martedì 29 marzo 2011

La cover dell'iPad2

Potrei tessere le lodi dell'iPad2 in questo post, ma non sarà così.
Da qualche tempo suono con GarageBand con il primo iPad e quindi una delle due applicazioni "pilota" me la sono già goduta (ed è una vera goduria). Per iMovie, preferisco che i video vengano montati da altri, ma mi cimenterò a breve.
La cosa che mi ha colpito di più dell'iPad2 non è lo spessore, non è la potenza (le apps che la sfruttano sono ancora poche, ma Real Racing HD è veramente diverso tra i due prodotti Apple), ma è la cover.
Questo oggetto è una perla di tecnologia di cui si devono tessere le lodi.
Contrariamente a quanto scritto da molti, non ha un potere di pulire lo schermo automaticamente, ma la microfobra va leggermente "strusciata", ma non è nemmeno quello il punto di forza.
La "genialata" è la cover che si "incolla" sull'iPad2, trova la propria posizione e quindi si appiccica in maniera sicura, tanto che possiamo sollevare l'iPad proprio tenendolo dalla cover.
Non so quante volte vi sia mai capitato di imbattervi in una soluzione tanto semplice quanto geniale e funzionale.
La cover protegge, fronte e retro, pulisce, si piega per agevolare la visione, il tutto con un sistema magnetico.
La cover mette in mostra il design dell'iPad2, non lo nasconde come la versione Apple precedente.
Una soluzione veramente geniale, ripeto, con addirittura la possibilità di impugnarla saldamente per leggere come si trattasse di un libro.
Adesso starete pensando che io sia improvvisamente impazzito (o forse lo ero già, non ricordo!), ma l'iPad2 ha trovato un oggetto di corredo che diventa importante quanto l'oggetto stesso.
I maligni sosterranno che a Cupertino hanno già fatto un'operazione simile, con le cover per l'iPhone 4.
Io dico che è la prima volta che un oggetto tecnologico porta con se un'innovazione così interessante che non sia contenuta direttamente in esso.
In fondo, di cover per ogni oggetto, dai cellulari in su, ne abbiamo viste tante.
Già solo il fatto che accenda e spenga è un risultato, che poi sia multifunzione e autoinstallante è veramente troppo.
 

venerdì 25 marzo 2011

Open Source e Android: devo indagare

Google ha fatto di Android un cavallo di battaglia, nonché di Troia per entrare nel mercato degli smartphone.
Sentire dire che il codice non sarà più disponibile a tutti ma solo su richiesta, mi lascia francamente, anche se solo per un attimo, interdetto.
Le battaglie contro il software chiuso perdono colpi?
Come ho sempre sostenuto negli anni, il tema della sicurezza è fondamentale per le aziende, e non solo.
Bisogna capire se è il business model in crisi (vedi soprattutto la vicenda Sun) o una creazione di valore / protezione.
L'Open Source, anche per Google, non è più una garanzia. D'altronde, Google ha sempre protetto con vigore le proprie attività e Android era un'eccezione.
Un gol per Microsoft e Apple, segnato in rovesciata all'incrocio.
Un gol che verrà ricordato a lungo.
 

Appunti, tra ecommerce e Gaming

Settimana importante.
Amazon apre gli uffici in Italia e, come se non bastasse, un punto di distribuzione/assemblaggio degli ordini.
La notizia è significativa: per il leader mondiale, l'Italia inizia a essere un mercato interessante per l'ecommerce, un mercato su cui investire.
Oggi poi escono l'iPad2 e il Nintendo 3DS.
Se sul primo è inutile soffermarmi, vale la pena ribadire la mia posizione, cioè che questo è il prodotto sognato lo scorso anno da Jobs. E' bene anche dire che la prima versione vede un abbassamento di prezzo significativo per un prodotto tutt'altro che obsoleto.
Sul Nintendo 3DS, invece, stiamo parlando di una vera e propria rivoluzione in palmo di mano.
Conoscendo la diffusione dei prodotti Nintendo, il 3D diventerà veramente pane quotidiano per i teenager, e non solo.
Questo influenzerà, volenti o nolenti, il futuro dei contenuti tra 5/20 anni.
Non rendersene conto è veramente preoccupante.

giovedì 24 marzo 2011

Apps e il celodurismo

Io ho più apps di te.
Ma io ne ho di più che arrivano tutti i giorni.
Il mio market place è più semplice del tuo.
 
