuna giubilazione, i predecessori sono stati promossi ad altri incarichi, ma forze fresche per, come si dice sempre in questi casi, “fare fronte alle sfide del mercato ed essere più vicini alle esigenze dei clienti”.
Così Anna Di Silverio è il nuovo direttore della divisione Servizi, Pierpaolo Talento guida la Business marketing organization l'Enterprise & partner group è andato a Mario Derba, mentre il 33enne Andrea Dossena si occuperà dei conti della filiale italiana come responsabile di Finance & administration. Il cambio porta con sé alcune novità come la creazione di una nuova divisione dedicata alla Sanità.
L'Area, che rientra nel Public sector gudiato da Giovanni Stifano, si occuperà di un settore che “offre trend crescenti di crescita”. A livello organizzativo, archiviata la soddisfazione di vedere promosso a livello mondiale l'iniziativa dei Punto Microsoft, la società guidata da Comastri cercherà di aumentare la copertura del territorio con piani di sviluppo regionali per Pa e Pmi oltre a qualche nuovo ufficio aperto in alcune aree e una maggiore presenza di personale Microsoft anche nei centri minori.
“Si tratta di una richiesta che ci è arrivata dai nostri partner - osserva Comastri - che cercheremo di soddisfare sfruttando la tecnologia, utilizzando i nostri partner e lavorando in modo delocalizzato”. Una copertura utile anche per lavorare anche con le Regioni dove “esistono differenti potenzialità, idee e risorse”. Proseguimento dell'impegno verso le Pmi, attenzione alla mobility “che diventa un mainstream”, forte pressione sull'area server e le soluzioni verticali per partner che integrano le Business solution che non hanno dato i risultati sperati, sono gli altri punti fondamentali dell'azione di Microsoft per il fiscal year 2006 nel quale si pensa di aumentare il numero dei dipendenti del 10%.

Questo 10% arriva dal basso, quindi dalle Università.
Ma Microsoft resta sempre più, per la filiale italiana, una sede di consulenza e marketing, non di programmazione, parte lasciata ai partner.
Una curiosità: siccome molti lettori di questo blog mi hanno segnalato che 01net e Vnunet si copiano le notizie, ad ora non c'è la news dell'organizzazione di Microsoft su Vnunet. Potrebbe essere un problema di connettività, come ho avuto io stamattina...

martedì 12 luglio 2005

Skype

Quando ho intervistato il creatore di Skype, tempo fa, ero il solo in sala interessato alla telefonia IP.
Ero uscito, sinceramente, frustrato, nel senso che non capivo il motivo per cui c'era un personaggio tanto interessante e nessuno lo stava ad ascoltare, lo interrogava, nessuno che si chiedesse che cosa facesse e che aspettative aveva.
Oggi Skype è una realtà, anche se non è ancora conosciutissimo in Italia.
Molti utenti Linux lo snobbano per il semplice fatto che è troppo basato sulla piattaforma Linux e per il fatto che le innovazioni riguardano sempre e comunque questa piattaforma. Come è accaduto con la Skype tool bar. La scelta della piattaforma Windows per un certo genere di prodotti è obbligata, perché abbraccia una quantità sterminata di utenti.
A dire il vero, la pagina relativa è stata visitato solo 7000 volte, per cui l'interesse non è altissimo, ma si tratta pur sempre di una beta e il vantaggio è quello di chiamare più facilmente gli utenti skype direttamente dall'alto del browser.
Sempre su Skype, mi piace sottolineare un articolo sulla sicurezza delle piattaforma, reperibile a questo link e curato da Andrea Beggi. Difficilmente si reperiscono su internet informazioni così dettagliate.

Navigare gratis sui siti Telecom

Non tutti sanno che è possibile navigare gratuitamente sui siti Telecom Italia. Infatti, Telecom Italia offre la possibilità di navigare gratuitamente sui siti www.telecomitalia.it, www.187.it, www.191.it, www.info412.it e www.alice.it per acquisire informazioni sulle offerte e utilizzare i servizi messi a disposizione on line.
Si può, tra le tante cose, visitare gratuitamente il sito di assistenza tecnica adsl Alice per trovare tutto quello che ti occorre per navigare senza problemi con Alice e utilizzarne i servizi, sfruttando una linea telefonica tradizionale. La navigazione gratuita è disponibile sia se utilizzi una connessione dial-up sia se disponi di un collegamento ADSL. Per la connessione dial-up, bisogna configurare l'accesso remoto con i seguenti parametri:

username=gratis@telecom; password=gratis; numero gratuito=7000187187

lunedì 11 luglio 2005

Conoscere il nemico...

