giovedì 1 luglio 2004

Pensieri in libertà di Lizzeri

Ho ricevuto un messaggio di Luca Lizzeri con alcune riflessioni, in assoluta libertà, sulla musica e sul suo mercato. Le pubblico volentieri: non solo è un bel intervento, ma è anche ricco di informazioni.
Il post originale lo trovate qui.
Le discussioni sul futuro della musica in genere trattano della "guerra" tra pirati e industria discografica. Ma il fenomeno della pirateria è solo il più vistoso di molti fenomeni che partono dal basso e che possono rivoltare come un calzino i modi di fare, vendere e pubblicizzare la musica.
Come in tutti i fenomeni relativi alla convergenza dei media digitali, sono in atto due trend:
Decentralizzazione, cioè il processo che sposta il potere contrattuale dal centro della “rete” alle estremità (nel caso della musica, si sposta dalle case discografiche agli artisti e ai consumatori);
Commoditization, cioè il processo che rende un prodotto una “commodity", e rende difficile ottenere per essa ritorni elevati

Nel caso della musica di solito si pensa al brano musicale come ad un prodotto, ed è difficile pensare ad un brano musicale come ad una commodity. Ma forse questo è il modo sbagliato di pensare all’industria della musica. E forse sta finalmente tornando ad essere sbagliato pensare alla produzione della musica come ad una industria.
Proviamo a ribaltare il modo di pensare: gli artisti "creano" la musica, le case discografiche offrono loro un servizio di supporto nella produzione, di marketing e di distribuzione. E per il disturbo si prendono una gigantesca fetta della torta. Questi servizi possono tranquillamente essere de-centralizzati, e alcuni possono anche essere "commoditizzati".
Cominciamo con la distribuzione. Per quanto riguarda quella su Internet, è sicuramente diventata una commodity: è difficile fare concorrenza alle reti peer-to-peer, che scaricano quasi interamente sugli utenti i costi di distribuzione. Non è più necessario possedere grosse fabbriche per lo stampaggio di CD, magazzini per lo stoccaggio, camion per il trasporto e avere accordi commerciali con negozi in tutto il mondo.
La produzione di musica richiede maggiori competenze rispetto alla distribuzione. E anche mezzi maggiori. Ma anche qui, i costi sono scesi di un paio di ordini di grandezza rispetto a 10-15 anni fa (poche migliaia di euro contro centinaia di migliaia di euro). Rimane il problema dell’accesso a producers, ingegneri del suono ed altre figure di elevata professionalità. Ma nulla costringe persone con queste competenze a lavorare per le industrie discografiche anzichè indipendentemente. Qui non c’è nessuna commoditization. C’è semplicemente un crollo alle barriere d’ingresso. E si sa cosa questo fenomeno può implicare per quanto riguarda i margini di profitto di una industria.
Resta il processo di marketing. Decentralizzazione? Commoditization? Parole aliene, parlando di marketing. Tuttavia, è possibile che in futuro il marketing avrà minore importanza soprattutto se si affermeranno sistemi di filtraggio collaborativi (primo fra tutti quello di Amazon: chi ha comprato questo album ha comprato anche …). Ma anche sistemi più decentralizzati, dal broadcatching alle playlist collaborative di Webjay, un servizio web per la costruzione di playlist online, il cui creatore Lucas Gonze, ha reso disponibile il database delle playlist, a fini di ricerca sul filtraggio collaborativo.
Un altro esempio è BigChampagne, un azienda di ricerche di mercato che raccoglie dati sui brani più scambiati sulle reti peer-to-peer e compila classifiche che vengono poi utilizzate dall’industria discografica per stabilire come distribuire al meglio le risorse pubblicitarie e quanto spingere sui passaggi radio. Una classifica molto interessante è quella dei brani più scambiati tra quelli che hanno pochi passaggi in radio (BubblingUp report), che mostra i brani che vengono più scambiati grazie al passaparola tra gli utenti delle reti p2p.
Piccoli barlumi di questo futuro si cominciano ad intravedere su siti come eTree.org o LegalTorrents. Entrambi rendono disponibili brani musicali legalmente scaricabili. eTree è un archivio di registrazioni di concerti compressi in formato Shorten (senza perdite di qualità). Entrambi gestiscono lo scaricamento tramite BitTorrent e pubblicano l’elenco dei file in formato RSS, gli elementi necessari per il BroadCatching. Usando client come Azureus, con il suo plugin RSS, gli utenti gestire in automatico lo scaricamento dei file che interessano, impostando le proprie preferenze (parole chiave, canali RSS, ecc.) . Visto l’interesse attuale per il Broadcatching, è probabile che molti aggregatori e lettori RSS della futura generazione permetteranno una stretta integrazione con BitTorrent, permettendo all’ecosistema di filtraggio collaborativo di fare un notevole passo avanti.

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