giovedì 23 settembre 2004

Su Xml, sistema informatico, standard, ...

Ricevo e volentieri pubblico un intervento di Claudio.
In linea di massima sono d'accordo con l'idea - o la filosofia - del maggior coinvolgimento possibile da parte di tutti gli attori (presenti e futuri) della rete. C'è però un piccolo problema. Possiamo farlo in Italia, magari coinvolgendo un numero impossibile di soggetti (persino milioni!), ma come la mettiamo con la normativa UE, con le leggi internazionali e con gli accordi transnazionali, con le regole del WTO e con il problema del copyright? Francamente, non credo che si possano ottenere risultati che, pur andando benissimo nell'orticello di casa propria, rischiano di fare a pugni con regole e e leggi internazionali. A meno che per "popolo della rete" non intendiamo una community internazionale o, per usare un termine caro ai radicali, transnazionale. Il problema è quindi un filino più complesso di quanto, pur con tutta la buona volontà del mondo possa essere affrontato a livello locale. Già far adottare l'open source a livello governativo all'interno dei paesi della UE sarebbe un passo in avanti, ma richiede quantomeno unità di intenti politici prima che economici. Quanti Paesi posseggono poi le competenze per gestirlo in modo efficace? E MS starebbe serena a guardare? Senza contare che le due famose cordate (il blog sotto)hanno come mission non la beneficenza e il benessere universale, ma il profitto e le quote di mercato. Il rischio è quello di arrivare a parafrasare Alberto Sordi: Armiamoci e partite!
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