Microsoft si sta preparando alla guerra contro Ibm.
Prendo da 01net.
Cerchi Microsoft e trovi un pinguino. E' stata questa la prima sorpresa alla quale si sono trovati di fronte i partner della società di Bill Gates riuniti a Minneapolis per l'annuale worldwide partner conference. Un appuntamento durante il quale quest'anno sono stati organizzati seminari tecnici per illustrare ai partner i punti deboli dei sistemi Open source e le loro caratteristihe principali. Conoscere il nemico per combatterlo sembra essere la parola d'ordine scelta dal colosso di Redmond che tramite il Ceo Steve Ballmer ha ricordato ai partner che ci molte occasioni di business prima dell'arrivo di Longhorn.
Le migrazioni da Lotus Notes /Domino, Sap, Oracle e Novell verso i prodotti di Redmond oltre all'upgrade di Nt 4.0 sono occasioni importanti per i partner che non possono tirare a campare in attesa del nuovo sistema operativo. “Ci sono un sacco di clienti Netware e Nt 4.0 fuori di qui” ha tuonato Ballmer che ha ricordato anche come solo il 10-15% dei pc sia dotato di Office 2003, un prodotto sul mercato già da un paio d'anni. Come succede in questo tipo di appuntamenti Ballmer da una parte ha tirato le orecchie ai partner che dall'altra sono stati incitati a “scommettere su Microsoft” che cercherà di portare via clienti a Ibm nell'area del software collaborativo.
Secondo Chris Capossela, coporate vice president dell'Information worker product management group, la collaboration strategy “è uno scenario core nel quale siamo interessati a vincere”, mentre Allison Watson, vice president worldwide partner sales and marketing group, ha sottolineato l'importanza delle Business Solution “Un settore che offrirà le maggiori opportunità di sviluppo anche se abbiamo ancora molto da fare per migliorare questo segmento”. Un impegno necessario, vista la percezione dei partner in questo ambito, che in molti casi vedono Microsoft come un intruso e un competitor a tutti gli effetti. Un punto di vista che trova conferma nelle parole di Doug Burgum, vice president business solutions business group, che paragona il percorso del Gruppo di Redmond al tour de France. “Non basta uno sprint, la strada è lunga e faticosa ed è necessario agire e pensare a lungo termine”.
L'Italia ha goduto del suo momento di gloria con il lancio della Small Business Specialist Community, progettata sulla falsa riga del Punto Microsoft italiano e di altri progetti pilota in Danimarca, con una presentazione che ha riscosso un certo entusiasmo fra i presenti. A livello mondiale si inizia allora a puntare sulle piccole realtà, un segmento non sempre molto considerato. Anche se, secondo le previsioni, le occasioni di maggior sviluppo si avranno nel mid market, dove inevitabilmente si concentreranno gli sforzi maggiori.
Non a caso da settembre sarà reso disponibile Small Business Accounting 2006, indirizzato alle piccole e medie imprese che potranno così integrare una soluzione di accounting all'interno della suite Office normalmente utilizzata nelle loro infrastrutture It.
E sempre lo stesso Ballmer ha tenuto a chiarire che per quanto Mendocino rappresenti il necessario cammino di integrazione tra gli ambienti Sap e quelli Office, nondimeno sul fronte delle medie imprese la competizione resta netta e quotidiana, come del resto dimostra il preannuncio di Crm 3.0 della scorsa settimana.
Inevitabilmente, però, i riflettori sono stati tutti più ancora che per Longhorn per Office 12 , il cui rilascio è previsto per la seconda metà del prossimo anno.
Della suite, in effetti, è stata data la prima dimostrazione pubblica, con grande enfasi su alcune caratteristiche, in particolare il salvataggio dei file in formato Xml, che, come da precedenti annunci, si conferma il formato file standard.

