lunedì 28 giugno 2004

L'Italia, l'informatica e le aziende (continua)

L'argomento che è stato toccato da questo blog, da Paolo Valdemarin e da altri tra blog e siti (cito tra tutti Folle.org che porta altri argomenti interessanti) sta pian piano riempiendo di messaggi la mia casella di posta.
La consulenza comunque pare essere il principale problema per l'introduzione di tecnologia presso le aziende italiane.
Davide mi dice che da quando abbiamo aperto una commessa per la realizzazione di un sistema informativo centralizzato per la nostra azienda, operante nel nord e nel centro, i costi preponderanti non sono da attribuire ai computer e alle soluzioni, quanto all'attività di consulenza delle aziende. Per non parlare degli esorbitanti listini delle grandi aziende.
Giulia cita che mi è stato proposto l'intervento di un consulente (azienda citata) alla tariffa di 4.000 euro per mezza giornata, che è venuto, non ha compreso i nostri problemi, risolti invece da una piccola società della nostra zona con una spesa di 250 euro.
Potrei andare avanti a lungo.
Il fatto è questo: le grandi aziende hanno sempre operato sul territorio con i partner e devo dire che, nel beno e nel male questo tipo di approccio ha funzionato piuttosto bene fino al 2002, comunque ha risolto il problema dell'anno duemila egregiamente e tutto il resto.
Questo sitema però, inizia a crollare di fronte a soluzioni sempre più difficili da vendere, sempre più sofisticate se si vuole, ma in cui la visione tra esigenza, soluzione e benefici è difficilmente comprensibile.
Perdendo d'occhio questo modo di proporsi, proponendo solo soluzioni standard (personalizzabili, per carità, ma standard e uguali per tutti), si è finito con il fare andare l'informatica nelle aziende ad una velocità molto inferiore rispetto ad altri paesi che ci sono attorno, in cui il tipo di approccio non è mai stato così fortemente decentralizzato da parte del settore ICT.
Il consulente poi non è detto che sia necessariamente un mega esperto di tutto, e anche affidandosi a nomi importanti non è necessariamente garantito il successo.
Linux dimostra come, dalla base, senza che ci fosse l'intervento di nessuno, si possano ottenere dei buoni risultati di business.
Quando spiego a qualcuno che esistono software che fanno quello di cui loro necessitano senza spendere migliaia di euro non ci credono, pensano subito alla fregatura. Pensiamo ad OpenOffice.org che risolve il problema di stesura di documenti in moltissime realtà italiane dove non è necessaria la potenza di Office di Microsoft, piuttosto a chi ha adottato Mosaico come software di base per la gestione aziendale.
Molti si preoccupano di Crm, SCM, DM, e altri acrinimi, ma in realtà sarebbe possibile gestire molti di questi processi con sistemi semplici: una piccola azienda, con tanti clienti, non necessita di un software estremamente complesso per attività che ora svolge con dei coumputer inadeguati. Basta un minimo di organizzazione dei dati, con costi abbordabili, per avere risultati tangibili ed immediati.
Ma vallo a spiegare a chi vende soluzioni per andare a fare commercio sulla luna con clienti iperinformatizzati.
Credo che per chi voglia entrare nel settore ci siano delle possibilità, anzi, non ho mai visto tante opportunità come in questo periodo. Ci vuole una ventata nuova, preparazione tecnica e tanta buona volontà.
La discussione continua. Qui, in altri blog, in altri siti. Scrivetemi.
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