giovedì 1 gennaio 2004

Desideri per l'anno nuovo

Bè, per rimanere nella tecnologia, mi piacerebbero alcune cose nell'anno nuovo che, come tutte quelle probabilmente irrealizzabili, sono quelle che si desiderano di più:

1) Vorrei che i Pc costassero poco come ora, ma fossero almeno ogni tanto venduti da persone capaci e che sappiano poi assisterti se hai qualche problema tecnico o di utilizzo pratico. Indipendentemente da quello che quasi tutti vogliono farci credere, un Pc non è esattamente come un televisore o una lavatrice e non andrebbe venduto e assistito post-vendita come tale. Nell'interesse dei produttori (che magari ora sarebbero un po' meno in crisi) e dell'informatizzazione di massa.

2) Vorrei che le software house quando realizzano i loro prodotti per il grande pubblico pensassero non a riempirli di funzioni spesso inutilizzate e incomprensibili anche ai tecnici: vorrei ci fossero magari le features essenziali, ma che almeno quelle funzionino bene ed in modo semplice e comprensibile a tutti.

3) Un vecchio sogno è che applicativi ormai "mastodontici" nelle caratteristiche e nei prezzi, come ad esempio Microsoft Office, Adobe Photoshop, Corel Draw, Microsoft Visual Studio ecc., fossero commercializzati anche in versioni molto semplificate (vedi punti 1 e 2...), con un costo molto più abbordabile. Oltre ad evitare di buttare soldi per migliaia di funzionalità mai utilizzate, consentirebbe a un più vasto pubblico di acquistare i programmi ed usare meglio il computer, senza avere più la scusa di doverli piratare perché sono utilissimi, a casa, per studio o lavoro, ma costano davvero troppo. E fanno davvero troppe cose per un comune mortale...

4) Vorrei che si trovasse una giusta soluzione all'eterno problema che vede da un lato il selvaggio P2P che imperversa per scaricare musica e film da Internet, usando la banda larga o stretta, e dall'altro i costi stratosferici degli originali. Non è giusto che chiunque abbia l'Adsl e scopra che cosa è il P2P si faccia raccolte enormi di film e cd musicali senza pagare alcunchè a nessuno (se non il balzello Siae su cd e dvd vergini), sia per regalarli agli amici sia per venderli nei mezzanini della metropolitana (come vediamo qui a Milano). Ma non è giusto nemmeno che un cd di musica costi 20 euro delle quali solo il 5-10% va all'autore e che un dvd nuovo costi almeno 25 o 30 euro.
Senza tenere conto che adesso costano abbastanza poco anche i masterizzatori Dvd e che il procedimento per copiarli è descritto minutamente da quasi tutte le riviste del settore (e non). Altrimenti è sicuro che succederà prima o poi qualcosa di molto grave alla libertà (o meglio, totale "anarchia") nell'usare Internet, che piace tanto e troppo adesso, e ne pagheremo davvero tutti le conseguenze.

5) Vorrei che almeno una parte degli enormi investimenti nella fotografia digitale venissero spesi magari non per pubblicizzare fotocamere che sono solo degli inutili giocattoli vista la qualità schifosa delle foto che fanno, ma per contenere i prezzi e dare una corretta informazione al consumatore, soprattutto riguardo alla stampa casalinga da foto digitale.
Forse in molti tra quelli che ora investono e pianificano investimenti di milioni di dollari /euro non pensano che prima o poi il signor Rossi si accorgerà con una cartuccia di colore e di nero per la sua ink jet stampa un centinaio di foto di piccolo formato e costano molto più della stampante stessa, senza considerare la carta fotografica... Pian piano tutti i signor Rossi penseranno che non è poi così comodo e vantaggioso fare le foto digitali invece che chimiche (un discorso simile è già successo con le videocamere a cassetta rispetto alle cineprese a pellicola), perché non si può guardarle sempre e solo sullo schermo del Pc, si sarà stufato della novità, anche perché a 3 milioni di pixel le foto sono quasi sempre molto peggio che con una "usa e getta" tradizionale e tornerà a non fare foto (di alcun tipo, chimiche o digitali) come prima, con la scusa del risparmio.
E la soluzione non potrà essere aumentare sempre il numero di pixel di fotosensori e stampanti a parità di prezzo, perché entro un paio d'anni si arriverà ad un limite entro cui (un po' come per la frequenza dei microprocessori), non avrà senso spendere altri soldi per avere più di quello che già abbiamo ed è più che sufficiente. La favoletta che si racconta ora al signor Rossi comporterà probabilmente a questo punto crisi tra i produttori di fotocamere, stampanti e accessori per la foto digitale con relativi licenziamenti di massa, crisi dei titoli in borsa e altri poco allegri fattori che abbiamo già visto molte volte nel recente passato.
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