lunedì 11 aprile 2005

Cortocircuito

Mi è arrivato un comunicato stampa IULM e Radio Popolare, su di un convegno.
Riporto una frase:
Oggi, gli ascoltatori radiofonici sono quantitativamente paragonabili a quelli televisivi e ovunque c’è la ‘riscoperta’ della radio come mezzo di comunicazione di massa valido, affabile e di attualità. Il settore radiofonico, a livello internazionale, non ha subito la concentrazione oligopolistica che invece si è verificata, ad esempio, nel settore televisivo. Per questa ragione l’audience radiofonica risulta essere frammentata in numerosissimi soggetti. In quest’ottica, il convegno si pone l’obiettivo di analizzare, tra i diversi target, principalmente quelli locali (metropolitani) a vocazione informativa, con ascolti significativi e sparsi in varie parti del globo.
Per essere esperti di comunicazione, c'è un minimo di confusione: Mi son perso un pezzo, e lo dico perché di radio c'ho vissuto: la radio non è arrivata prima della TV? La si ascolta in macchina, mentre sei al lavoro, mentre sei al PC. Ma pazienza.
Mi manca il nesso tra le due frasi 1) Il settore radiofonico, a livello internazionale, non ha subito la concentrazione oligopolistica che invece si è verificata, ad esempio, nel settore televisivo. 2) Per questa ragione l’audience radiofonica risulta essere frammentata in numerosissimi soggetti.
Gli editori cosa c'entrano con i fruitori? Pazienza, io non sono un esperto di comunicazione.
Share: