mercoledì 2 marzo 2005

Pentium D: e l'Hyper Threading?

Allora, Intel ha annunciato che il Pentium 4 d'ora in poi si chiamerà D. Ma tra i molti annunci, scopro che è morto il concetto di Hyper Threading.
Io avevo qualche perplessità sulla tecnologia, la ritenevo una "sola", ma essendo praticamente l'unico la tiravo fuori solo in casi eccezionali. Ora ne ho la conferma.
Se Amd avesse qualcosa in più di una fabbrica per inondare il mondo con gli Athlon 64, Intel che fine farebbe?
E poi non è ora di dire basta al cambio di socket (non è il caso del Pentium D) e di chipset (è il caso del Pentium D). In pratica, non si può più aggiornare il PC senza cambiare la scheda madre.
Ma torniamo all'Hyper Threading. Cos'era? Semplice, una tecnologia che, stando ad Intel, garantiva un miglioramento delle prestazioni del 24% a prescindere dalla velocità del clock. Come? Permetteva ad un processore di servire come due processori fisici, dal momento che Windows e gli altri programmi "credevano" che in ogni momento ci fossero veramente due processori fisici contemporaneamente al lavoro. Durante il multitasking, permetteva di usare qualsiasi combinazione di applicazioni desktop, le eseguiva contemporaneamente e comportava un livello di benefici diverso a seconda delle applicazioni, misurato da appositi benchmark.
Goodbye HT.
Se penso che negli anni Intel ha ucciso il concetto di MHz, il concetto di 32 bit, di HT e via di seguito, ho come l'impressione che insegua qualcosa. Per essere leader indiscussi del mercato non mi pare male.
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