martedì 26 luglio 2005

Turani, Repubblica e Microsoft

Un pezzo imperdibile quello di settimana scorsa su Affari e finanza di Repubblica. Firmato, nientepopodimenochè da Peppino Turani. Un esempio lampante di come il marketing si stia impadronendo delle redazioni e come la disinformazione possa averla vinta sull'informazione. C'è qualcosa di vero, in quel che dice. Ma sono più che altro sue sensazioni del prodotto. Pensate, lo ha visto in anteprima, ora che sta uscendo la beta!
Turani, per il resto, si era già segnalato ai miei occhi per una serie interminabile di interviste a Telecom, mai cattive o incisive, come invece il suo carattere vorrebbe e come lo conosciamo graffiante su Repubblica e sulla sua testata.
Riporto l'intervento di lunedì scorso integralmente.
BISOGNERA' aspettare fino al 2006, ma il nuovo sistema operativo di Microsoft (destinato a far girare i computer di oltre il 90 per cento di quelli che nel mondo ne usano uno) arriverà. Arriverà e sarà una rivoluzione davvero. Per ora si chiama Longhorn, ma non si sa ancora se questo sarà il nome definitivo. Probabilmente verrà cambiato. In un certo senso si può dire che con questo sistema operativo si entrerà sul serio nell'era dell'informatica, poi c'è da sperare che si vada avanti. Quello che è sicuro è che per molti milioni di persone lavorare con un personal computer diventerà più semplice e, forse, persino più divertente.
In anteprima ne abbiamo visto una versione non ancora definitiva, anzi molto provvisoria. Una semidefinitiva sarà disponibile solo alla fine di quest'anno (i tecnici Microsoft, che sono sempre un po' ottimisti, dicono addirittura: "Potrà anche montarla sulle sue macchine").
Ma, comunque, già l'anteprima (che non ha ancora tutte le novità previste) consente di capire in che direzione si va. E è la direzione giusta. Tanto per cominciare si può parlare dell'aspetto. E lì non c'era molto da fare: lo schermo è quello che è e le cose che ci vanno sopra sono sempre quelle. Allora, i tecnici di Microsoft hanno fatto due cose.
Prima hanno introdotto le finestre "glass". Finestre, cioè, che sembrano fatte di vetro. Il che significa che quando aprite un menù non vi trovate di fronte al solito rettangolo (bianco o colorato) che cancella tutto quello che c'è dietro. E quindi se come sfondo usate la fotografia della vostra fidanzata, dei vostri figlioli o del Monte Bianco, quell'immagine continuerà a sorridervi dallo schermo. E' una sciocchezza, ovviamente, una cosa da niente. Ma molto piacevole a vedersi. Fa un bell'effetto. E' una cosa carina.
Con la seconda novità andiamo già un po' più sulla sostanza. Oggi, per lavorare con Windows, molti tengono sullo schermo tutte le iconcine che sono collegate ai vari programmi. In molti casi (e il mio è uno di questi) lo schermo appare come una giungla di iconcine.
Con Longhorn (lungo corno o lunga antenna?) tutto ciò non sarà più necessario. Quando infatti si andrà a aprire il menù "start", dove si trova l'elenco dei programmi, non trovate nessun elenco, ma una casella: basterà scrivere le prime lettere del programma che cercate e subito vi apparirà il nome per esteso, cliccate e si parte. Insomma, basterà scrivere "exc" per vedere scattare Excel. O Photo per vedere partire Photoshop. E così via. La stessa vale ovviamente anche per le cartelle personali di lavoro.
E quindi si può cominciare a tenere lo schermo pulito, senza più quella selva di iconcine che oggi ci consente di trovare in fretta il programma o la cartella che ci interessa. Ancora piccole cose, si dirà. Ma abbastanza importanti per chi sui computer ci sta tutto il giorno.
Ma sembra che nella versione definitiva Longhorn sarà anche capace di qualche magia vera e propria. Si dice che sarà sensibile all'ambiente. Il che non significa che non sporcherà per terra, ma che saprà capire dove si trova il computer in quel momento e che quindi assumerà la configurazione necessaria.
Esempio. Se voi avete un notebook che usate sia a casa che in ufficio, può essere che in ufficio vi servano certe cartelle e a casa altre. Ebbene, il notebook attrezzato con Longhorn dovrebbe essere in grado di capire (in base ai collegamenti che trova) se siete a casa o in ufficio, e a quel punto predisporrà le cose sullo schermo nel modo da voi desiderato.
Ma questa è solo una delle magie. La seconda è ancora più interessante e riguarda quelli che, per lavoro, fanno spesso delle riunioni aziendali. Di norma, in queste riunioni, arriva uno con il suo notebook e poi comincia a proiettare su uno schermo le cose che vuole spiegare o fare vedere agli altri. Ebbene, con Longhorn questo non sarà più necessario.
