martedì 16 marzo 2004

Urbani, i provider e gli stranieri

Sono stato massacrato da tutti, perchè sono tra i pochi che vedono nero nel decreto Urbani. Faccio un altro passo e qualche provocazione. In pratica, non c'è più una distinzione tra chi mette a disposizione un file su di una rete di condivisione di file e chi invece lo mette su di un sito internet. La differenza è evidente, ma non per la legge. Come si fa ad ecquiparare chi mette deliberatamente un file su di un sito internet (gratuito o a pagamento non conta) per essere scaricato con un ftp, magari proteggendolo con una password, e chi invece condivide dei file a computer acceso. Ma se si usasse un provider straniero, che cosa potrebbe fare questo decreto? niente. Allora, si costringono i provider italiani ad impazzire per monitorare la rete, mentre un provider straniero non ha questo costo. I nostri provider diventano meno competitivi e la pirateria, quella vera, non ne risente minimamente. Il provider, poi, deve svolgere delle indagini, ma su file e dati che sono provati. Mica è un magistrato! Il decreto parla espressamente di come i provider, che fossero giunti a conoscenza di attività illegali, devono denunciarle.
Il grande fratello, come legge, è stata bocciata dalle camere nel 2003. Ora spunta fuori in questo decreto, ma solo per il cinema, che è finanziato in larga parte dallo stato. Mi chiedo un paio di cose a tal proposito. Come mai film tv come Elisa di Rivombrosa o Orgoglio sono finanziati dai canali televisivi, hanno costi ingenti e comunque si può pensare ad un pareggio dei costi e invece molti film, veramente squallidi del nostro pessimo cinema italiano, vengono finanziati dalloStato, visto che poi i film raccolgono al cinema, nella paytv, nelle cassette e nella televisione per anni e anni?
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