mercoledì 19 maggio 2004

Dal Corriere di Oggi

Visto che ancora non ho la serenità di scrivere sulla Urbani e sulla brevettabilità del software (l'unico dato di fatto è che il Ministro Stanca, oltre ad essere senza portafoglio è anche senza diritto d'opinione), riporto quanto scritto oggi sul Corriere della sera, non perchè sia autorevole, basta leggere quanto scrivono al luned' sull'inserto economia, in particolare un articolo di Gasperetti di taglio basso lunedì scorso, quanto perchè tutti quanti dobbiamo premere su Urbani, al fine che mantenga le promesse. E' un bocconiano, per cui ogni commento è superfluo.
Urbani sottolinea per esempio che per gli scambi interpersonali di file «c'è bisogno di una sperimentazione perchè siamo il primo paese europeo ad adottare misure simili». E proprio su queto ambito, che riguarda sia i file scaricati da Internet e le copie di cd per uso personale, si era aperta la battaglia dell'opposizione. «Il decreto contro la pirateria informatica è un decreto sbagliato nel metodo e nel merito - dice il senatore verde Fiorello Cortiana - perchè prevede il carcere per chi scarica un file mp3 o una film dalla rete, un bollino che di fatto bloccherebbe internet in Italia e una tassa sui cd, masterizzatori e software che soffocherà il nostro mercato dell'ICT. Oggi, finalmente, abbiamo convinto anche il ministro Urbani che si è impegnato a presentare, in un articolo apposito, le necessarie correzioni nell'imminente provvedimento sui Beni culturali che dovrebbe essere presentato martedì». Dall'altra parte il ministro è tuttavia convinto che di misure antipriateria, in generale, «c'è molto bisogno. È evidente però la necessità linguistica di tornare alla locuzione originaria "per fini di lucro" sostituendo l'attuale "per trarne profitto". Il governo è impegnato a cambiare in questo senso formulazione. Accoglieremo le preoccupazioni che ci sono state presentate». Insomma, la norma nasce con un rigore totale anche per la «piccola pirateria» individuale su Internet. Ma dovrebbe inserire tra breve lo «scopo di lucro» come discrimine e confine tra i casi «tollerati» e l'industria del falso.
Mi chiedo una cosa: avendo seguito interamente la vicenda in parlamento (nei corridoi ho avuto solo qualche talpa), non capisco come si possa non gradire una legge, affermare anzi, e lo ha fatto il ministro, che si tratta di una legge sbagliata, ma chiedere comunque di approvarla.
Ma la politica è qualcosa di strano o illogico.
E' un po' come se un medico dicesse di prendere una medicina sbagliata ad un paziente, tanto poi si può intervenire in un secondo tempo.
Per chi invece ha a cuore questo settore, sappiate che la norma sulla brevettabilità del software, voluta da qualche azienda che sulla brevettabilità e sul furto di codice non mi pare abbia avuto mai un comportamento limpido e cristallino, l'Italia si è astenuta invece di votare contro, come si erano detti e come aveva proposto il ministro per l'innovazione. Ma il fatto grave è che all'europarlamento si era votato decisamente contro. A questo punto, mi chiedo, e mi piacerebbe che fosse Caravita a rispondermi, perchè dobbiamo andare a votare il 12 e il 13?
Ricordo a tutti quanti, ed estendete questo concetto a tutti coloro che conoscete, che scaricare file di qualsiasi tipo (visto che sono comunque opera d'ingegno), può essere un reato sanzionabile.
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