martedì 7 dicembre 2004

I PC di IBM

Sto leggendo da tutte le parti la storia che IBM sta vendendo la sua sezione PC. E' vero, ma lo si sapeva da un po'. Lo stupore deriva dal fatto che un'offerta è arrivata da Lenovo, azienda partecipata dal governo cinese. Azienda sconosciuta agli americani, ma conosciuta in far east ed Europa (è sponsor di Torino 2006 e lo si sa da un paio d'anni). Ma questo non è il punto.
Ci si domanda perchè IBM esce dai PC, visto che li ha inventati. La risposta è molto semplice: non è più un mercato redditizio.
Il motivo? Perché ci sono margini ridicoli, costi di stoccaggio e di assistenza elevati, continui investimenti. Chi ha creato, negli anni, una rete di vendita ottimizzata ha acquistato quote di mercato e garantito margini, per sè e per la filiera. Chi non l'ha fatto non ce l'ha fatta. In fondo, senza andare troppo in là, basterebbe controllare quanto è avvenuto a Tecnodiffusione e alla sua fabbrica ad Ivrea. D'altronde, il mercato dei PC è strano: quanti si possono permettere di fornire assistenza tecnica on site per tre anni con un canone di un euro all'anno? Acer o Dell dominano perché hanno fatto scelte oculate, la prima in oriente e qui da noi, la seconda in Nord America. Gli altri arrancano e cercano di arrangiarsi come possono. Finché possono. Ibm ha, secondo me giustamente, deciso che non ne vale più la pena. Non mi sembra un problema.
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