La famiglia elettronica
Dal rapporto Federcomin, di cui ho parlato qualche giorno fa, emerge un panorama interessante delle famiglie italiane. Snocciolo alcuni dati e poi li commento.
86% di famiglie con cellulare.
51% di famiglie con PC.
34% di famiglie con internet.
24% di famiglie con TV satellitare.
15% di famiglie ha la pay-tv.
Gli ultimi tre dati sono significativi. Anche il primo.
Si sono venduti un sacco di dvd-rom (80% in più), fotocamere digitali (+230%), masterizzatori e dvd video (+65% entrambi).
La banda larga è cresciuta del 70%, quasi raddoppiando in un anno.
Ultimi dati: il 51% degli italiani si collega ad internet da casa, il 61% degli studenti che usano la rete.
Sono numeri che, così come li ho scritti, potrebbero entusiasmare.
Se il 51% delle famiglie ha un PC, l'altra metà non ce l'ha. E poi, considerando che per navigare va bene anche un Pentium 2, quindi una macchina di cinque anni fa, e che c'è un 20% di famiglie, o meglio circa il 40% delle famiglie che dispongono di un PC che non si collega ad internet, mi pare che il panorama prenda tutta un'altra piega.
Il fatto che gli italiani si colleghino ad internet, per più della metà, da casa e non dal luogo di lavoro mi fa pensare che siamo veramente arretrati da questo punto di vista e poco competitivi nei confronti degli altri paesi. Internet non significa solo posta elettronica e navigazione, significa poter condividere, tramite reti private aziendali sicure o informazioni criptate, i dati aziendali in tempo reale.
Significa mettere in rete sedi lontane a costi bassisimi, significa avere il polso della situazione in ogni momento. E non sto parlando di implementare soluzioni di business intelligence, di customer relationship management o di quant'altro di sofisticato e costoso. Sto parlando di infrastrutture informatiche di base, basate sulla posta elettronica, su siti internet e sui programmi si tipo office (di Microsoft o di OpenOffice non è un problema).
L'unico dato significativo è che il 61% degli studenti usa internet. Questo ci dà delle speranza per il futuro. Ci vorrebbe un dato più importante, arrivare almeno all'85-90%. Questo sarebbe entusiasmante.
Qualcuno mi ha scritto che il ministro Stanca non ci metteva mai entusiasmo nei presentare i dati Ibm. Per il governo sì.
Come saprete, io critico spesso il Ministro, non sono di certo tenero. In qualsiasi caso ci mette parecchio impegno per promuovere la tecnologia, facendo anche i conti con i tagli alla finanziaria. Prima di lui, nessuno in Italia ha puntato così tanto l'attenzione sull'alfabetizzazione informatica. Il problema è che sta seminando. Non può aspettarsi di vedere subito il raccolto. Finisce con il prendere lucciole per lanterne.