Potrei andare avanti all'infinito.
La battaglia delle apps e dei market place è appena iniziata, ma già tutti stanno affilando le unghie.
Amazon è entrata in campo e ha fatto arrabbiare subito tutti.
Nokia sembrava stare alla finestra ma nel frattempo Ovi sta procedendo alla grande.
Microsoft infila apps a tutt'andare, come Samsung, e anche BlackBerry non scherza.
La fetta di mercato, in termini di immagine e di fatturato, è importante, ma francamente, il mercato non è maturo, visto che non c'è interoperabilità per le apps.
Tanto rumore per nulla o apps come nuova forma di marketing per i prodotti?
Dai, l'avrete vista anche voi la slide di Jobs con 65.000 mila apps per iPad contro le 200 per i pad Android.
Ma agli utenti, ci pensa mai qualcuno?

martedì 22 marzo 2011

Strane voci su iPad2

Circolano strane voci sull'uscita in Europa dell'iPad 2.
Voci incontrollate e assolutamente prive di ogni fondamento, nel senso che la data del 25 marzo, ossia questo venerdì è confermatissima.
Anzi, l'inizio delle vendite posticipto alle 5 del pomeriggio, avrà un effetto veramente all'americana, soprattutto per gli Apple Store di Carugate e di Roma, di Torino e di Bergamo.
Non si riesce a comprendere da dove sorgano certe informazioni, ma Apple ha straconfermato la data...
Mistero della rete.

mercoledì 16 marzo 2011

Il QR Code è morto?

Ieri tre telefonate di redazioni che mi chiedono se il QR Code è morto, visto che ci sono esempi in cui una persona fotografa una pubblicità, la invia e riceve una mail con tutte le informazioni che vuole.
Premesso che non sono affatto un fan del QR Code, quel bruttissimo quadrato bianco "pixellato" di nero che, una volta inquadrato da un applicativo su cellulare, manda immediatamente l'utente a navigare su una pagina web di informazioni (ma non succede sempre, mica tutti sanno cos'è una landing page!), direi che non è morto per niente.
Il sistema, se l'utente ha un piano tariffario che consente la navigazione via cellulare o semplicemente con il wi-fi, è pratico e veloce, ma soprattutto funziona immediatamente.
Un sistema che preveda la scansione e quindi il riconoscimento di una pubblicità non è la stessa cosa: devo inviare l'immagine a un database che mi identifica, interpreta e mi risponde. Tempi lunghi, cessione di informazioni personali, scomodità nel passare alla consultazione della mail.
Unico vantaggio: le informazioni sono disponibili e ricordabili, visibili anche sui computer.
Ma è proprio l'unico.
Il QR Code è antipatico e antiestetico, ma certamente efficace.
Panorama, invece, usa i codici Microsoft: meno standard, quindi ancor più antipatici come VHS e Betamax. Ma pur sempre efficaci.
 

lunedì 14 marzo 2011

"Napoletoni" ritornano: avranno "la faccia incazzata"?

Luciani per Telecom Italia è un incubo.
Passato alla storia della rete per "Napoletone" e il suo capolavoro tattico a Waterloo (http://www.youtube.com/watch?v=3T-z2V9xhgo), non appena diventato direttore generale dell'azienda di Bernabè (si fa per dire di Bernabè viste le discussioni tra gli azionisti), salta fuori una vicenda poco pulita di sim finte create per falsare i bilanci.
Siccome il "ragazzo" era stato mandato in "esilio" in Sud America per espiare la colpa della citazione sbagliata, c'è chi si sta chiedendo se anche lì abbia "lavorato" sulle sim per ottenere risultati eccezionali.
Ovviamente stiamo parlando di indagini, non di fatti provati con conclusioni processuali, ma gli azionisti e anche clienti, si pongono molte domande sul web.
Chissà se Luciani "sta respirando aria di sfiducia"... non è che "la gente si inventa dei film che sono tutte cazzate"?
 

