Mesi fa mi sono beccato del visionario negativo, del bastian contrario
e via dicendo perché sostenevo che i giornali su iPad erano un fuoco
di paglia, un effimero elemento nell'inesorabile declino dei giornali.
Siccome so riconoscere quando sbaglio, so anche capire quando ho
ragione a priori.
La chimera dei giornali su iPad è stata sbandierata in lungo e in
largo, ma se leggiamo i dati dei giornali venduti, ci accorgiamo che
il gran successo non c'è mai stato.
Wired, mica pizza e fichi, da 100.000 lettori si è attestato a 31.000
di media, con settembre a 23.000!
Vanity Fair, sempre per rimanere in CN, ha venduto meno di 9.000 copie
della versione iPad a novembre. Espresso, Panorama e Novella, tanto
per fare nomi nostrani, navigano nelle stesse acque.
Copie scarse per i quotidiani, non solo New York Time ma anche per gli
itakiani Repubblica, Corriere, Gazza e Sole.
Numeri che non giustificano gli investimenti e che non attirano
pubblicità (certo, la connivenza con i Centri Media aiuta a gonfiare
un po', ma le over commission sono più alte quindi è un affare per
tutti).
Esistono progetti interessanti, R7 o la Vita Nòva, ma la gratuità
risulta truccare i conti.
A Natale la base installata di iPad è aumentata, per cui ci sarà linfa
per un po', ma è ormai evidente che serve altro.
Apple, che lo ha capito, punta sulla propria piattaforma: costi bassi,
massima diffusione.
Ultima chance, oppure la partenza si un mercato vero e proprio?
Le variabili sono molte, ma forse, se la multimedialità sarà buona, ci
sono delle chance di successo.
Sebbene non tantissime.
Flipboard, nel frattempo, si sta proponendo agli editori come
piattaforma, raccogliendo anche la pubblicità.
Insomma, la battaglia, probabilmente, non è nemmeno iniziata!