Mi chiedo una cosa: Sap cambia AD nella settimana, ma lui stesso mi ha presentato una strategia con Banca Intesa per le aziende italiane. Poi scopro che Sap fa comunella con Ibm a livello ufficiale. E adesso Ballmer che va contro Sap e Ibm. Banca Intesa è in mezzo e se la gode. Mica male.

DVD in crescita costante

Prendo da SmauNews.
Sempre meno videocassette sempre più Dvd. Il dato, peraltro intuibile, è certificato dall'ultimo rapporto Univideo che indica in mille milioni di euro il fatturato 2004 dell'home video cresciuto del 14% rispetto all'anno precedente. Il Dvd è ormai presente nel 36% delle famiglie italiane e dovrebbe raggiungere quest'anno la soglia del 50%. Una crescita figlia anche della riduzione dei prezzi medi dei lettori. I Dvd player sono scesi infatti del 25% e i lettori che permettono anche di registrare sono passati da circa 600 a 400 euro. La vendita di videocassette è diminuita del 41%, mentre quella dei dischi ottici è cresciuta del 31%. Il Vhs perde terreno in edicola (-58%) e nel noleggio (-47%) contro il Dvd che sale dell'89% nelle edicole e del 53% nei negozi tipo Blockbuster. Per quest'anno le previsioni dello studio elaborato da Simmaco Consulting stimano una crescita delle vendite di Dvd dell'8%. Forti incrementi sono previsti per le vendite in edicola (+45%) e nel noleggio (+30%).

Spamming incredibile

Ho ricevuto un messaggio di email da una certa Anna. Siccome ho conoscenze con quel nome, leggo anche il soggetto (non sempre nelle email generiche lo faccio).
"A Londra tutto bene, ma senti ..."
Apro il messaggio. A Londra tutto bene, ma senti che cosa mi è capitato.
Se vuoi conoscere ragazze...
Pazzesco, lo spamming non si ferma davanti a nulla. Ho segnalato il messaggio al provider, al garante e alla polizia postale. C'è lo spamming e c'è il buon gusto.

venerdì 8 luglio 2005

Fastweb e Telecom

Ricevo la provocazione e volentieri pubblico
Caro Mr Reset,
con la mia aziendina sono da ormai 3 anni un utente Fastweb. Abbiamo 10 pc, 4 linee telefoniche etc. La banda larga è stata una manna dal cielo e mi sono precipitato subito ad attivarla quando il mitico "cavo in fibra" è arrivato dalle mie parti. Bye Bye matrigna Telecom. In questi anni il servizio telefonia/internet è sempre stato più che soddisfacente. Giusto l'altro giorno c'è stato un black out in una zona della mia città e il catalist locale è andato giù. Nessuno è perfetto. Segnalazione a Fastweb e uscita (inutile) del tecnico. Finisce qui? Ovviamente no. Ieri ricevo una
telefonata. e... sorpresa! è una gentile signora che parla nome di Telecom e mi narra la seguente storiella, dopo essersi ben accertata del fatto che fossi io il titolare dell'azienda: "Abbiamo avuto il suo nominativo perchè utente insoddisfatto di Fastweb. Ci è stato segnalato che ha aperto più procedure per segnalazioni di disservizio, l'ultima il giorno XY luglio.
Avrei una proposta Telecom da proporle...." etc. etc.
Mi faccio mandare un fax di proposta per quella che si rivelerà Telecom Caffè (nome mai citato ma poi da me trovato sul sito Telecom), per pura curiosità e rilevo che in realtà si tratta di una gentile signora che telefona da una postazione (da casa sua?) in cui tel e fax hanno lo stesso numero per informazioni e spedizione di contratti. Che pena...
Ora: mi chiedo se sia legale che Telecom venga a sapere delle segnalazioni di disservizio degli utenti Fastweb. E ancora peggio, se sia in linea con le normative vigenti il discorsetto della gentile signora. E poi, dichiarando di telefonare da Telecom (la telefonata inizia con "sono KKK della Telecom, avremmo una proposta per lei...) non dichiara il falso, visto che poi si dimostra lavorare PER Telecom? Dopo l'ADSL Alice proposta in telemarketing fraudolentemente appioppata alle famiglie, tra cui la mia, abbiamo anche lo spionaggio per rubare clienti a Fastweb.
Ma non c'è modo di fermare la madre di tutte le truffe?
Gradirei avere il parere di Mr Reset e dei partecipanti al Blog.

