martedì 14 febbraio 2006

Tre e la Borsa

Tre non si colloca in Borsa. Sorpresa e sconcerto (soprattutto per i commerciali dei giornali che si sfregavano le mani). Qualcuno aveva insinuato che i 12-13 miliardi di eruo di valore fossero eccessivi. Ora l'azienda è stata valutata 9 miliardi di euro, un bello scarto. Ma non è significativo, per il semplice motivo che per un collocamento in Borsa si tende sempre a gonfiare un po' il titolo, diciamo tra il 10 e il 15% e poi si opera in modo da sostenere quel prezzo.
In realtà, mi pare significativa una cosa: si sta sgonfiando, lentamente, il mercato delle TLC, che ha tirato la volata in Borsa in questo periodo, per il semplice fatto che nei paesi occidentali il mercato è maturo e quindi stagnante, non essendoci novità significative sulle reti fino al 2010 (4G, checché ne dica qualche quotidiano che le novità sono alle porte) se non la TV sul cellulare, cosa di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno. Su questo fronte, da Barcellona è giunta la notizia di un accordo Microsoft, British Telecom e Virgin, per cinque canali in abbonamento. Staremo a vedere.
Abbiamo visto, negli ultimi tempi, molti scossoni in questo settore, senza scomodare la vicenda Rim/BlackBerry, Benq che si prende Siemens Mobile, Nokia che rilancia, ma in qualsiasi caso un'esplosione dei costruttori asiatici a fronte di posizioni arroccate degli operatori. Insomma, un mercato che viaggia di conserva e in cui i colossi faticano a entrarci (vedi Microsoft che ha pur una soluzione interessante o Palm che offre integrazione a prezzi modici).
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