venerdì 8 ottobre 2004

La retata (?) sul P2P

Mi avete intasato la casella di posta con messaggi relativi alle prime denunce in Italia (ma a mano europea) sul P2P. Io ero, e sono ancora, tra i pochi che ha preso posizione netta sulla Urbani. Ma d'altro canto sono anche stato tra i pochi che ha detto che la storia del download illegale deve per forza di cose finire, o comunque ridimensionarsi. Una posizione che ho già troppe volte espresso e che non ho intenzione di riscrivere.
La retata europea sul P2P ha prodotto 28 casi nel Regno Unito, che per la prima volta vede coinvolti dei propri cittadini in download illegale (e qui ci sarà un bel can can).
Ma quelli che scaricano di più sarebbero i ... Danesi, che si sono beccati 170 denunce e complessivamente 300 quest'anno. Seguono poi tedeschi, austriaci, francesi... Noi fanalino di coda.
Se uno guardasse i dati, si potrebbe dire che in Italia la pirateria è ben poca cosa. Quindi, con questi dati, la Fimi e il Ministro Urbani come la mettono in relazione alla tassa sui supporti di memorizzazione? La realtà, lo sappiamo bene, non è questa. Ma servono dati. E i dati danno torto a Mazza e a De Laurentiis. E poi i casi denunciati in tutta Europa sono per grandi possessori di collezioni di file messi in condivisione. Insomma, dei professionisti del file sharing.
Ho parlato della tassa sui supporti. Ho fatto un'indagine presso distributori e grande distribuzione: c'è addirittura chi non è nemmeno a conoscenza della tassa, che per altro non viene quasi mai applicata. Complimenti ad Urbani di nuovo.


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