Ho trovato un post di intervista ad un noto commentatore di blog che recitava: Il must per un blogger e’ avere un numero sempre maggiore di lettori. Per raggiungere questo obiettivo, una delle caratteristiche essenziali e’ che il blog venga scritto con regolarita’ e preferibilmente con almeno un post al giorno. Tanto e’ vero che chi parte per un viaggio, o ha un periodo particolarmente impegnato, o si fidanza con una top model, si sente subito obbligato ad avvertire i propri lettori che per qualche giorno smettera’ di scrivere.
Capisco perfettamente la pressopochevole capacità di argomentare, ma il blog, per me, è un posto dove posso dire quel che penso su di un argomento di cui mi ritengo esperto, nel momento in cui materialmente ci riesco. Quindi, per quanto mi riguarda, al mattina, tra un'email e un'altra e prima di preparare la colazione ai miei figli.
La cadenza, quindi vien da sé, ma è insita nelle cose, come per lavorare si occupa la stessa fascia della giornata, piuttosto che cenare, stare con gli amici e via di seguito.
E poi trovo: Se si guarda al panorama italiano, di fatto anche i blog che pretendono di fare informazione vengono quasi sempre usati per scrivere di tutto e senza alcun criterio. Su una testata, al contrario, si devono scrivere solo informazioni documentate e si viene bloccati dalla redazione quando si tenta di usare il medium come una tribuna personale. Gli spazi sono limitati, il che obbliga alla sintesi, e, cosa piu’ importante, si deve scrivere pensando a un pubblico ben preciso, non soltanto per i propri soliti quattro amici.
Mi spiace non essere d'accordo ancora una volta, per superficialità delle affermazioni. E' vero che il desiderio di molti blogger è quello di essere considerati come opinion leader, ma non è un argomento valido per tutti genericamente. Anzi, è una ristretta cerchia di persone che persegue quest'obiettivo. Per quanto riguarda i giornali, ovviamente non si può fare del personalismo, ma passano delle nefandezze immonde, per cui parlare di documentarsi, informarsi e applicarsi è quantomeno ridicolo. Anche nelle testate specializzate.
E ancora: e’ sulla minoranza dei Vib, invece, che si centrano i discorsi ideologici, le teorie sui lettori che sono diventati produttori di contenuti, o la certezza che il citizen journalism mettera’ in crisi il giornalismo tradizionale e fatto con professionalita’. E, nota bene: ho scritto "fatto con professionalita’", e non "scritto da professionisti".
Qui sono sostanzialmente d'accordo, e anche qui: i bloggher ultimamente sono assillati dall’ansia di trarre qualche "guadagno", diretto o indiretto, dal loro faticoso lavoro, al limite anche un panino, fino a essere colpiti da quella che scherzosamente ho definito "La Sindrome del Tramezzino". L’ho chiamata cosi’ perche’ scrivere “desiderio compulsivo e irrazionale di svendere le chiappe” mi sarebbe parso eccessivo e troppo volgare. Naturalmente, emergere nella blogosfera, in qualsiasi pezzetto di blogosfera, riuscendo a essere notati al di fuori del proprio microvillaggio di appartenenza, e’ molto difficile e lo sara’ sempre di piu’, via via che il numero dei blog crescera’ da 50 a 100 milioni, o forse anche oltre.
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