mercoledì 31 marzo 2004

Gli italiani e il web

E' stata pubblicata una ricerca condotta dall'Aie, associazione degli Editori, su come gli italiani vedono e pensano Internet. 21 milioni di italiani usano Internet: sono il 43 per cento della popolazione. È il dato forse più importante che emerge dal rapporto. Il 47 per cento naviga in Internet come se sfogliasse le pagine di un libro, ignorando tutte le altre possibilità del web come comunicazione, email, download, interattività, chat, newsgroup, uso dei motori di ricerca. Non ne sono molto convinto, ma non voglio approfondire.
Le novità interessanti non arrivano solo dalle cifre: la metà degli italiani sarebbe disposta a pagare per leggere contenuti editoriali e informativi. Io non ne sono così convinto, almeno per quello che riguarda la percentuale. E motivo. In Internet si è abituati (troppo) ad avere tutto o troppo gratuitamente: musica, film, software, ... Ho messo i film volutamente per fare una provocazione. Il dato che deve fare riflettere non è chi si dice disposto a pagare, ma quel 75% di chi non cambierebbe idea neanche in nel caso di evidenti miglioramenti del servizio (come velocità di collegamento, aggiornamenti continui, semplicità d'uso maggiore).
Mi si dice che si è disposti a pagare per avere informazioni? Ma quale tipo di informazioni si vuole pagare? La consultazione dell'archivio di un giornale? Le novità dell'ultima ora? Gli articoli di oggi?
Vorrei fare presente un po' di cose. La prima è che Internet ha modificato così drasticamente il rapporto con la carta stampata e la televisione che oggi sono nati addirittura dei quotidiani gratuiti (nelle grandi città), che hanno una struttura simile più ad un sito web (tanti articoli brevi) che ad un giornale. Poi, le televisioni ci mettono dei banner e dei testi a scorrimento per arricchire di informazioni le notizie.
La seconda riguarda il modo di fornire le informazioni e i servizi. Nella maggior parte dei casi, non vedo niente di significativo su questo fronte. Ad esempio, la casella di posta più grande a pagamento non è che è un servizio per gli spammer? Probabilmente pagherei per avere un buon servizio antispamming sul server, ad esempio che mi eviti di spararmi sul Gprs i messaggi spazzatura che mi arrivano. Anzi, visto che il Gprs è un servizio che pago profumatamente, mi aspetto che sia già incluso questo tipo di servizio. Pagare per avere informazioni su Internet ha poco senso, o forse sarebbe meglio dire che ha senso per pochi erogatori di servizi. Capisco che gli editori, e se lo capisco, vogliano vendere su Internet informazioni riciclate dalla carta stampata, ma non mi sembra realistico dire che si è disposti a pagare per dei servizi, senza poi dire quali sono questi servizi. E l'italiano, pronto a spendere per Sms e per la beneficenza, non mi sembra che sia mai stato disponibile a pagare le informazioni: siamo uno degli ultimi in termini di vendite di giornali. E questo gli editori dovrebbero saperlo.
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