mercoledì 1 febbraio 2006

Il calcio, il P2P, le blacklist e il blocco dei siti

Faccio subito una premessa: siccome questo sito si è battuto aspramente contro la legge Urbani, che ormai è disattesa anche dai siti dei ministeri, parlare nel modo in cui parlerò di un argomento come quello del P2P del calcio potrebbe sembrare strano.
Breve intro per chi non fosse a conoscenza dei fatti avvenuti. Alcuni siti che riportavano link a file multimediali in streaming d partite di Serie A sono stati bloccati, con tanto di pagina della Finanza.
Da qui molto scalpore.
Andando a indagare, si scopre che la denuncia è di ottobre e che i siti sono stati scoperti ala fine di gennaio. Il bello è che claciolibero.com e coolstreming.it sono stati pubblicati come indirizzi, con tanto di articoli incensatori, da più di una rivista tecnica italiana da oltre un anno. E nessuno h avuto niente da ridire!
Adesso scatta il blocco preventivo dei siti e l'impossibilità di raggiungere determinati server posti fuori dal territorio nazionale grazie a una blacklist fornita ai provider.
Facendo leva su di un cavillo legale dovuto al pedoporno, si bloccano così alcuni server stranieri, raggiungibili poi, perché la tecnologia è ben superiore alle norme, utilizzando semplici proxy, ma questo conta davvero poco.
Fin qui mi sono attenuto ai fatti. Ora provo a commentarli, l'han già fatto egregiamente Mantellini e molti altri.
Realizzare un sistema che blocchi l'accesso ad alcuni indirizzi web stranieri è qualcosa che è stato praticato solo dalla Cina ed è una scelta molto criticata in tutto il mondo, in quanto è una limitazione alla libertà. Se è ammissibile un simile blocco per il pedoporno (visto che lo dice la Legge), risulta difficile applicarlo in altri ambiti, anche nel caso del terrorismo, altrimenti sarebbero inibiti i siti che insegnano a costruire le "bombe fatte in casa".
In Italia, gli interessi di Telecom sul calcio su PC sono molto forti, ancor più della denunciante Sky.
Si usa per questi siti la blacklist come per il pedoporno, solo in nome del diritto d'autore.
Io non so se sia giusto o no, nel senso che se c'è un diritto e lo si prevarica, va tutelato (questa è la legge, che ci piaccia o no).
Io abitualmente vedo le partite che non sono su Sky direttamente sul web, da siti che non fanno streaming, ma da quelli ufficiali dei vari canali, usando software standard come il Windows Media Player e Real Player.
Ora bloccheranno anche quelli. Anche in questo caso non so se sia corretto bloccarli, ma se questi canali televisivi hanno i diritti per la serie A solo in quei paesi, ci sono i presupposti per tutelare.
Insomma, la vicenda è ingarbugliata, se poi si usa il p2p per la condivisione delle partite, diventa davvero difficile trovare una soluzione equa.
Pare evidente a tutti, però, che non può una denuncia bloccare un sito internet in toto. E' come se un articolo sul giornale che viola qualche norma e qualcuno ne blocca la pubblicazione. Il paragone non è esagerato, visto che un sito dovrebbe essere assimilato a una testata giornalistica.
Siamo alla fantascienza?
O nel terzo mondo?
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