Tutti arriveranno nella sala riunioni con il loro bravo notebook. Il sistema operativo sarà in grado di individuare tutti i notebook presenti e stabilirà una specie di sottorete aziendale (che riguarda quella stanza) e quindi l'oratore dovrà solo richiamare i documenti che gli interessano sul proprio schermo: essi appariranno come d'incanto anche sugli schermi degli altri presenti in sala. La cosa, naturalmente, vale per tutti i notebook. In sostanza, invece di passarsi i fogli di carta con su tabelle e appunti, sarà sufficiente richiamare le cose sul nostro schermo e subito appariranno anche sugli schermi degli altri partecipanti alla riunione.
E questo apre una nuova categoria di lavoro che è il "lavoro condiviso". Ognuno sta davanti alla propria macchina, ma si lavora tutti insieme, condividendo le stesse cose. Naturalmente, il sistema della riunione nella stessa sala può essere allargato, e quindi (con qualche accorgimento in più) qualche partecipante al "lavoro condiviso" può trovarsi anche a Palermo o in Sud Africa: non importa, si potrà lavorare comunque tutti insieme.
Ma dove Longhorn dà il meglio di sé, probabilmente, è nell'organizzazione del lavoro dentro il computer. Fino a oggi, se ci pensate, l'organizzazione del lavoro con un computer è identica a quella che si fa di solito in un ufficio. I vari documenti vengono collocati in varie cartelle, le cartelle vengono poi raggruppate secondo altri criteri e quando vi serve una cosa si vanno a aprire via le cartelle maggiori, poi quelle minori fino a arrivare al documento che ci serve. Esattamente come si fa in un ufficio "cartaceo" con gli armadi per i documenti e le cartelle di cartoncino. Con Longhorn questa epoca va in soffitta.
Voi scrivete i vostri documenti e li registrate sull'hard disk dove capita. Non ha più alcuna importanza. Ma come farete a ritrovarli dopo? Provvederà il sistema operativo. Alla richiesta di mostravi i documenti, ve li farà vedere tutti, ovunque essi siano registrati. Vi appariranno in una sola schermata. Dopo di che voi potrete ordinarli secondo moltissimi criteri: per data, per autore. Per tipo di documento, ecc. A quel punto (se ad esempio avete chiesto i documenti redatti dal vostro collega Rossi) Longhorn vi consentirà di andare avanti introducendo via vari filtri. Quello che Rossi ha scritto in dicembre e novembre, i documenti di Rossi (nel periodo indicato) che riguardavano l'America e l'Inghilterra) e così via.
In sostanza, si tratta un po' di quello che oggi fa Google Desktop, ma moltiplicato per mille. E' bene precisare, a questo punto, che Longhorn non lavora solo sui titoli dei ma sui contenuti e quindi non gli scappa praticamente niente. Se volete tirare fuori i documenti in cui avete parlato di bulloni piuttosto che dell'inflazione, basta dirlo al sistema e la cosa verrà fatta molto rapidamente.
Il sistema, poi, fa alcune altre piccole magie. Ad esempio vi può presentare i documenti che cercate sotto forma di elenchi (modo consueto) oppure veli li presenta a mucchietti: questo sono i documenti di Rossi, questi quelli sull'Africa, questi altri quelli sull'America, e così via.
Ma fa ancora qualcosa di più. Se volete vi apre subito i documenti. Vi fa vedere cioè la prima pagina. E quindi voi potete controllare se c'è davvero quella tabella o quell'immagine che cercavate. Insomma, sotto questo aspetto, il Windows di oggi vi sembrerà davvero la preistoria dell'informatica.
Ma non è finita, già oggi Microsoft sta distribuendo un prodotto /Office Comunicator) che probabilmente verrà inglobato in Longhorn. E si tratta di una piccola meraviglia. Nasce sull'intuizione che ha dato vita agli instant message. In pratica, voi arrivate in ufficio e accendete il vostro personal computer. Questo fa un rapidissimo giro d'orizzonte sulla rete e vi dice subito chi c'è e chi non c'è. Se gli altri hanno avuto la bontà di lasciare dietro di sé qualche informazione, Comunicator vi informa. Il tale è online, ma sta telefonando. Il tale altro è online e è libero. L'altro ancora è in una riunione che finirà alle 11. E avanti così.
Non solo: se siete autorizzati, Comunicator vi consente anche di leggere l'agenda del vostro collaboratore. E poi vi consente una serie di scelte. Potete mandare una mail, potete telefonare, potete mandargli dei documenti. Il tutto premendo pochissimi tasti. Tutto questo, ovviamente, funziona in qualunque parte del mondo si trovino, rispetto a voi, i vostri collaboratori. Basta che siano in rete.
In conclusione, con Longhorn diventa molto più facile aggirarsi fra i documenti e diventa molto più facile dare il via al cosiddetto "lavoro condiviso". In pratica si dà un altro senso all'idea di "stare in rete". Non solo per curiosare. Sarà come ritrovarsi tutti in una sorta di grande open space planetario, dove tutti si potrà lavorare sugli stessi documenti e sugli stessi materiali.
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