mercoledì 9 marzo 2005

L'Italia del Web a gennaio 2005

Trovo su Repubblica.it e non mi sogno di commentare. Lo so, è di ieri, ma mi era sfuggita l'uscita dei dati Audiweb.
Buone nuove dal mondo di Internet. Secondo i dati Audiweb citati dal rapporto Isimm, nel gennaio 2005 in Italia l'universo degli utenti della Rete è stato di 30,7 mln (+6% rispetto al gennaio 2004); nello stesso periodo, il tempo medio mensile trascorso in internet è passato da 9 ore e 36 minuti a 10,30.
Non solo: il 49% degli internauti sarebbe disposto a pagare l'informazione on line, una percentuale che sale al 78% se si affiancano incentivi come l'accesso all'Adsl. Nel frattempo si allarga anche il mercato pubblicitario on line. Secondo l'Upa, l'associazione delle aziende che investono in pubblicità, è cresciuto dell'11% nel 2004 e le previsioni parlano di un +17,6% nel 2005 e del 6,8% nel 2006. Una crescita ancora più significativa se la si confronta con gli altri settori. La pubblicità su radio, ad esempio, registra una crescita del 5%, quella sui quotidiani tradizionali del 3%, la pubblicità in tv del 3,5%.
L'indagine dell'Isimm (Istituto per lo studio dell'innovazione nei media e per la multimedialità) è stata illustrata al convegno "Informazione on line, prospettive evolutive e nuove opportunità", organizzato dallo stesso istituto e dall'agenzia Ansa. Il rapporto ha tastato il polso all'informazione nel web. E l'ha trovata in ottima forma. Secondo un'indagine Istat, i quotidiani on line in italia sono 145. L'84% di questi sono generalisti, il 15,2% sono specialistici con una netta prevalenza di informazione economica (36,4%) e sportiva (22,7%). Nel biennio 2003-2004 l'incremento delle testate giornalistiche esclusivamente on line (cioè senza il corrispondente cartaceo) è stato del 27% mentre i blog italiani al febbraio 2005 sono 146.254 (secondo quanto affermato dalle principali piattaforme che li ospitano).
La banda larga, infine. Al termine del 2005 saranno almeno 4 milioni e 700mila le connessioni alla banda larga, contro le 3-400mila del 2001. E i dati confermno che si sta pian piano riducendo il "digital divide" tra le diverse aree del Paese.
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