Anch'io. Anche perché fa il paio con le mie telefonate sui cellulari a cui risponde "manca il credito sulla ricaricabile", piuttosto che il numero che risponde è diverso da quello chiamato.

Ancora su Londra

Ho ricevuto un po' di messaggi di disappunto sugli SMS mandati agli italiani nella zona di Londra, invitati a contattare l'Italia.
A parte il fatto che l'idea non la trovo sbagliata in se, in fondo quando è stata pensata non si conosceva la portata del disastro, mi sembra interessante scoprire che poi gli italiani lì hanno usato quel sistema (segnalato da quattro email a questo blog). In fondo rassicurare la famiglia, e segnalare eventuali problemi alla Farnesina non mi sembra un intralcio alla vita dei cittadini, come altri sms statali del passato.
Il messaggio più inquietante l'ha ricevuto un mio parente, che ha un nipote inglese che è ormai in Italia due week end al mese e per tutto agosto: "Noi stiamo bene, ma qui c'è l'esercito che ci sta facendo sfollare dagli uffici e torneremo a casa a piedi". Il tizio ha un ufficio enorme affacciato su Covent Garden.

La bomba nei pressi di King's Cross ha poi intralciato ma non coinvolto alcuni amici e colleghi inglesi, a cui va la mia solidarietà in questo momento, e che hanno percorso un tratto di metropolitana a piedi, come la foto che ho preso da BBC.
Per loro tornare alla normalità sarà semplice, con l'Ira ci sono abituati. Per noi uscire da Heathrow e infilarci nella Piccadilly Line non sarà mai più come prima.

Londra

L'unica cosa che può dire un blog che parla di tecnologia è l'affermazione del web come mezzo di rivendicazione. E anche come mezzo di diffusione delle informazioni, secondo per ovvi motivi alla TV se fa informazione su ogni canale possibile.
Ma come si fa a ritrovare le rivendicazioni giuste nel mare di informazioni?
Come si fa a dire: questa è attendibile, questa no?

giovedì 7 luglio 2005

Urmabi, Stanca e le leggi

Mi avete fatto notare che L'Europa si è comportata diversamente dll'Italia nel caso di approvazione di una legge ingiusta e sbagliata. Non l'ha approvata, nonostrante quasi tutte le associazioni di categoria europee lo chiedessero a gran voce (italiane comprese, come ho avuto modo di dire).
Mi prendo qualche riga, in questo caso, per analizzare quanto è accaduto, in poco più di un anno dall'approvazione della Urbani.
Nessuno in galera per pirateria "spicciola".
Non c'è notizia di processi in corso significativi di "ragazzini che scaricano".
Un mercato come quello dei CD e DVD registrabili messo letteralmente in ginocchio (si acquistano all'estero e non si paga la tassa).
Cosa si evince: minor gettito per lo stato, un settore in crisi, la malavita prospera con la pirateria sul fatto che se si scarica si lasciano tracce, dal marocchino si evitano i problemi.
Le leggi andrebbero riviste nel tempo. Se non funzionano si cambiano.
Ma soprattutto non si votano leggi che chi presenta in parlamento dichiara apertamente sbagliate (Urbani: "Vi chiedo di legiferare come tutti sappiamo che non si debba fare").
Interessante notare come sono andati i voti: 648 contrari, 14 favorevoli, 18 astenuti.
Tra gli astenuti troviamo 4 italiano: i radicali Marco Pannella e Emma Bonino, Luciana Sbarbati dei Liberali, Democratici e Riformatori e Patrizia Toia della Margherita.
Ma due di questi, in Italia, si dichiarerebbero di sinistra. E guarda caso, fanno parte di quei partiti che hanno votato a favore della Urbani.
Giusto perché è bene fornire la migliore informazione possibile.