sabato 12 marzo 2011

Facebook e i minori di tredici anni

Facebook sarebbe un social network per i maggiori di 13 anni.
Dico sarebbe perché è cosí facile barare sull'età che ormai gli
iscritti che fanno le elemntari non si contano più.
Premesso che i genitori devono vigilare sulla navigazione dei minori,
soprattutto fino alle medie, va ricordato che il pericolo di un uso
improprio della rete non è cosí remoto.
Infatti, basta usare un falso account per influenzare i ragazzi a
livello sessuale o a livello di scelte "da adulti".
Vigilare non significa controllare a vista, ma fare attenzione.
Ma il digital divide non aiuta di certo.
Come non aiuta dare la colpa a Facebook.

mercoledì 9 marzo 2011

martedì 8 marzo 2011

1 miliardo per Nokia da Microsoft

Quando parlavo di occasioni perse, mi riferivo anche, se non soprattutto a Windows Phone 7.
La notizia che sta circolando sulla rete di un miliardo di dollari per soccorrere Nokia mi pare così folle da arrivare a non crederci.
Se Microsoft fornisce ossigeno a Nokia, perché è stata Nokia a menare la danza?
Se Microsoft ha acquistato quote di mercato, perché a Barcellona non ha fatto niente per dimostrare che la propria tecnologia è nettamente in vantaggio per quanto riguarda sicurezza e imprese?
E' evidente che stiamo parlando di occasioni perse.
Non c'è dubbio.
Se poi mettiamo che il budget per il lancio di Windows Phone 7 è stato pagato dalle varie divisioni dell'azienda, c'è qualcosa che non va.
Dopo il lancio di novembre, Windows Phone 7 è scivolato fuori dalla comunicazione e se vai in un centro commerciale sfido chiunque a trovare un Windows Phone...
Occasioni davvero perse.

venerdì 4 marzo 2011

Occasioni perse (ancora?)

Ricevo e volentieri pubblico un commento via mail, depurato in qualche linea e del nome dell'autore (su esplicita richiesta).
 
[..] Il tuo post su Microsoft mi ha fatto riflettere [..].
Quante volte l'ICT ha sprecato delle occasioni nella sua breve storia? Microsoft si trovava in uno stato di grazia incredibile, con vantaggi competitivi enormi da qualche mese, ben prima di novembre, ma si è dimostrata antica nell'approccio. [..]
Mi ha fatto tenerezza Ballmer a Las Vegas parlare di passato e rispolverare un futuro che in un anno non è stato capace di tradurre in prodotto. Un'azienda abbandonata alla retorica, che innova ma fatica far virare perché da i battelli sono irraggiungibili dalle corazzate.
Ho ripensato soprattutto a Windows Phone, un sistema operativo per cellulari gradevole ed efficiente come non se ne vedevano da anni, per intenderci dalla versione 4 del Blackberry, l'unico sicuro veramente per custodire e connettersi ai dati aziendali.
Eppure che cosa ha mostrato Microsoft dei Windows Phone? Una campagna d'affissione pazzesca con Vodafone, pensata per il consumer, senza spiegarne i vantaggi tecnici. [..] Se si segue l'iPhone sul suo territorio come si può pensare di vincere con un prodotto che non è almeno 10 volte superiore? Apple, ieri, presentando l'iPad 2 non ha spostato l'asticella, ma ha teso una trappola ai concorrenti: 65.000 applicazioni contro 100. Bravissimi nel distogliere l'attenzione, ma i contenuti innovativi dove sono? Nell'iPhone, che nel frattempo diventa un router wi-fi!
[..] mi duole dire che Microsoft sta sbagliando, ma è iequivocabilmente così. La mia visibilità è certamente limitata rispetto alla tua, ma mi accorgo che non sta più portando innovazione vera alle aziende e questo non è un bene.
 
