Vasta eco sta ricevendo sul web la discussione innescata sulla
neutralità della rete da Google e compagni.
In realtà, la neutralità della rete è da anni una frase roboante ma
non una realtà.
Senza spingerci su lidi stranieri, basta guardare nel nostro orticello
per accorgerci che da parecchio tempo chi porta la banda agli italiani
non è per niente neutrale.
Provider che favoriscono un certo tipo di traffico e ne rallentano
altri, soprattutto se si pensa ad aprire rubinetti p2p nelle ore
notturne per chiuderli di giorno, favorire il passaggio dello
streaming dei programmi televisivi sulla propria piattaforma contro lo
scambio di file di grandi dimensioni.
Per non parlare dei provider mobili, che offrono da sempre strade
differenti per le tipologie di utenti e per fruizione di contenuti.
Insomma, una pratica consolidata all'insaputa degli utenti. Ma si sa,
noi ci siamo abituati: ci vendono una connessione con una velocità di
punta dichiarata e mai raggiungibile e finora non ho visto insorgere
nessuno, nonostante vi siano tutte le premesse per una class action
con i fiocchi.
Mentre si parla di tutto questo in tutto il mondo, Telecom Italia apre
all 4G con una sperimentazione su scala territoriale.
La banda è quella che è, ho amici che si connettono ad internet dalle
località di villeggiatura solo grazie ad Eolo del mio amico Luca
Spada, chi non vede che connessioni 2G, chi si trova fuori copertura
con 3 e quindi spende spropositi per leggere, molto lentamente, almeno
le email più interessanti.
Vodafone e Repubblica, nel frattempo, aprono la strada del pagamento
attraverso operatore: sì, ma se ho una connessione 2G ci impiego un
giorno a scaricarmi il giornale che pagherei (i primi 15 giorni sono
gratis): come la mettiamo?
La rete non è neutrale da noi, e le tariffe non sono di certo vantaggiose.
Possibile che non si possa mettere mano in nessun modo al digital divide?
La risposta è semplice: per ovviare al problema offriamo internet a
velocità diverse in base a quello che si vuole da internet.
Ecco fatto, la neutralità per la connettività.
Diritti calpestati e utenti frustrati.