Cellulari e giochi
E' da un po' che sto lavorando a Xim. Lo faccio a tempo perso. Ma scopro, leggendo Reuters, che il mercato sta per esplodere. Riporto qui la notizia.
Le società di videogame e telefonia mobile stanno facendo soldi quest'anno con i clienti che usano il telefonino per eliminare gli invasori dello spazio o per una partita di golf virtuale, spingendo il mercato dei giochi sui telefonino a oltre un miliardo di dollari. Secondo uno studio della londinese Screen Digest, i giochi sui telefonini cresceranno di sei volte a 6,4 miliardi di dollari tra il 2004 e la fine di questo decennio. Attualmente, Giappone e Corea sono davanti ad America del Nord ed Europa come grandezza del mercato, visto che circa l'80% di tutte le entrate derivano dall'utilizzo e il download di giochi, ha spiegato Screen Digest. Una certa confusione sulle tariffe per il download e il gioco da parte degli operatori di telefonia in Europa ha invece depresso inizialmente la crescita nella regione, ha aggiunto Screen Digest. "Pensiamo che gli operatori di telefonia mobile in Europa non abbiano ancora la strategia giusta per sfruttare questo mercato nel suo pieno potenziale", ha detto il capo degli analisti di Screen Digest, Ben Keen. La società ha aggiunto che in Nord America, a dispetto del fatto di aver un mercato di telefonia mobile meno sofisticato che in Europa e in Asia, ci si aspetta una crescita più veloce rispetto a queste regioni.
In confronto al boom del mercato dei video game, il nascente mercato dei giochi sui telefoni ha iniziato solo di recente a dare segni di vita grazie all'avvento di telefoni sofisticati e a più società di giochi che hanno sviluppato titoli per i piccoli schermi.
All'inizio di quest'anno, il gigante dei giochi Electronic Arts ha annunciato di l'aumento della produzione di videogiochi per telefonini nel prossimo anno, rendendo quattro titoli di successo come "Fifa Football" e "The Sims" disponibili anche per i cellulari. Anche i rivali Eidos, Ubisoft e THQ hanno investito più denaro nel promettente mercato.