lunedì 24 novembre 2003

La politica, internet e la censura: information sharing

La censura è un mezzo che rischia di essere anacronistico nei giorni nostri. Su internet, di fatto, se si ha la possibilità e la voglia di girare un po' tra i siti di notizie, la censura viene aggirata facilmente. Con i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Teneterò di spiegare perchè e tenterò di spiegare perchè è anacronistica in generale, visto che la cultura del web sta dilagando in quella che definirei come cultura di base.
Nel web, i siti di commercio elettronico sono ad un clic l'uno dall'altro. Ma questo ragionamento vale per qualsiasi tipo di sito, quindi anche l'informazione e la controinformazione. Poi sono arrivati i siti che aggregano le informazioni di altri siti, per cui i concorrenti sono tutti nella stessa pagina. Mi fermo qui, nel senso che non ho intenzione di spiegare di nuovo il lavoro degli aggregatori e il potere che questi assumeranno in futuro. Con internet però, c'è un altro problema, che non è tanto il controllo dell'informazione quanto poter discernere tra informazione giusta o sbagliata. Sul web il mio parere può valere quanto quello di chiunque altro che riesca a farsi leggere dallo stesso numero di persone, indipendentemente da ciò che faccio nella vita reale. E questo è un problema (non quanto vale il mio parere, che vale poco, ma quello che significa che ogni pare vale come un'altro, basta che venga letto).
Poniamo il caso di un sito importante, che parla di un argomento quale quello della prevenzione e cura di una malattia. Il sito in questione informa e lo fa con cura. Al suo interno c'è un forum di discussione, che viene letto moltissimo e vi sono molti utenti attivi. Tra questi si celano alcuni che traggono profitto nell'inserire metodi (chiamamoli così) per curarsi che la scienza ha provato che sono inefficaci, e che creano dei danni ai malati.
Il sito decide di chiudere questa sezione, proprio per non fornire informazioni distorte e non fare pubblicità a dei ciarlatani. Il forum, in poco tempo, si sposta su di un altro sito e il passaparola tra gli utenti fa accadere tutto questo rapidamente. Ora capirete la gravità del problema della censura in un attimo. Su quel sito, senza controllo e senza il cappello del sito ufficiale della ricerca, appare scritto di tutto ed è difficile controbattere le affermazioni false (e davvero deleterie per l'umanità). Cosa che sarebbe stata facilissima, credibile e immediatamente comprensibile sul sito ufficiale. Ogni medico avrebbe avuto bisogno di poche parole per spiegare scientificamente che alcuni rimedi sono ininfluenti e che magari possono dimostrarsi dannosi.
Questo discorso può essere traslato per ogni attività del web e, grazie alla diffusione della televisione satellitare (sebbene Murdoch abbia intenzionalmente spento sulle parabole italiane centinai di canali) anche la TV ormai permette di scegliere e quindi chiudere qualcosa da una parte lo fa prosperare, con altri numeri ma con una pubblicità che non avrebbe avuto diversamente, da un'altra parte.
Questo meccanismo è estraneo alla politica e alla nostra filosofia umana di base che non tiene conto del web, ma è un concetto chiaro a chi il web è entrato nel sangue, anche se per poche ore alla settimana. Il mondo sta cambiando perchè il web lo sta cambiando. Non sta a me giudicare se sta cambiando in bene o in male, ma l'umanità si sta evolvendo in quella che definisco in information sharing. Io so una cosa, oppure me la invento, la metto a disposizione sul web, la faccio circolare con delle email e può essere trovata da un motore di ricerca da chiunque. Che esista o non esista non ha più importanza. E poi, a differenza della TV, il web ha un altro problema: non conosce il concetto di tempo. Per cui una notizia pubblicata oggi, a meno che non si trovi nella home page di un sito, ha la stessa probabilità di essere trovata (qualcosa in meno perchè i motori di ricerca non effettuano un'indicizzazione immediata) di una notizia sullo stesso argomento pubblicata nel 1999. Per cui discernere tra informazioni giuste o sbagliate, nuove o superate, in futuro diverrà sempre più un problema. Ma un italiano avrà, utilizzando il web, le stesse probabilità di uno statunitense di rimanere aggiornato su ciò che accade intorno ad un determinato argomento e ha la stessa opportunità di imparare. Come ce l'avrà un tedesco, un francese, un inglese, un giapponese, un cinese, un indiano, un abitante di una landa sperduta dell'africa o dell'indonesia. Ho coniugato il verbo al futuro. Ma la rivolusione è in atto. Pensare di censurare oggi è ridicolo e da più forza a chi è censurato che ha la possibilità di spostarsi. Sebbene poi chi viene censurato abbia meno visibilità, ma con il passaparola le voci (e le idee) circolano in fretta.
Detto questo, rispondo a coloro che mi hanno scritto ringraziandomi della segnalazione di Sabina Guzzanti su web e tv e chi invece mi ha inveito contro. In questo blog voglio spiegare la tecnologia e le sue implicazioni. Non faccio politica e non ho visto la Guzzanti ieri sera perchè c'era il Milan. La partita è in diretta, la Guzzanti la si potrà vedere o dal web o in videocassetta comondamente. E poi, visto che sono un ciccione,mi sono sentito offeso(in Italia ci si sente offesi con una certa facilità). Non mi interessano le polemiche e la politica. Mi interessa fare capire a qualcuno che la nostra società sta cambiando. La Guzzanti è stato un buon esempio. E comunque, indipendentemente da come la si pensi, dice delle cose, come Santoro, che vanno ascoltate, che non significa che vadano condivise come va ascoltato e non necessariamente condiviso il parere di altre campane.
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