martedì 1 giugno 2004

Caro Mazza ti scrivo...

Farò una provocazione. Il più inferocito sulle eventuali modifiche della Urbani è il direttore generale della Fimi Enzo Mazza.
Premetto che con questo signore ho avuto un acceso diverbio qualche anno fa ad un convegno, ma non per questo parto prevenuto. Ci vuol ben altro. Tipo quello che andrò a scrivere qui sotto.
Leggo dal Sole di oggi:
C'è chi pensa di regalare musica gratis dalla Rete per fini elettorali, ma purtroppo ci sono trattati internazionali da rispettare e il download per uso personale non esiste. Reato era e reato rimarrà.
Leggo dal sito della Fimi che dal 2000 il caolo del mercato è stato del 14% e che i prezzi dei CD sono calati del 7% nel 2003.
Allora, visto che stiamo parlando di numeri, andiamo avanti.
Il file sharing è calato vistosamente in Italia grazie alla Urbani. Ma non è stato debellato. Quantifichiamo in 60% il calo del P2P. Nel mese di maggio, voci di corridoio ben informate, mi dicono che sono stati venduti il 5% in meno di CD musicali, mentre il mercato dei DVD è cresciuto del 4%, prese le statistiche anno su anno.
Considerando una media mobile, il calo dei dischi è stato del 5,2% e i DVD sono cresciuti del 3,6%.
E questo, caro Mazza, come me lo spiega?
C'è un altro dato che deve spiegarmi: quanto costava un CD audio confezionato nel 2000 in fabbrica e quanto costa oggi?
Quanto costava un CD Audio medio nel 2000 e quanto costa oggi, visto che quotidiani e mensili, con gli allegati, distribuiscono a fiotte a prezzi modici buona musica?
Non pensa che una legge di quel tipo penalizzi quel 60% di utenti che non utilizzano il P2P e che di certo non si possono annoverare tra i pirati, mentre il resto, le vere mele marce del sistema, sfruttano l'ingenuità degli altri per fare dei quattrini?
Lo sa che venerdì ho girato per un mercato milanese e ho visto ben tre "bancarelle" che vendevano tarocchi, in uno dei quali sostava un vigile per un'acquisto?
Caro Mazza, se tutti quanti facessero come me, ossia non acquistassero più dischi ad oltranza, lei finirebbe in breve tempo in mezzo ad una strada e senza lavoro?
Mi spiega poi come mai sia la sua associazione e tutte quelle dei produttori in prima linea e non vedo autori schierati a favore di questa benedetta legge?
C'è una cosa interessante da segnalare.
Sul sito che promuovete e che avete appena aperto leggo, a caratteri cubitali, "Gli artisti sono comunque molto ricchi, scaricare qualche brano gratuitamente non li danneggerà." La maggioranza degli artisti NON è ricca. E non si tratta solo di qualche brano ma potenzialmente di tutto quanto sia stato mai registrato. Ma i più danneggiati sono gli artisti emergenti, perché non pagare la musica significa molti meno soldi da investire per loro.
Ma come, la rete, proprio per gli emergenti può essere una risorsa incredibile. Si possono promuovere cantanti e fare in modo che tutti possano ascoltare i loro brani. E poi gli artisti potrebbero guadagnare con i concerti, intanto si fanno conoscere in giro.
Faccio un paio di esempi ecclatanti: Elio e le storie tese, che negli anni 80 avevano cassettine pirata che giravano per le scuole milanesi e che facevano concerti sempre attesi, e poi le Vibrazioni, nati dalla forza dei concerti e non dal battage del marketing classico.
Come mai la Fimi non ha mai appoggiato progetti come quelli di Vitaminic con un pieno supporto, pur trattandosi di un sito assolutamente legale per la musica da scaricare e solo oggi si sveglia?
Perchè la Fimi non ha mai fatto proposte serie per la firma dei brani digitali legali?
Leggo anche “Ho sentito artisti sostenere che far scaricare gratuitamente la loro musica è la maniera migliore per farsi ascoltare, così promuovendo la propria musica ed aumentando le vendite.” Le ricerche dimostrano che scaricare e masterizzare tende di più a sostituire le vendite che a promuoverle. All'interno specificate che comunque non è vero che diffondere la musica gratuitamente promuove sempre le vendite di un brano o di un album. Le ricerche dimostrano che scaricare e masterizzare tende di più a sostituire le vendite che a promuoverle. Studi di mercato a livello internazionale dimostrano che un terzo delle persone che ricorrono al file-sharing spende meno nell'acquisto di musica da quando ha cominciato ad ottenerla gratuitamente. Dove sono i dati? Perchè non li citate? Perchè non li date alla stampa?
E' un po' come se mi si dicesse che il disco di Vasco non si acquista eprchè ogni due per tre ha un passaggio in radio. Ma come, l'assuefazione non è uno degli strumenti di marketing che meglio funzionano nel suo settore?
Immagino che non abbia il tempo per rispondere, o la voglia, ma i dati e tutto ciò che sta accadendo parlano chiaro.
E le domande sono rivolte da uno che da sempre è schierato per la salvaguardia del diritto d'autore, visto che campo con quello. Ma caro Mazza, non mi può dire che scaricare un file Mp3 registrato a 320 Kbs è uguale ad uno, per il preascolto, di 96 Kbs. Invece di combattere una guerra, perchè non cerca un accordo sulla modica quantità, come propongo da tempo su questo blog.
In certi casi, può essere utile salvare capra e cavoli.
Leggete, se avete voglia, questa pagina. Contiene l'intero articolo del Sole 24 ore e qualche considerazione in più. Attenzione: l'articolo è nell'inserto norme e tributi. Non aggiungo altro.
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