giovedì 31 maggio 2018

La rivincita di Microsoft (che sorpassa Google)

Microsoft è attualmente la terza azienda con il valore di borsa più alto, dopo Apple e Amazon.
Infatti, ha superato Alphabet, casa madre di Google capitalizzando 753 miliardi di dollari contro i "soli" 739 di Google.


Un posto riconquistato dopo quattro anni di fatiche, ossia dalla rinascita di Satya Nadella e la dipartita di Steve Ballmer.
Il futuro sembrava scritto per le FAGA (Facebook, Apple, Google e Amazon), ma i bilanci e le linee di business dicono cose diverse.
Escludendo Amazon che è veramente ecclettica, i bilanci delle altre tre sono fortemente indirizzati da un solo prodotto.
Apple e l'iPhone, Google e Facebook con la pubblicità.
La differenza per Microsoft è il bilanciamento tra il mondo cloud, i sistemi operativi e dispositivi e infine "il mondo office".
Una crescita costante, in questi anni ha raddoppiato il valore di borsa, che dimostra che l'azienda è ancora viva.


E' cambiata? Nelle persone, soprattutto in Italia, nella proposizione e nei servizi offerti e magari non sempre in meglio, ma spesso è il mercato a far compiere le scelte di business, le occasioni e le opportunità che si possono compiere. In questi anni è entrata e uscita da segmenti con facilità e perdendo cifre importanti, ma è sempre lì a studiare le occasioni.
Ha margine di miglioramento in tante aree, partner solidi su cui fare affidamento ed è proprio da qui che potrebbe nascere la scalata al secondo posto, in fondo Amazon è capitalizzata solo 29 miliardi di dollari in più.
Quel solo è perché la cifra, 30 miliardi, corrisponde a una manovra finanziaria correttiva tipica italiana. Ci rendiamo conto?

mercoledì 30 maggio 2018

Iliad e i leoni da tastiera (che parlano senza avere nemmeno la SIM): storia di surrealismo social



Iliad ha lanciato la sua offerta.




Ho postato qualche piccolo disguido, avendo preso la SIM attraverso la macchinetta automatica SimBox.


Niente di preoccupante, difficile da configurare la portabilità (non l'avrei comunque fatta), qualche difficoltà con alcune carte di credito, ma soprattutto la mail con Login e Password vuote per accedere al pannello di controllo della Sim (utile anche per fare il passaggio dell'operatore entro le 48 ore, così dicono).


In qualche "gruppo" mi sono beccato una rafficata di insulti del tutto gratuiti, con tanto di "pagato da TIM e Vodafone" per dimostrare che sono degli incapaci.
Ringrazio ovviamente per l'attenzione, ma raccontare quanto avviene va parte del mio mestiere. Io parlo, la Sim ce l'ho, la connessione è davvero in 4G (a Milano), non l'ho ancora provata fuori porta, il servizio clienti ha risposto nel giro di mezz'ora alle mie richieste.
Sono peccati di gioventù, era il giorno ZERO.
Chi critica lo fa per partito preso, ma non è ancora cliente. Quindi perché lo fa?
Non è una polemica sterile. Perché per sentirsi superiori, importanti, considerati?
A me francamente non frega niente se mi insultano, soprattutto se sto facendo il mio lavoro di osservatore critico, il più possibile corretto. Non ho detto guarda questi che cosa fanno, ho detto, bene ma non benissimo e lasciamoli lavorare.
Tutto qui. E dove sarebbe il mio "livore nei confronti di un operatore che finalmente è dalla parte dei consumatori?". Per un attimo ho creduto che fosse qualcuno dell'azienda, ma mi hanno detto che non era così e mi hanno ringraziato per aver segnalato per primo l'errore nell'invio delle credenziali.
In buona sostanza: l'azienda mi ringrazia per aver segnalato il disservizio e i clienti probabili, possibili e comunque futuri mi insultano.
Verso surrealismo social!


venerdì 25 maggio 2018

E quell'austriaco col GDPR in mano è partito all'attacco di Facebook e Google (per quasi 8 milioni di euro)

Il GDPR è qui, e ci resterà.
In Italia è un po' nel limbo a causa dei parlamentari lenti, che si sono dati fino al 21 agosto (ma le camere non sono chiuse?) per definirlo, ma c'è, è in vigore.
Una volta lanciato il regolamento, qualcuno ha deciso di attaccare le due major con una causa molto corposa.


Alle 00:06 del 25 maggio. l'attivista ha inviato una richiesta al "garante europeo".



Si tratta quindi di Max Schrems, appartenente a “None of your business” (il nome è già un programma: non sono affari tuoi), che è un’associazione no profit.

