Due dati: Twitter ha raggiunto mezzo milione di utenti.
Il secondo: 10 milioni di post su Twitter, oltre 119 su Sina Weibo
(fonte @vincos).
Sina Weibo è il twitter cinese, giusto per capirci.
A questo punto, forse è bene fare una considerazione.
I media spingono Twitter, poi si scopre che i follower sono, per i
VIP, sostanzialmente falsi o gente comunque non attiva.
Mezzo miliardo di utenti, quindi, non significa molto se la stragrande
maggioranza è inattiva, per non dire inesistente.
E' altrettanto vero che il fenomeno del microblogging è sempre più
importante, e la Cina lo dimostra, ma anche i blog, a vedere le
statistiche, non ultima quella di questo blog che continua a crescere
nel tempo (e pensare che quando avevo raggiunto i 1000 visitatori di
media al giorno credevo fosse un record insuperabile), continuano ad
avere successo e, soprattutto, pari dignità con i siti di news se si
svolge un corretto lavoro di posizionamento nei motori di ricerca.
Twitter, Facebook e i blog non sono fenomeni temporanei del web, sono
qui per restare, almeno fino a che qualcuno non si inventa una
diavoleria nuova.
Di certo intercettano il bisogno delle persone di entrare in contatto
con gli altri, in modo possibilmente disintermediato.
Le aziende, comunque, sono preoccupate solo di farsi pubblicità, poche
comunicano davvero qualcosa, quasi nessuna, poi, entra in dialogo.
Quando vado in un'azienda e racconto che rispondere su un social, per
esempio, di un problema tecnico bisognerebbe farlo utilizzando un link
ad una wiki che raccoglie le informazioni della customer care mi
guardano sempre in modo strano e diffidante.
Poi, quando vedono un esempio pratico di come costruisci una wiki
partendo dalle discussioni con i consumatori, tutti percepiscono il
valore e la facilità di poter rispondere agli altri clienti.
Questo è valore che vale anche nell'analogico, non solo nel digitale:
la conoscenza.
Il vantaggio oggi è poter condividere facilmente i nostri dati e
dialogare con le persone in modo quasi immediato.
Tutto qui.
Ma non è poco.
Il secondo: 10 milioni di post su Twitter, oltre 119 su Sina Weibo
(fonte @vincos).
Sina Weibo è il twitter cinese, giusto per capirci.
A questo punto, forse è bene fare una considerazione.
I media spingono Twitter, poi si scopre che i follower sono, per i
VIP, sostanzialmente falsi o gente comunque non attiva.
Mezzo miliardo di utenti, quindi, non significa molto se la stragrande
maggioranza è inattiva, per non dire inesistente.
E' altrettanto vero che il fenomeno del microblogging è sempre più
importante, e la Cina lo dimostra, ma anche i blog, a vedere le
statistiche, non ultima quella di questo blog che continua a crescere
nel tempo (e pensare che quando avevo raggiunto i 1000 visitatori di
media al giorno credevo fosse un record insuperabile), continuano ad
avere successo e, soprattutto, pari dignità con i siti di news se si
svolge un corretto lavoro di posizionamento nei motori di ricerca.
Twitter, Facebook e i blog non sono fenomeni temporanei del web, sono
qui per restare, almeno fino a che qualcuno non si inventa una
diavoleria nuova.
Di certo intercettano il bisogno delle persone di entrare in contatto
con gli altri, in modo possibilmente disintermediato.
Le aziende, comunque, sono preoccupate solo di farsi pubblicità, poche
comunicano davvero qualcosa, quasi nessuna, poi, entra in dialogo.
Quando vado in un'azienda e racconto che rispondere su un social, per
esempio, di un problema tecnico bisognerebbe farlo utilizzando un link
ad una wiki che raccoglie le informazioni della customer care mi
guardano sempre in modo strano e diffidante.
Poi, quando vedono un esempio pratico di come costruisci una wiki
partendo dalle discussioni con i consumatori, tutti percepiscono il
valore e la facilità di poter rispondere agli altri clienti.
Questo è valore che vale anche nell'analogico, non solo nel digitale:
la conoscenza.
Il vantaggio oggi è poter condividere facilmente i nostri dati e
dialogare con le persone in modo quasi immediato.
Tutto qui.
Ma non è poco.