Brevetti software: destra o sinistra

Devo ammettere che la battaglia contro la direttiva sui brevetti l'hanno guidata i Verdi. Negare questa evidenza è rendersi ridicoli. Detto ciò, non si è trattata, all'interno del parlamento europeo, di una guerra tra schieramenti, perché non è una scelta della sinistra di non approvare e di destra di approvarla. Infatti, si è trattato di un voto trasversale e non omogeneo negli schieramenti: Le Pen o la nostra AN non mi paiono di sinistra. Come molti partiti a sinistra hanno votato a favore.
Adesso bisogna prendere le distanze, però, non solo dalle posizioni politiche, ma anche dalle posizioni dei nuovi paladini, come il polacco Jozef Halbersztadt, che fanno dell'OpenSource una forma di attivismo politico.
OpenSource contro software proprietario non è una partita sempre di tipo win-win, ci sono ancora troppi aspetti da risolvere e da comprendere. In certi casi, l'OpenSource, soprattutto nella pubblica amministrazione, è un bene, è un vantaggio. In altri casi no. Monaco di Baviera ha fatto scuola perché era già avanzata dal punto di vista di informatizzazione di base. La scelta di questi giorni di Vienna la vedo già un po' più complicata.
Un conto è adeguare i client, e in questo caso la differenza tra Windows, Mac e Linux è assolutamente limitata, visto che la consultazione dei dati avviene con un browser e si compongono documenti in formati standard (pdf e Office) indipendenti dalle piattaforme.
Un conto è ripensare ad un'infrastruttura nel suo insieme. Questo richiede risorse che vanno ben al di là delle semplici licenze dei programmi, e impattano anche sui tempi di implementazione. Si finirà, quindi, con il migrare a Linux per lasciare in mano il mercato a qualche grande nome (Ibm o Novell) e non aprendo realmente il mercato stesso a nuovi player, che però hanno l'opportunità di crescere. Sarebbe il caso, quindi, di cercare soluzioni che aprano nuove prospettive alle aziende che operano nel mondo IT, non pensando semplicemente si spostare i budget da una piattaforma ad un'altra.
Questo è un concetto, a mio parere, molto importante, perché cambia davvero un mercato in cui la tecnologia è sempre più una commodity e la consulenza diventa il fattore determinante.
L'informatica si è spostata da programmazione a modulazione di soluzioni differenti. Le piattaforme sono quasi del tutto ininfluenti.
Le idee, il saper mettere insieme progetti e soluzioni, fare comunicare tra loro i software è la sfida di questi e dei prossimi anni. Non è una questione di facciata o di tipologia di software.
L'OpenSource liberato dal peso dei brevetti può giovarsi di crescite vertiginose, ma probabilmente non tanto a discapito del software proprietario, quanto sulla distribuzione della conoscenza. Non a caso, ogni azienda seria che produce soluzioni informatiche, spende denaro in formazione e certificazione dei partner. Nell'OpenSource la formazione è permanente e ha uno scopo divulgativo forte, che abbatte le barriere tra stati ricchi e stati poveri.
Un fatto rivoluzionario, ma non per questo porterà necessariamente ad una rivoluzione.

mercoledì 6 luglio 2005

Brevettabilità del software: Tié!

Prendo da ASCA.
Strasburgo, 6 lug - A Strasburgo, gli europarlamentari hanno votato contro la ''posizione comune'' adottata dai 25 Stati membri, lo scorso marzo, con una maggioranza schiacciante di 648 voti contro 14. Mettondo cosi' fine a tre anni di scontro tra fautori ed avversari della ''brevettabilita''', secondo il neologismo creato dalla Commissione. E' la prima volta che il Parlamento seppellisce un testo fin dalla seconda lettura, anche prima di un tentativo di ''conciliazione'' con i governi. In base al testo cestinato, ''le invenzioni attuate mediante elaboratore'' - dalla macchina per lavare al telefono portatile - erano brevettabili; il software ''puro'' no, ma quello necessario al funzionamento dell'invenzione poteva essere protetto. In questa logica, sarebbe brevettabilie sia un sistema di frenata ABS sia il software all'origine dell'invenzione. Spingevano per questa piu' ampia tutela, i giganti tecnologici (Microsoft, Alcatel, Nokia, Ericson, Philips, Siemens). Ma l'Europarlamento ha appoggiato la linea delle PMI, avversarie della brevettabilita' per timore di non poter piu' produrre innovazione tecnologica. (Piu' Europa).

