C'è una nuova moda su internet: dare tutto per morto o comunque vecchio.
L'esperienza di un magazine atipico come
Business Community mi ha portato a scontrarmi con tutti i malcostumi di internet.
Il sito ha una grafica vecchia, lo sfondo è vecchio, la ricerca e il SEO sono vecchi, non avere link è vecchio, non hai "tuitter" e sei morto (lo cito testuale come me lo hanno scritto!), non hai l'applicazione Facebook allora non ti vede nessuno, i video su YouTube sono vecchi, ma come, hai un blog!, ...
La più divertente è: non hai l'applicazione iPad, allora non sei un giornale!
Su quest'ultima mi soffermerò a breve, ma farei un discorso generale.
Nessuno, in un mondo che cambia rapidamente e repentinamente come internet, ha delle ricette in tasca che può cucinare all'infinito.
C'è chi si è specializzato in un campo, chi nell'altro e in fondo confeziona fette di una grande torta a cui si aggiungono costantemente delle altre fette.
Ma nessuna fetta mangia le altre, si affiancano, allungano le dimensioni per fare in modo che il volume possa variare, ma non ho ancora visto fette sparire (non è esatta come affermazione ma sorvolo per semplificare).
La comunicazione, soprattutto, deve tenere conto di un mix di "processi" che possano fare in modo di colpire il target lasciando i contenuti il più possibile disponibili, modificabili, importabili, ...
Se si perde di vista l'ABC si tende a farsi prendere la mano da tutto ciò che è nuovo, per altro destinando risorse onerose per essere per forza i primi.
La ricerca della next thing su internet è qualcosa di pazzesco e vorrei citare qualche caso: dalla mail al web, dal web al blog e a Second Life, da YouTube a Facebook, da Facebook a Twitter, da Twitter a FourSquare, da FourSquare a ..., dal web alle applicazioni, ...
Una ricorsa costante che dura da anni e che risulta essere onerosa se non pensata a tavolino.
Ha senso correre a seguire il trend quando è facilmente ipotizzabile di assecondarlo?
Non ha senso ignorarlo, ma nemmeno abbandonare tutto per salire sul carro nuovo.
Se si ha presente un progetto di comunicazione preciso, sia esso di brand o di prodotto (la differenza dov'è?), si tratta solo di cavalcare delle opportunità che oggi la rete ci mette a disposizione.
Ma la rete, altro malcostume, non è il mondo e non è il Media: si deve inserire in un contesto più ampio che va dalla carta stampata alle radio e alle TV.
Oggi c'è una grande corsa verso le applicazioni che riguarda la carta stampata ma anche radio e TV.
A parte il vantaggio limitato che ha nell'immediato (per altro se fornisco gratuitamente qualcosa che faccio pagare in altro modo non compio un'iniziativa lodevole verso i miei affezionati fruitori), l'operazione tende a fornire un enorme vantaggio ai concorrenti che possono avere le informazioni in tempo reale, quindi reagire di conseguenza molto rapidamente e limitare il vantaggio che può avere un determinato scoop.
Se nei quotidiani la cosa si avverte in maniera limitata, nel senso che la scansione delle notizie è dettata dai lanci d'agenzia e dal sommario del TG delle venti, nei periodici si crea un meccanismo di copia che diventa quasi omologazione (come quella dei quotidiani), in cui si finisce per parlarsi addosso.
In questo meccanismo, per fortuna non ancora sviluppato nel nostro paese, ma ci arriveremo in fretta, si finisce per omologare l'offerta delle varie aziende.
Ce ne accorgiamo già che la comunicazione delle imprese, senza prendere i grandi nomi, è volta a rispondere in maniera tattica all'offerta dei concorrenti, tanto che si rischia che la tattica prenda il sopravvento e trasformi la strategia complessiva: se un concorrente comunica un taglio di prezzi sulla passata verace, i concorrenti reagiscono, se fanno cartelloni tendono a copiarli, se vanno in TV ci vanno anche a loro.
Oggi le aziende, quando trattano la pubblicità, cercano di utilizzare tutti i media. La cosa spiazza le concessionarie che, sebbene abbiano da tempo al loro interno una divisione dedicata, non sono in grado di offrire un pacchetto credibile.
Il risultato: all'interno si spartiscono in modo diverso i budget strappati al cliente, finendo con faticare a far quadrare i conti.
La carta è morta, vanno ripetendo.
Ma allora non è un'abitudine del web, è diventato un trend!
Video killed the radio star, non vi dice niente?
Forse bisogna tornare, ogni tanto, a guardare la torta.
Se non la vediamo, riprendiamo in mano le regole base.
Aiuta molto a capire l'oggi e intravedere qualcosa domani.
Giungo, dopo questo sermone, al punto iPad: Business Community non solo è ottimizzato per la fruizione su iPad anche offline (ammesso che si sia aperto il sito), ma essendo gratuito non ha bisogno di un'applicazione altrettanto gratuita.
Infatti, basta aggiungere il bookmark sulla home: comparirà un'icona del sito ottimizzata per iPad o iPhone... quando lo mostri si stupiscono tutti!
Ma allora non morirai!
Tié!!!!!