Gli accusati sono il sistema operativo Android, Facebook, Whatsapp e Instagram.
Ma di cosa sono state accusate? Di consenso forzato, ossia di aver tempestato gli utenti per ottenere l'accesso alle applicazione fornendo il consenso all'uso dei propri dati.

Domanda: ma quante mail hai ricevuto in questi giorni che parlavano di privacy, rispetto, "restiamo in contatto"? Tutti servizi che, probabilmente, non avevano ottenuto il consenso con la precedente legge sulla privacy. E sì, perché se per esempio si ha un nominativo iscritto a una newsletter, già precedentemente si doveva garantire sia la cancellazione sia l'accettazione, con un messaggio intermedio, della consapevolezza di cosa si sarebbe fatto con quei dati...

martedì 22 maggio 2018

Le 3 occasioni perse dall'Europa e da Facebook all'audizione di Bruxelles (senza tasse e neutralità)

Ieri Mark Zuckerberg è andato all'audizione presso il parlamento europeo.




Sia l'azienda sia i politici hanno perso diverse occasioni nonostante i toni trionfalistici.



Il parlamento europeo ha perso la più grande occasione (di sempre, per dirlo in modalità Apple) per dimostrare l'importanza e la centralità della propria funzione. Non entro nel merito delle domande poste e nemmeno sul tempo dell'audizione, ma sul fatto che il Ceo di Facebook ha risposto a domande inviate precedentemente. Dove sta l'indipendenza? La cosa più incredibile è che di fronte ad uno degli uomini più potenti della terra in questo momento (piaccia o no è così) dei politici siano così disponibili a piegare la testa, quasi più preoccupati di poter raggiungere il proprio elettorato con Facebook rispetto alle questioni serie. L'impressione che il Parlamento Europeo sia subordinato pesantemente e con meno potere rispetto a quelli nazionali è, di fatto, evidente anche dalle reazioni dei politici inglesi che pretendevano, a causa delle Brexit che pesa tantissimo sulle loro teste, un'audizione personalizzata.







Facebook si è scusata, Zuckerberg si scusa, "eravamo impegnati sulle minacce di virus" è una mossa troppo puerile mesi dopo lo scandalo Cambridge Analytica. Ora si doveva parlare di fatti, di futuro, di mosse concrete, sono passati 40 giorni dalle audizioni americane, ci si attendeva qualcosa di più.
"Fake news, interferenze esterne nelle elezioni e uso illecito dei dati degli utenti restano un problema grave. Ci vorrà tempo per operare i cambiamenti necessari ma sono impegnato a stanziare gli investimenti necessari per risolvere questi problemi"

Ma non è tutto.

L'errore più grande commesso da Zuckerberg e il parlamento europeo è stato quello di rivolgere l'attenzione alle PMI, alle piccole aziende, coloro che non possono fare a meno dell'occasione di sfruttare i canali a disposizione delle proprietà di Facebook.
Perché è un errore? Parlare del 6% di introiti pubblicitari, della presenza di applicazioni anche della concorrenza non aiuta la discussione per l'Antitrust, e il grafico di ComScore lo dice chiaramente, dati di marzo.




Facebook non è un elemento terzo, trae guadagno dalla pubblicità che queste aziende fanno sui social e, guarda caso, ogni anno trova il modo di cambiare gli algoritmi di visualizzazione dei contenuti per fare in modo che le aziende debbano spendere di più per mostrare i propri contenuti. Di questo non si è scusato.
Se Tajani e Zuckerberg avessero voluto fare bella figura, non avrebbero dovuto parlare solo di regolamenti e di investimenti in Europa (per l'intelligenza artificiale che porta vantaggi solo a Facebook), ma di neutralità della rete, di tassazione, di libertà dei cittadini.
Invece no.
Peccato.





Il GDPR: meglio conoscerlo

Non tutti sanno cos'è il GDPR, eppure è una legge importantissima, lato consumatori e lato aziende.

Ma serve a tutti?
Riassumo, per semplicità, questa immagine, pensata per la PA ma che vale per tutte le imprese.



È sufficiente dotarsi e utilizzare un software per risolvere i problemi di adeguamento al nuovo regolamento?


Il DPO è direttamente responsabile in caso di inosservanza del GDPR?

Bellsario un po' di chiarezza su alcuni punti controversi che riguardano ruolo e funzioni del responsabile per la protezione dei dati.



Ma cambia qualcosa rispetto alla vecchia legge sulla privacy?



Perchè il data breach diventa un problema?




Ma in termini di protezione del brand, cosa accadrà con il GDPR? E soprattutto, cosa accadrà a servizi come Whois?

domenica 20 maggio 2018

Facebook è capace di adattarsi

In tanti parlano di Facebook, della privacy, delle leggi presenti e future, ma pochi guardano le aziende e gli avvenimenti nel modo giusto.
Infatti, Facebook con Internet.org ha dimostrato di sapere imparare, di sapere ascoltare, anche se Zuckerberg resta un irrimediabile zuccone, ha sempre dimostrato di saper far cambiare direzione alla sua azienda, fin dall'inizio.
E' nel DNA, quindi, altro che la fine di Facebook.
Vi lascio una lettura interessante (è in inglese, ma comprensibile).


Se la cosa non vi convincesse, se ancora nutrite dubbi sulla potenza delle FANG (le iniziali dei principali unicorni borsistici di tecnologia), guardatevi questa grafica di ComScore che riguarda l'uso delle App in Italia.



Non siete convinti?

venerdì 11 maggio 2018

Un esempio di robotica

Si parla tanto di robotica, automazione.
Ma come sarà il magazzino del futuro?
Guardatevi questo video.



giovedì 10 maggio 2018

Un po' di ironia su Instadown (instagram down)

Instagram è stata down, ossia non raggiungibile, per qualche ora.
Un dramma sociale più che social.
Proviamo a riderci sopra.



Nessun gattino segregato e i piatti mangiati caldi appena portati!


mercoledì 9 maggio 2018

E se il franchising delle spedizioni incontrasse l'eCommerce? Il caso QuiPoste

Spedire, ricevere e garantire: questo è il problema.
Alla luce di quanto sta accadendo e di come cambiando le abitudini degli italiani, è del tutto normale che un operatore del settore logistica possa cercare nuove strade e nuovi profitti. Non è solo una questione di prezzi, quanto di servizi. Tracciabilità, gestione dei pacchi, ricerca dell'efficienza.
Tutto questo per parlare di QuiPoste, società che si occupa di frachising di uffici postali, garantisce servizi sia per privati sia per aziende. Dalle spedizioni ai servizi di pagamento, ma anche invio di lettere raccomandate, imballaggio e confezionamento pacchi, spedizioni nazionali e internazionali, pagamento di bollettini bancari MAVe RAV e altro ancora.



Una rete di servizi sul territorio che sfociano persino nella gstione dei prestiti o come risparmiare sulla bolletta di luce, gas, ADSL e telefono, grazie all'accordo siglato con Facile.it.
Attualmente, conta più di 60 affiliati in tutta Italia e il numero sta crescendo. QuiPoste ha lanciato la proposta di franchising alla fine del 2011, è una realtà tra le più conosciute del settore e offre ai franchisee una serie di vantaggi.
Per esempio, i servizi offerti da QuiPoste sono caratterizzati dall’elevato rapporto qualità/prezzo, dovuto all’elevata competitività dei prezzi offerti. Tutti i servizi di spedizione proposti da QuiPoste, offrono un sistema infallibile di tracciabilità dei pacchi gestito direttamente dall’ufficio che offre il servizio ed è visibile sul sito QuiPoste inserendo il codice operazione.



Le spedizioni con i corrieri sono gestite dai migliori del settore, e non opera solo sul territorio nazionale, ma raggiunge ogni parte del mondo con spedizioni via terra, aeree e anche via mare per grossi quantitativi a prezzi sempre più competitivi.
Per finire, è garantito un sistema di assistenza diretta e costante per ogni eventuale problematica. Operatori preparati gestiscono quotidianamente le richieste di assistenza ma anche le varie richieste informative che partono dai clienti. Insomma, usufruire dei servizi postali non sarà mai cosi semplice e piacevole.

Un po' di sano surrealismo tecnologico offerto gentilmente da Google

Ricapitolando: #google ha fatto in modo da avere un agente vocale che fa una chiamata reale per prendere un appuntamento dal parrucchiere.
Non bastava fare interagire il mio cellulare con il #calendar del negozio (una chiamata alle API, sai che lavoro) e quindi fissare appuntamento in un attimo senza disturbare nessuno?
#surrealismodigitale
Non ci credete, guardatevi il video.

giovedì 3 maggio 2018

Le novità di Facebook all'evento f8

F8 2018 segna il nuovo passaggio di Facebook.
Mark Zuckerberg si è presentato sul palco senza maglietta, ed è già il segno del cambiamento e rottura rispetto al passato.
Attenzione alla privacy, da un lato, nuove opportunità dall'altro.
Non è un caso che l'annuncio di un'app per il dating abbia fatto crollare del 20% il valore in borsa di Tinder.
Molta attenzione sull'intelligenza artificiale, sia per individuare le fake news, sia per bloccare i commenti molesti, ma anche per selezionare i post che potrebbero interessare gli utenti di Facebook, ma anche di Instagram.
E le video chiamate, ormai diventate fondamentali nel mercato USA, che su WhatsApp diventano di gruppo.