Poi prendo da 01net.
Con 648 voti contrari, 14 favorevoli e 18 astensioni, il Parlamento europeo boccia la direttiva sulla brevettabilità del software, fortemente voluta dalle major del settore e altrettanto fortemente osteggiata dalla comunità open source.
A questo punto, non solo la procedura dovrebbe ripartire da zero, in quanto presentata in seconda lettura al Parlamento, ma a quanto sembra non verrà più riesaminata.
La Commissione, preso atto della decisione Parlamentare, non ritiene a questo punto di dover riesaminare la direttiva.
Le prime reazioni vengono dalla compagine open source. Red Hat e Sun Microsystems, che avevano supportato le attività della Free Information Infrastructure, hanno diramato un comunicato congiunto nel quale esprimono la loro soddisfazione per la decisione parlamentare, che rappresenta una precisa volontà di garantire un mercato competitivo per l'industria del software.
Da parte sua, il senatore Fiorello Cortiana, delegato italiano al World Summit on the Information Society dell'Onu, auspica che la decisione odierna rappresenti l'inizio di un processo che porti alla costruzione di una direttiva che valorizzi il software libero, le creative commons e la libera condivisione del sapere.

Un saluto a Beppe, e un buon rendiconto per domattina.

Sap, Microsoft e ...

Il post su Sap e Banca Intesa è uno di quelli che segnano un epoca per questo blog. Non ho contato i messaggi ricevuti, ma son tanti.
Quasi tutti sono concordi su una linea: Intesa mette in vendita la sua rete.
Sap compete con Microsoft, in prima battuta e in diretta competizione con la rete vendita Intesa. Microsoft che, guarda caso, esce con il nuovo CRM nel quarto trimestre.
Ma Sap deve guardarsi da Oracle, che con PeopleSoft punta proprio alle medio-piccole.
C'è un punto su cui riflettere: ma siamo sicuri che i finanziamenti non vadano a coprire le licenze mancanti dei software e l'acquisto di qualche PC, piuttosto che soluzioni più ardite.
Quindi, porta valore alle nostre imprese? Perché è di questo che si tratta.

Brevetti software: oggi è il giorno X

Non solo per le Olimpiadi del 2012 oggi è una giornata importante, perchè a Strasburgo si parla di brevettabilità del software.
Ho potuto riscontrare, con amarezza, che di questo argomento non importa niente a nessuno, che impera la più assoluta ignoranza sul problema e sugli aspetti che riguardano i computer e la rete per il prossimo futuro.
Riporto un post di Beppe Caravita.
Strasburgo, 05 lug. (Apcom) - La direttiva Ue sulla brevettabilità dei programmi informatici applicati a invenzioni tecniche ("brevettabilità del software") sarà molto probabilmente bloccata domani da una bocciatura dell'Europarlamento. I maggiori gruppi politici, ognuno dei quali è spaccato sugli emendamenti da sostenere al voto in plenaria, si riuniscono stasera a Strasburgo per cercare di ravvicinare le posizioni al loro interno. E l'unico comune denominatore che appare in grado di portare a una posizione coerente dall'Assemblea è proprio quello della richiesta di rigetto della "posizione comune" del Consiglio Ue sulla direttiva, insieme alla richiesta alla Commissione europea di ripresentare un'altra proposta legislativa, questa volta non settoriale (sui programmi informatici) ma generale (sulle condizioni di brevettabilità e su una disciplina comunitaria dei brevetti, oggi inesistente). A favore di questa soluzione si sono espressi, in termini più o meno chiari, sia gli eurodeputati che seguono il dossier per il Ppe (il tedesco Klaus-Hainer Lehne, la svedese Piia-Noora Kauppi e l'italiano Giuseppe Gargani) che il capogruppo liberaldemocratico Graham Watson. Anche il relatore socialista della direttiva, Michel Rocard, ha osservato questo pomeriggio che "il Parlamento europeo non è maturo per produrre una legislazione stabile" su questa tematica, perché "le leggi conflittuali tengono male". E i Verdi si sono già detti favorevoli al rigetto della "posizione comune".
I particolari, la cronaca di una giornata piuttosto convulsa e le motivazioni (anche mie) domani sul Sole-24 Ore a pagina 29...;-)

