In questi giorni sono stato bersagliato anche da una serie di email di persone che lavorano in Yahoo o che comunque hanno in simpatia il portale americano. Ebbene, tutti mi dicevano che la situazione italiana è drammatica, c'è una gran fuga di persone, che ci sono interventi "forti" e via di seguito.
Mi sono, per la verità, accapigliato un po' con i giornalisti di un portale, visto che avevano riportato i risultati eccellenti di Yahoo, spiegando che io ricevevo informazioni diametralmente opposte.
Ora trovo su 01net questa notizia. Quindi qualcosa di grosso bolle in pentola sul serio.
Mentre il mondo finanziario e la stessa corporation festeggiano per i buoni risultati dell'ultima trimestrale di Yahoo! non altrettanto possono fare i dipendenti della filiale italiana.
Dopo la terza riorganizzazione aziendale avvenuta nell'arco di sette mesi, in assenza di confronto e accordo interno, da dieci giorni i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione.
La protesta è espressione del difficile passaggio nel quale si trova l'azienda, dopo l'integrazione di Kelkoo e, soprattutto, in seguito ai radicali cambi manageriali che hanno portato Massimo Martini, già responsabile della filiale italiana di Kelkoo a prendere il posto di Alessandro Pegoraro al vertice di Yahoo! Italia e, a più alti livelli, Pierre Chappaz, co-fondatore e chief executive officer di Kelkoo, a ricoprire l'incarico di presidente della divisione consumer europea di Yahoo!, e Dominique Vidal, già direttore generale di Kelkoo, a ricoprire l'incarico di Ceo di Yahoo Europe.
La situazione si è ulteriormente inasprita due giorni fa, dopo il licenziamento della delegata sindacale dell'azienda.
Non sono andati giù leggeri. Anzi, potrebbe essere un mio articolo, visto che nella vita normale devo edulcorare i miei pensieri.
Io avevo scritto un post oltre un mese fa sui problemi italiani che avevo percepito.
Di certo non immaginavo una situazione esplosiva. E pensare che passo tutti i giorni davanti a Yahoo...