mercoledì 1 dicembre 2004

La libertà di link esiste?

Si parla poco di Legge Urbani, si parla poco di Brevettabilità del software, si parla ancor meno della libertà di link. Qualcuno liquida il problema facilmente, parlando di link a materiale "non regolare" come reato (anche in Italia ci sono stati casi simili, ancora non passati in giudicato). Il link rappresenta internet nella sua intierezza. Niente meglio del link può spiegare cos'è internet. Immaginate il web senza i link? Si chiamerebbe giornale. Che differenza ci sarebbe: qui digiti un url, là vai in edicola. Che ci sia un problema etico sui link proposti da un sito o che rimandano ad un sito è certo, un problema spinoso, ma nulla ha a che fare con la libertà di linkare ciò che si vuole.
Per dare forza a questo concetto, spiego sempre a tutti che c'è più di un'azienda quotata in Borsa che offre servizi di ricerca su link e su pagine contenenti materiali piratato, irregolare, comunque non legale. Queste aziende si chiamano Microsoft, Google, Yahoo, solo per fare qualche nome, ma potrei dire Telecom Italia o Tiscali e potrei andare avanti. Si tratta di aziende che hanno un motore di ricerca. Che spia il web. E trova materiale piratato e piratabile. Lo linkano nel proprio sito? Allora sarebbero colpevoli, secondo me, tanto i siti che fanno solo quello di mestiere. Non importa se è fatto scientemento oppure no, se la selezione è manuale o automatica. A me utente, il link ha lo stesso peso e lo stesso valore.
Moralmente c'è differenza tra Enkey e Msn search, ma nella pratica, il risultato finale è lo stesso. Su internet si tendono ad amplificare i concetti, un po' per paura, un po' perchè è un mezzo in cui l'informazione si propaga rapidamente.
bisognerà che se ne tenga conto.
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