Il domani del Sole è oggi 6 luglio.
Che il parlamento europeo non sia maturo ne abbiamo avuto una prova ieri, ma non abbassiamo la guardia proprio ora.

martedì 5 luglio 2005

Xbox: prima sentenza

In Inghilterra, uno studente è stato condannato a 140 ore di servizi sociali e al pagamento di 750 sterline. Vendeva Xbox modificate. In realtà, il reato era che vendeva hard disk da 200 Gb con oltre 80 giochi preinstallati. Il reato è quello. Altrimenti tutti i concessionari Alfa, che vendono le 156 con la centralina modificata andrebbero processati.
Ma scommetto che leggerò titoli da qualche parte che modifichi l'Xbox e vieni condannato.

Banca Intesa e l'IT

Stamane sono stato ad una presentazione di Banca Intesa e Sap, per un accordo per finanziare le PMi italiane. Fa da riscontro alla presentazione HP, Intel e Microsoft (con Banca Intesa) di qualche giorno fa.
A questo punto mi chiedo: o la rete vendita di Banca Intesa è in vendita, oppure, una volta esauriti i prodotti finanziari da proporre ai clienti, stanno cercando altri prodotti, che sono dei derivati, con inclusa la consulenza da pagare sempre ai soliti noti?
E poi, Banca Intesa, che finanzia previa approvazione del piano di innovazione da parte di un'università, come discerne tra Navision e Business One? CHi è che propone il che cosa?
Il canale come prenderà questo nuovo modo di vendere le soluzioni?
Siamo certi che non finanziamo licenze di prodotti, che più che altro sono frutto del passaggio da software pirata, in vista di bilanci trasparenti per Basilea 2?
Mi aspetto qualche email sull'argomento.

Giornali e blogger

Pare che stia facendo molto discutere un post di Luca De Biase su giornali del futuro e blog.
E dunque: come saranno i giornali del futuro? E soprattutto come saranno cambiati dai blog? Urge un contributo nella linea emersa dalle sollecitazioni di Gaspar Torriero, Massimo Mantellini, Giuseppe Mayer, Luigi Ferro, Paolo Valdemarin, Fabio Metitieri...
Proviamo, in cinque (correggibili) punti. I giornali del futuro:
a. Sapranno che la relazione con il pubblico è cambiata: non c'è più solo chi produce l'informazione da una parte e chi ne fruisce dall'altra. C'è un gruppo di produttori-consumatori di informazioni che crea una nuova dimensione nella relazione tra i giornali e il loro contesto.
b. I giornali di successo sapranno ascoltare non solo il pubblico nella sua segmentazione descritta dal marketing; e non solo le fonti di notizie nella gerarchia di importanza decifrata dai giornalisti: sapranno ascoltare anche il pubblico che attivamente produce informazione, elaborando e discutendo opinioni, scovando e verificando fatti.
c. All'ascolto del pubblico attivo dedicheranno tempo (parecchio) tutti i giornalisti (interessati a qualunque tema) che vogliano scoprire informazioni da verificare oppure che vogliano provare la solidità delle loro opinioni discorrendone online con blogger di valore.
d. Per il pubblico non attivo (che resterà fatalmente maggioritario) i blogger tenderanno a essere un modo per sottolineare i pezzi migliori dei giornali attraverso meccanismi di citazione e critica (sempre più efficienti) che influiranno sulla rilevanza dei giornali in base alla logica dei motori di ricerca e dagli altri modi di farsi trovare online.
e. Il ruolo dei giornali si farà più "puro": nel senso che dovranno agire secondo un metodo che si dimostri in grado di far emergere l'informazione più verificata e credibile. O comunque dovranno dichiarare la loro linea editoriale e attenersi ad essa. Altrimenti non saranno dissimili da ogni altro canale di informazione. Ma la forza di quel metodo dovrà essere affinata continuamente sul campo.
Non sarà facile. L'emergere di questo tipo di giornali sarà un fenomeno pieno di tensioni e incomprensioni. Con tante avanzate e forse qualche fatale ritorno all'indietro... Si vedrà...

