Prendo spunto da un articolo di 01net di Luigi Ferro sull'ultima vicenda che riguarda Zucchetti.
Ha litigato con Microsoft, ha contestato duramente il lancio del nuovo gestionale del Sole 24 ore e adesso Domenico Zucchetti ha deciso di ricorrere al Capo dello Stato. Motivo dell'ennesima arrabbiatura dell'imprenditore proprietario della società specializzata nei gestionali è la gara per la fornitura del sistema di sicurezza dello stadio Meazza di Milano vinta dal raggruppamento Telecom, Etnoteam e Alfi.
Secondo il vulcanico imprenditore lodigiano esiste un problema di conflitto di interessi visto che il progetto esecutivo della gara è stato elaborato da Pirelli Re project management che fa parte dello stesso gruppo che controlla Telecom. Ma oltre al conflitto d'internessi Zucchetti sostiene che «il comune di Milano e i cittadini dovrebbero pagare proporzionalmente per il sistema di sicurezza di San Siro oltre il doppio di quanto paga Roma per lo stadio Olimpico (dove il sistema fornito da Zucchetti-Kaba-Gunebo e Saima), per avere un sistema di controllo accessi in un tempo superiore del 750% rispetto a quello dell'Olimpico».
A San Siro ci vorrebbero infatti settecento giorni per installare il tutto contro i 92 dell'Olimpico. A dispetto dei luoghi comuni Milano sarebbe quindi molto più inefficiente e lenta di Roma. Il tutto, aggiunge Zucchetti, “Per delle apparecchiature che sono molto più costose: addirittura più del doppio, rispetto a quelle che sono state installate allo stadio Olimpico e che, a parere della Zucchetti, sono anche esteticamente peggiori”. Estetica a parte l'imprenditore lodigiano contesta anche lo svolgimento della gara. Per questi motivi ha deciso, con una procedura inusuale, di ricorrere al Capo dello Stato.
Che ben difficilmente potrà fare qualcosa.
Contro le decisioni della Pubblica amministrazione, però, di solito si ricorre al Tar.
Io non conoscevo la vicenda, ma mi ha incuriosito, un po' perché sto studiando l'azienda per riparare, in parte, a quanto è scritto sopra, ma soprattutto perché trovo che il personaggio sia sanguigno al punto giusto.
Vi lascio alle vostre considerazioni, limitandomi a dire una cosa: nessuno nel business dell'informatica, che è una industria giovane, si può considerare intoccabile, ma nemmeno può pretendere qualcosa di troppo. Se son truccati questi appalti, come sostiene Zucchetti, chissà altri ben più consistenti, che vedono in gara colossi del calibro di Fastweb e Telecom.