domenica 19 febbraio 2006

La pubblicità on line

Prendo il comunicato stampa della IAB. Con l'occasione segnalo che la Presidente IAB Italia e IAB Europa, nonché membro del Consiglio di Amministrazione Audiweb, Layla Pavone, ha aperto un blog.

INTERNET:
l’anno chiude a 137 milioni di Euro e mette a segno un +18% di crescita

Nielsen Media Research, in collaborazione con Iab Italia e Assointernet, rileva che nel 2005 la spesa online è stata pari a 137 milioni di euro con una crescita del 18% rispetto al 2004. Questa crescita risulta particolarmente positiva soprattutto nel confronto con il totale mezzi classici (tv, stampa, radio, affissioni e cinema) che chiudono l’anno al +2,8%. Il primo settore per investimento è quello delle Telecomunicazioni che, con una spesa di circa 16,6 milioni di euro, rappresenta il 12,1% del totale advertising in rete. Seguono Finanza/Assicurazioni (11,3%), Media/Editoria (10,8%), Servizi Professionali (8,9%) e Tempo Libero (8,7%). E’ marginale invece la presenza del Largo Consumo: Alimentari, Bevande/Alcoolici, Prodotti per Gestione Casa e Toiletries sui mezzi classici rappresentano il comparto più importante (29,5%) mentre sulla rete raggiungono solo il 4%. La tipologia pubblicitaria più utilizzata è quella dei banner, che coprono il 38,9% della comunicazione su internet per un valore di circa 53 milioni di euro. Elevato anche l’interesse per sponsorship e bottoni (18,2%) e per le keywords (13,1%). Per quanto riguarda i banner, il settore che ne fa più uso è quello delle Tlc, con circa 4,4 miliardi di impression. Seguono il Tempo Libero con circa 4,1 miliardi e Finanza/Assicurazioni con 3,5 miliardi. La tipologia pubblicitaria delle newsletters/e-mail viene usata prevalentemente per comunicazioni del settore Turismo/Viaggi che con i suoi quasi 4,4 miliardi di invii rappresenta il 26,1%. I settori Enti/Istituzioni e Toiletries si distinguono per l’utilizzo dell’sms: nel 2005 ne hanno inviati rispettivamente 1,3 e 1,2 milioni, mentre gli altri settori non superano i 600 mila. Circa il 50% del numero di click ottenuti dalle keywords si spartisce tra i settori Finanza/Assicurazioni e Servizi Professionali. Le Tlc sono, per numero di giorni pianificati, ancora al primo posto per sponsorship e bottoni; seguono, a distanza, Media/Editoria, Finanza/Assicurazioni e Servizi Professionali. Le aziende che fanno comunicazione su internet sono 1.762 con un investimento medio di circa 78mila euro. «Un risultato quello del 2005 in linea con le nostre aspettative e comunque davvero soddisfacente – ha dichiarato Layla Pavone, Presidente di Iab Italia. Credo sia anche importante a chiusura di un anno davvero interessante per lo sviluppo dei media interattivi fare un focus sul comparto relativo ai motori di ricerca e quindi al keyword advertising, che, grazie alle logiche legate ad un modello di business “pay per click”, si è rivelato un mezzo di grande appeal per le campagne con obiettivi di direct response. Infatti la piccola e media impresa italiana ha immediatamente compreso le opportunità di comunicazione di questo veicolo pubblicitario, al quale è possibile accedere con budget molto piccoli, e che per questo motivo ha generato volumi di investimento molto importanti. Isolando gli investimenti in keyword advertising rilevati da NMR pari a circa 18 milioni di euro e sommando ad essi la raccolta diretta dei principali tre operatori specializzati in questo ambito, che quindi non viene intermediata dalle concessionarie di pubblicità/editori online attraverso rapporti di partnership, si arriva ad una stima di circa 80 milioni di euro. Quindi volendo avere un’overview più ampia del mercato la stima totale degli investimenti pubblicitari online arriva a circa 200 milioni di euro. Nonostante il nostro mercato presenti dei livelli di crescita relativamente agli investimenti online nettamente inferiori agli altri principali Paesi europei, il trend di crescita inizia ad essere rilevante soprattutto se confrontato con le crescite dei media tradizionali. La stima di crescita degli investimenti online che faccio per il 2006 è di circa il 30 per cento ad esclusione del comparto motori di ricerca che, per le motivazioni precedentemente addotte, cresceranno presumibilmente più del 50%. Insomma, un quadro decisamente positivo. Nel nostro settore c’è oramai un grande ottimismo e la fiducia, dopo tante fatiche per promuovere le grandi potenzialità dell’online e dei media interattivi in generale, che finalmente le aziende non solo abbiano compreso tutto il valore aggiunto di internet ma che più concretamente stiano cominciando a spostare in suo favore quote di budget sempre più importanti. Non credo ci siano proprio più dubbi sul fatto che il ritorno dell’investimento sui media interattivi possa essere realmente misurato sia per campagne con obiettivi di “brand awareness” che di “call to action” – conclude Pavone - ».
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