 
Sono convinto che Microsoft si trovi tutt'ora in uno stato di grazia, sebbene la spinta sia meno evidente, altrimenti non avrei scritto di occasioni perse ma di occasioni buttate in mare: quelle perse si possono ritrovare intatte o poco rovinate, quelle in mare, se va bene, riportano l'oggetto trasfigurato.
Premesso che non credo che Microsoft stia sbagliando quanto che non stia muovendosi con la necessaria incisività. Mi spiego meglio: la forza di Microsoft è avere veramente un mare di sviluppatori che è pronto a creare una soluzione, anzi più d'una, a ogni sorta di problema.  Questo, però, diventa un limite nel momento in cui ti ritrovi in una fase di passaggio che rappresenta una rottura con il passato.
Prima di tutto la nuvola, ma anche i servizi. Il consumer, in questi anni, sta procedendo a una velocità pazzesca e sta entrando nel mondo business, ma questo non solo non è pronto, ma ne subisce l'onda in modo non organico.
Chi sta nel consumer, con gli errori ma anche con tanta esperienza maturata, deve essere in grado di guidare questa trasformazione del business e, lo dico senza vergogna, non vedo altri player che possano farlo.
Se scrivo dei post così accalorati è perché ritengo necessario un intervento più deciso, stiamo uscendo da una pesante crisi economica (forse ci avviamo ad entrare in un'altra ma questo è un altro paio di maniche) e credo che le aziende, i manager, i professionisti e i lavoratori possa aspirare ad avere di più. Non sto dicendo che le soluzioni Microsoft siano le migliori o lo stato dell'arte, ma l'azienda deve assumersi un ruolo guida, senza trasformarsi in una nuova azienda di mera consulenza, come non è mai stata una mera "vendiscatole".
Io una ricetta non ce l'ho, se l'avessi l'avrei già venduta, ma è chiaro che per l'ICT italiano serve una mossa. Meglio una scossa.
Credo, soprattutto, che ci sia la necessità di parlarne.

mercoledì 2 marzo 2011

Il cambio di marcia (ancora sulle occasioni perse di Microsoft)

Il post di ieri ha aperto uno strano dibattito, anche divertente, non tanto su Microsoft, ma piuttosto sull'innovazione.
Innovazione vera: di prodotti, di processi, di servizi.
Innovazione di cui ci si riempiono la bocca e le bacheche, ma che latita nei gangli produttivi del paese.
Innovazione che non appartiene solo a Microsoft, ovviamente, ma anche a tanti altri brand (so che pensate a Apple in questo momento, io penso anche a tante realtà italiane che producono soluzioni efficienti a problemi di business realiI).
Io torno a "picchiare" su Microsoft perché è la punta di diamante per il comparto ICT e non conta il discorso software proprietario o libero perché non è il punto in questo dibattito.
Serve una spinta per il paese e la spinta la può dare chi ha i mezzi, quindi le grandi imprese. Piaccia o non piaccia, è così.
Non è un problema ideologico, scrivo da un terminale che monta una specie di Linux, quindi libero per definizione, mi servo del meglio in circolazione indipendentemente dai marchi, ma è fondamentale che vi sia un forte spinta a innovare i processi nelle imprese.
Microsoft, come IBM, SAP, Oracle, ecc., hanno un ruolo fondamentale nel cercare di cambiare le cose, non solo fare il loro business.
Non nego di aver sentito, anche al telefono, molti, anche di Microsoft, ma credo di aver stimolato una discussione sull'innovazione che non è fatta da pionieri, da mille e non più mille, ma da persone che lavorano insieme per migliorare le cose.
Microsoft, dicevo.
In tanti sostengono che a Redmond non abbiano spinto nelle aziende prodotti come Windows 7 e su questo concordo: inorridisco nel vedere Windows XP girare su notebook dual core! In tantissimi indicavano il nuovo Office come l'emblema del flop mediatico dell'azienda di Ballmer.
Facile trovare a posteriori i problemi, più difficile segnalarli in corsa e mi sembra di aver avanzato dubbi sulla comunicazione del Service Pack, tra i pochi (all'inizio solo i e Rob Peegoraro del Washington Post!).
Se sull'anima "business" tutti conoscono l'approccio, passando dai partner, sconcerta molti il lato consumer. 
Il passaggio al cloud computing non può essere immediato per le imprese, ma l'offerta Microsoft è certamente interessante e all'avanguardia, di certo conveniente in termini economici, comunque paragonabile in termini di costi con la concorrenza (poi bisognerebbe essere capaci di calcolare il valore aggiunto ma entriamo in altri ambiti che ci distoglierebbero dal discorso).
Pensiamo all'innovazione in termini di benefici finanziari e quindi di bilancio passando dal possesso di prodotti a licenze con fee, quindi assimilabili al noleggio.
Microsoft soffre, però, una concorrenza "debole" e settoriale che riesce comunque a raggiungere il proprio target e fare business. Perché non puntare a prodotti consumer per promuovere la nuvola? In fondo Hotmail è utilizzato da milioni e milioni di utenti, il grimaldello ci sarebbe... SkyDrive, ottima soluzione, è troppo debole e il suo Office poco pubblicizzato (sebbene gratuito).
Figuriamoci cosa può accadere a Office365, l'offerta per le imprese se non supportata a dovere? Un DropBox, in definitiva, ben integrato con gli strumenti di produttività.
C'è da rimboccarsi le maniche. Forse la scelta di utilizzare i canali di comunicazione interni non funziona a dovere.
Forse non essersi concentrati sulle Apps è penalizzante?
Bisogna cambiare passo. Il discorso riguarda Microsoft nello specifico, ma anche le altre major di quest'industria, nessuna esclusa.
Arrivo poi a Kinect, il prodotto rivoluzionario dell'anno per il mercato dei videogames, ma non è stato minimamente supportato da titoli d'eccellenza.
Forse nessuno credeva al successo e alla reale funzionalità, fatto sta che i migliori titoli (che sono stati solo 2) sono entrati in classifica generale in ogni paese, ma poi la carenza di offerta sta facendo raffreddare l'entusiasmo e le energie in promozione nei punti vendita.
Certo, per Microsoft conta vendere le scatole con le camere a infrarossi, ma se l'ecosistema fosse stato migliore il successo sarebbe stato devastante per i concorrenti.
Ecco, l'ecosistema oggi è forse l'anello debole della catena.
I partner, in una fase di consumerizzazione dell'offerta, dovrebbero fare un salto di qualità.
L'informatica non è più in un ghetto nelle aziende, ma gli informatici lavorano ancora troppo a compartimenti stagni.
Sono disponibile a parlarne ovunque e con chiunque.
E' ora di cambiare marcia e guardare a un futuro diverso.

