Quanti messaggi mi sono arrivati ieri sul servizio Maps e sulla possibilità che sveli dei segrei militari. Molti blog ne hanno parlato, mostrando con precisione i dettaglio.
Io avevo posto il dubbio già quando ho scritto il primo mio post su Google Maps (il link qui). A dire il vero, non ho idea se il servizio possa essere usato dai terroristi oppure no. Chiaramente un'immagine dall'alto permette di posizionare e puntare un mortaio, ad esempio. Devo dire che non ho idea se sia un dato sensibile oppure no. Un terrorista, non un kamikaze, prepara l'intervento nei dettagli. E spara al bersaglio grosso. Quel bersaglio si vede a occhio nudo, non serve ne una cartina e tantomeno una foto.
A Sandro che mi diceva che siamo entrati nel limite invalicabile delle caserme militari italiani, rispondo piuttosto semplicemente: con gli occhi, entramo tutti i giorni all'interno delle caserme, visto che vi si può sbirciare dentro. La differenza, è certamente sostanziale utilizzando i sistemi informatici, ma minima. Mi chiedo, infatto, se i software di cartografia che usiamo nei navigatori satellitari, non possano già essere un pericolo per attacchi terroristici. Di fatto, cun una cartina, una macchina imbottita di esplosivo può entrare in Italia e trovare Piazza San Pietro senza che questo terrorista siama mai venuto nel nostro paese. Per questo, immagino, ci sono i servizi segreti, l'intelligence e quant'altro. Almeno mi auguro che sia così. E che ci sia qualcuno che ascolti i messaggi che queste organizzazioni producono. L'undici settembre ha inseganto qualcosa.
Non cerchiamo nella tecnologia qualcosa che non esiste, e non attribuiamo alla tecnologia colpe o problemi che non ci sono.