Qui un mio commento.
I blog, in Italia, per molto tempo ancora saranno qualcosa di nicchia. Hanno un unico pregio: evidenziare alcune notizie, molto spesso riportandole, quasi mai sono fonti di notizia. I giornali devono essere fonte di notizia (i quotidiani) e di approfondimento ( settimanali e mensili). Il blog, quindi, finiscono irrimediabilmente in mezzo. L'informazione su Internet, quindi, copre tutta la filiera, perché anticipa i quotidiani, fa rimbalzare le notizie, rilancia le notizie apparse sui quotidiani, le approfondisce prima dei settimanali, rilancia e discute sugli approfondimenti dei settimanali e mensili e fa vivere la notizia, nel caso sia sostanziosa, nel tempo, anche grazie ai motori di ricerca.
Da qui, riuscire a capire quale sarà il futuro dei giornali, non mi è dato saperlo.
Pensiamo ad un quotidiano come il Sole 24 Ore (visto che ti riguarda): se ogni notizia potesse essere commentabile, chi leggerebbe quel mare di informazioni? E come si potrebbe fare a selezionare i messaggi interessanti da quelli inutili o che semplicemente fanno polemica? Per questo motivo, il mio blog non prevede commenti: vuoi dirmi qualcosa, allora mi scrivi. Se è poi interessante, lo pubblico.
Non è democratico, ma tiene lontani i zizzaniosi. E non crea entropia di informazione.
Il pubblico non si divide, secondo me in attivo o passivo. Chi è attivo, parlando come editore o giornalista, è un mio lettore, quindi mi da da vivere. Perché se non non è un mio lettore non è realmente attivo, ma diventa fonte o stimolo al mio lavoro. Cosa ben diversa. Insomma, il lavoro del giornalista, come lo dipinge qualcuno diventa molto più complicato. In realtà, basta un computer, un lettore di feed e un po' di voglia di navigare. Senza alzare il sedere dalla sedia. Non capisco la difficoltà.
Il giornalista è un mediatore. Lo è sempre stato. Lo sarà sempre. Quelli che fanno opinione sono pochi. E si contano.

Xbox: software in licenza?

Le dichiarazioni fatte in Asia da Bill Gates sulla decisione di Microsoft di fornire le licenze di Xbox fanno molto discutere. A qualcuno ho risposto via email, ma forse è bene che renda pubblico il mio pensiero a riguardo.
Xbox non è un successo ecclatante per Microsoft, ha sofferto molto per imporsi (relativamente). Per Redmond, il problema è il costo della piattaforma hardware, visto che dai giochi, indipendentemente da chi li produce, prende una royalty e quindi è come un vitalizio.
Pensare di cedere il codice di Xbox, di fatto il suo sistema operativo, permetterebbe di creare Xbox alternative, senza costo per Microsoft, anzi, con un guadagno netto (si trata di licenza, quindi qualcosa che conoscono molto bene).
PlayStation ha un sistema che è proprietario, in termini hardware. Xbox, altrettanto, solo che è in pratica un PC a tutti gli effetti. Quindi poter cedere la licenza, senza accollarsi i costi di produzione, distribuzione e post vendita (chiamiamola assistenza) è un vantaggio notevole, anche a livello di strategia competitiva.
Inoltre, Xbox 360 sarà un Windows Media Center a tutti gli effetti, con una rivoluzione importante per il mondo dell'intrattenimento.
Mi pare, quindi, del tutto ovvio il ragionamento di Bill Gates di pensare a forme di licenza del software Xbox. e mi pare anche che si tratti di una scelta vincente.
Ma c'è un ma.
Non è facilmente applicabile. Prima di tutto per problemi di pirateria, che diverrebbe ingestibile (basta che un produttore metta in circolazione un clone di Xbox craccabile che si creerebbe il casino), poi per controllo sulla qualità dei giochi, la loro resa video e la velocità d'azione.
Problemini non trascurabili per Bill Gates, a cui, certamente, potrebbero dare una risposta in tempi rapidi. Ne hanno le potenzialità.