lunedì 15 novembre 2010

Paola Caruso e il giornalismo

L'attività del giornalista sta cambiando e Paola, con la sua protesta, ha aperto un dibattito da sempre sepolto.
Sepolto da editori, ma anche dai giornalisti nelle redazioni.
C'è un elemento in questa fase di crisi di questa professione: i giornali non li fanno solo i professionisti e non li fanno solo i collaboratori.
Se non si trova il mix, il prodotto è scadente, in tutti i sensi.
Ma soprattutto senza i collaboratori, che sono precari per definizione, non ci sarebbero i giornali e quindi anche i professionisti assunti diventano precari.
Il discorso di Paola, quindi, è certamente importante ma deve essere ampliato.
E le redazioni devono cambiare per avere un futuro. Nella testa, non solo nel modo di operare.
Il precariato, comunque è fastidioso, le ingiustizie, poi, vanno sempre combattute.
E' un problema di diritti negati, o meglio, di assenza di diritti.
E di tanta, tantissima ipocrisia che circonda la professione.
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