mercoledì 12 marzo 2003

Computer e scuola

Mi occupo di computer da sempre, almeno da quando ho avuto la possibilità di averne tra le mani uno e programmarlo. Dal ZX 80, 81, Vic 20 , C64, Amiga e PC, ne ho viste di tutti i colori, ma ero convinto che la multimedialità potesse essere d'aiuto per l'apprendimento. Uno studio, pubblicizzato anche da The Economist, e realizzato in Israele dimostra il contrario (link ftp://repec.iza.org/RePEc/Discussionpaper/dp362.pdf a file PDF in inglese).
Sono state scelte alcune scuole in cui sono stati introdotti e utilizzati computer in modo intensivo. La performance degli studenti di queste scuole è stata poi comparata con quella degli studenti di un campione casuale di scuole di controllo. Gli autori non hanno trovato alcuna evidenza che i test degli studenti che avevano sperimentato un processo di apprendimento basato sul computer fossero migliori dei test scores degli studenti di controllo. Anzi, tra è stata riscontrata una correlazione negativa tra l'uso del computer e la performance nei test di matematica.
I computer nelle scuole non servono solo per insegnare la matematica o l'italiano, ma devono essere presenti in classe perché ormai gli esseri umani non possono farne a meno ed è essenziale imparare a conoscerlo a scuola. Ma costano un sacco di soldi. Soldi che avrebbero potuto essere indirizzati in formazione per gli insegnanti. I computer, inoltre, hanno una vita media di un paio d'anni, che per le scuole potrebbero diventare anche quattro o cinque, mentre il corso di formazione per un'insegnate potrebbe durare tutta la vita. Insomma, l'informatica serve, è necessaria, ma forse non va un po' troppo a favore di interessi economici? Ma dimenticavo, si fanno guerre per interessi economici e si può essere pacifist (alla francese) per motivi economici.

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