domenica 29 maggio 2005

Blogger, giornalisti, oppure ...

Ho trovato un articolo interessante su SmauNews che riguarda i blog e prende spunto da un discorso di Rupert MUrdoch, riportato da Prima COmunicaizone. Lo riporto in parte.
[...]Il fermento attorno all'argomento blog è confermato dall'intervento di Rupert Murdoch, presidente di News Corporation una delle più grandi industrie della comunicazione internazionale, che in un discorso tenuto di fronte all'associazione americana degli editori di quotidiani (pubblicato da Prima Comunicazione) si è occupato anche dei blog. Analizzando la crisi dei quotidiani Usa Murdoch ha affermato che: “L'indigeno culturale (l'utente a suo agio con le nuove tecnologie, ndr ) non manda più le lettere al direttore. Va online e apre un blog. Dobbiamo riuscire a essere la destinazione di questi blogger. Dobbiamo incoraggiare i lettori a pensare al Web come al luogo dove andare per aprire un confronto con i nostri reporter e commentatori in dibattiti riguardo al modo in cui una particolare storia è stata riferita. Allo stesso tempo vorremmo confrontarci con l'idea di usare i blogger come supplemento alla copertura quotidiana del nostro notiziario su Internet. Naturalmente questa strategia comporta alcuni pericoli, soprattutto quello di metter a rischio i nostri standard di credibilità e accuratezza. Per dirla tutta non siamo in grado di garantire la qualità della gente che non sia direttamente assunta nelle nostre redazioni. I blogger possono solo aggiungere qualcosa al lavoro compiuto dai nostri reporter, mai rimpiazzarli. Ma possono lo stesso raggiungere una finalità di grande importanza: allargare la copertura delle notizie, offrirci prospettive nuove e fresche sulle grandi tematiche, approfondire la nostra relazione con le comunità cui ci rivolgiamo. A condizione che i lettori comprendano la differenza fra i blogger e i nostri giornalisti”.
Il lungo inciso apre nuovi scenari per i blogger, permette forse di uscire dal dibattito “Siamo blogger o giornalisti?” che ha animato anche troppo le pagine Web e rappresenta per certi versi un arruolamento che può forse non essere apprezzato dalla comunità. Il futuro dei blogger sta nel controllo di chi fornisce le informazioni, in un ruolo da "cane da guardia della democrazia" come si dice ogni tanto dei giornalisti, o nell'affiancamento di chi lavora nelle redazioni?

Devo ammettere che alcuen frasi mi hanno colpito: l'utente non manda più le lettere al direttore. Va online e apre un blog. Dobbiamo riuscire a essere la destinazione di questi blogger.
Non sono completamente d'accordo con questa tesi. Un utente non apre il blog per mettersi contro o per dire qualcosa ad un giornale, ma per cercare di dare ampio respiro al suo pensiero, cercando di trasformarlo in un messaggio. Lo si evince dal fatto che, chi come me ha la fortuna di disporre di un blog di successo, riceve moltissime lettere da parte dei lettori, e quindi, ma forse è una visione acerba e particolarmente legata al panorama italiano, non sottrae e non aggiunge nulla alle discussioni dei giornali, ne apre di nuove.
Allo stesso tempo vorremmo confrontarci con l'idea di usare i blogger come supplemento alla copertura quotidiana del nostro notiziario su Internet. Questo è quanto sta avvenendo già in Italia, dove priam passi sul cartaceo, quindi entri nel sito durante il giorno e consulti un po' di blog per vedere quello che bolle in pentola, perché spesso nei blog trovi punti di vista diversi, che, proprio per il fatto che esulano dagli schemi comunicativi classici, possono permettersi.
I blogger possono solo aggiungere qualcosa al lavoro compiuto dai nostri reporter, mai rimpiazzarli. Ma possono lo stesso raggiungere una finalità di grande importanza: allargare la copertura delle notizie, offrirci prospettive nuove e fresche sulle grandi tematiche, approfondire la nostra relazione con le comunità cui ci rivolgiamo. A condizione che i lettori comprendano la differenza fra i blogger e i nostri giornalisti.
Su queste frasi non sono molto d'accordo. I blogger, spesso sono dei giornalisti. Lasciamo stare il mio caso, che è patologico e che riguarda comunque i blog tecnologici, dove non solo qui in Italia sono gestiti da giornalisti ed esperti del settore. Che differenza c'è se su di un blog che mi ha fornito un'informazione vera e autentica scriva un giornalista o un "non giornalista"? Sono d'accordo sullo sfruttare il lavoro dei blogger, purché si citi la fonte (cosa che non avviene mai, la storia di Macchianera insegna). In questo momento, soprattutto da noi, ma vedo la stessa cosa in UK e negli Usa, i giornali aprono i loro blog per dire qualcosa che non possono dire sulla carta, per avere un contatto (?) più diretto con i lettori o, forse, più semplicemente per seguire una moda.
Il tema “Siamo blogger o giornalisti?” mi pare che interessi principalmente una branchia di blogger che in realtà aspirano ad essere dei giornalisti ed è un falso problema. Mi spiego meglio. E' necessari essere iscritti ad un ordine professionale per dare delle notizie? Vediamo i blog come il "giornale" su cui fare praticantato. Dopo un certo lasso di tempo, se si sono guadagnati l'audience, si può dire che hanno fatto il salto? Sono figure autorevoli e forniscono informazioni e approfondimenti, lasciano spunti di riflessione?
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