giovedì 18 marzo 2004

Denuncia MPA in Italia

Mi è arrivata una mail da parte di un provider che si è visto recapitare dalla MPA (l'associazione cinematografica statunitense) una denuncia per un suo utente P2P, ovviamente italiano. A parte il concetto che sta alla base, il provider sostiene di essersi limitato ad avvertire l'utente della denuncia e di non comportarsi in questo modo.
Non sapevo se scriverci sopra o no. Poi mi sono imbattuto su Punto Informatico e ho ritrovato la notizia, con tanto di dichiarazioni.
A questo punto, mi chiedo se il provider si sta comportando bene e se la richiesta di chiusura del sito (che l'utente non ha, ma era una condivisione su linea Adsl!) abbia senso. Le aziende della MPA sono presenti in Italia, hanno agenti e rappresentanti. Questi potrebbero, volendo, intraprendere azioni legali. Il tutto per due film, della cui qualità, non cinematografica ma di riproduzione video e audio, nulla è dato sapersi. Questo cosa significa? Poniamo il caso che io entrassi in una rete P2P (che ipotesi!) e metta in condivisione un file del mio disco che però rinomino con quello di un film ma non lo è, mi potrei beccare una denuncia dalla MPA? E a quel punto, come dimostrano che era quel film e non un database di Access rinominato, anche se fosse reperibile un file delle medesime dimesioni contenente realmente il film in questione?
Non basta la tracciatura del file, il nome e le dimensioni. Bisogna averlo scaricato da quell'indirizzo. Le prove del reato ci devono essere, altrimenti sono supposizioni. Questo, il decreto Urbani non l'ha modificato.
Share: