Siccome è da molto che mi interesso all'OpenSource come fenomeno, mi piace andare a tirare fuori qualche argomentazione diversa.
Nei commenti ad un post diBeppe Caravita mi sono imbattutto su di una domanda alla quale non finisco mai con il rispondere completamente. E non lo farò nemmeno questa volta di sicuro.
La domanda era: Ci sono esempi di OpenSource che funzionano?
Eccome se ce ne sono. E sono sotto gli occhi di tutti. La pagina che state leggendo, di Blogger, è basata su sistemi OpenSource e su Java. Ed economicamente funziona.
Con Gino Tocchetti siamo andati avanti nella discussione.
E' chiaro che il mondo dell'opensource non ha abbastanza capacita' di lobby (quest'ultima notizia lo conferma). Di solito questo dipende da due diversi motivi (banalizzando): o manca l'associazione, l'organizzazione, la comunicazione e la rappresentanza o manca addirittura la forza naturale, la forza cioe' dei singoli attori, la forza del sistema Contrariamente a quello che pensano molti, io penso che in questo momento, il problema e' la seconda (che in realta' viene prima) Non equivochiamo: sto parlando della forza economica. So bene che altri valori sono altrettanto importanti, ma economia politica e sviluppo sociale richiedono che il modello funzioni in termini economici. Il rischio, a questo punto, e' che spingere (specie se con forza) un sistema debole economicamente, porta come risultato la sconfitta di fronte a chi e' piu' forte economicamente, e magari con la facile contestazione che si sta facendo solo ideologia
C'è un punto importante su cui si cade nell'equivoco e nella disinformazione diffusa: qual è il problema del sistema economico forte o debole? Nelle aziende che fanno soluzioni o sistemi operativi?
Qui non si tratta ne di sistema economico e neppure di scelte economiche: si tratta di libertà di scelta tra le soluzioni presenti sul mercato.
Attenzione: non tutto l'opensource è ottimo e vantaggioso, anche in termini economici per le aziende. Ma in molti caso lo è.
OpenOffice.org è, per il 99% dei casi, più che sufficiente per i PC in ufficio? Sì. Eppure non sfonda anche se è gratis e non richiede licenze.
Non è un problema quindi di poteri, ma di lobby, che fa credere alla PA grazie alla disinformazione diffusa, che OpenOffice.org fa schifo, non è efficiente, castra i computer.
Il fatto vero è che la PA ascolta le aziende, non ascolta l'OpenSource. E' un problema vero, ma difficilmente ovviabile.
Le aziende normali, però, questo problema non ce l'hanno.
Google, tanto per fare un nome a caso, ha fondato tutta la sua ricchezza su software OpenSource, su cui ha programmato le proprie soluzioni.
Mi pare che qualche risultato economico l'abbia ottenuto.
Il peso delle licenze è pesantissimo. Ibm ne sa qualcosa. L'OpenSource è una prima risposta. Non definitiva. E nemmeno l'unica possibile.
Ma è una risposta.