mercoledì 5 maggio 2004

Il software libero al bando in Italia

Avendo sprecato tutte le energie sul Decreto Urbani alla Camera, non ho pi? voglia di parlarne.
Seguo l'argomento, soprattutto quanto accade sul forum di Fiorello Cortiana che mi sembra davvero egregio.
Mi spiace sottolineare che sembra un problema che coinvolga pochi, pochissimi, questo della Urbani.
Per cercare di fare aprire gli occhi ulteriormente, vorrei spendere due parole sul software libero, quel benedetto Open Source frutto del lavoro di programmatori indipendenti che mettono a disposizione gratuitamente le proprie creazioni, al fine che possano ulteriormente migliorare con l'aiuto degli altri.
Se il testo approvato alla Camera passasse al Senato cos? com'?, come vorrebbero molti, non solo ci sarebbe la tassa becera sui supporti per finanziare gli autori (in che modo non ? dato sapersi), ma sancirebbe la morte del software libero in Italia. Il motivo ? presto detto.
Nelle Misure di contrasto alla diffusione telematica abusiva di opere dell?ingegno del primo articolo, si propone che ci sia una sorta di Bollino Siae Virtuale per ogni opera, in quanto compare ... corredata da un idoneo avviso circa l?avvenuto assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d?autore e sui diritti connessi...
Penso al mio GiEngine, ma anche a OpenOffice.org e soprattutto alla comunit? Linux.
Di fatto, bisogner? certificare questo software in Siae (faccio una nuova versione vado in Siae a vidimarla?), in che modo, come sempre, non ? dato sapersi.
Bisogner? per? indicare a chiare lettere di chi ? l'opera e che si tratta di software protetto da diritto d'autore fino al momento in cui la Siae, di concerto con altri, decidsa il da farsi.
Penso alla sezione download di Tecnoattack.it. Prende in considerazione solo il freeware. Quindi ? illegale per definizione!
Ma la parte pi? interessante la scrivo adesso.
Se in questo stato i CD ROM che non contengano prodotti originali completi o videogiochi possono essere posti in vendita come allegati alle testate giornalistiche senza il bollino Siae ma con una dichiarazione sostitutiva generica presentata alla Siae, come la mettiamo? Qui addirittura c'? lo scopo di lucro (anche se si tratta di un omaggio) nella distribuzione di tali supporti.
Per altro, la definizione telematica non si conf? ai CD ROM, ma di fatto sono dei mezzi per distribuire software, similabili alla rete visto che tali file da un sito provengono.
Ma anche gli editori tacciono. Insomma, ? mai possibile che una Legge accontenti solo la Siae e scontenti un intero comparto come quello della ICT e va a intaccare interessi in altri settori.
Per non parlare dell'ennesimo balzello di tassa da versare.
Ma, ripeto, sembra che il problema sia legato solo allo scaricamento di file illegali, operazione illecita gi? con le leggi vigenti.
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