martedì 1 marzo 2011

La Microsoft delle occasioni perse

Qualche tempo fa, in una serata tra blogger (a cui non partecipo mai, ma Marco Massarotto è stato convincente, come Carlo del resto), avevo parlato a Pietro Scott Jovane e a tutto il management Microsoft, di come avrei vissuto questi 100 giorni se al comando ci fossi stato io.
Avevo elencato il periodo fortunato, anche se avevo usato un francesismo: Kinect, Phone, Windows, Cloud e web.
Eppure, in questi 100 giorni l'azienda è stata pressoché inerme, ebra del successo forse, ma incapace di cavalcare la vera innovazione, sferzata dai tablet con Android, dalla mancanza di Copia e Incolla nei cellulari, da un'offerta cloud che non coinvolge le aziende, da videogames che non arrivano più sul mercato.
100 giorni che non saranno stati "buttati nel cesso", ma che hanno visto rispuntare quella retorica da primi della classe che tanto ha infastidito negli anni gli utenti, mentre con l'umiltà e l'innovazione hanno creato prodotti interessanti, alcuni come Kinect rivoluzionari perché rappresentano un punto di rottura con il passato.
La vicenda degli aggiornamenti di Windows Phone 7 e il service pack 1 di Windows 7, poi, rappresentano l'emblema di come l'azienda abbia perso quella forza diromente del marketing dei prodotti e per assecondare la necessità di non sconvolgere gli utenti.
Gli altri sembrano correre alla velocità della luce, presentano persino le beta degli aggiornamenti come se si trattasse di evoluzioni della specie, mentre Microsoft si ferma a guardarsi indietro o a specchiarsi.
Emblematico, poi, il Service Pack 1 di Windows che riguarda, in fondo, solo qualche milione di utenti: non è nemmeno menzionato nel blog ufficiale (a proposito, buon compleanno) di Microsoft Italia.
L'innovazione non si fa a parole come qualcuno vuole farci credere, ma nemmeno senza parlarne.
A proposito: Azure è gratis fino al 30 giugno per chi vuole sperimentare la programmazione sulla nuvola.
Avevate visto la comunicazione?