Leggendo i tuoi post ho visto che mi hai tirato in ballo.
La tecnologia è, per chi come me è stata sempre a digiuno, un piatto da mangiare, solo che qualche volta è ghiotto e qualche volta è indigesto, ma è sempre un'opportunità.
Credo che oggi più che mai servano elementi che informino su cosa si può fare con la tecnologia, partendo da quello che abbiamo già acquistato e non solo acquistando novità.
La mia battaglia, una volta compresa l'importanza di una applicazione, è riuscirla a trasmettere a chi lavora, quindi a chi operativamente si occupa di portare avanti le attività di tutti giorni e chi deve svolgere il ruolo di responsabilità. [..]
Credo che Internet abbia rappresentato un elemento fondamentale per far utilizzare i computer e ora i telefonini in modo intelligente, ma è difficile riuscire a "stare dietro", come diresti tu, a tutte le innovazioni. [..]
Tu parlavi di cercare degli standard quando gli standard non c'erano e dicevi che l'informatica passava da lì: son passati quattro anni e solo oggi sappiamo che era una verità fondamentale. [..]
Adesso vai spiegando di Blog, Facebook, Twitter, Cloud e via di seguito affascinando le persone spiegando che sono utili, semplici e un "paradigma nuovo per qualcosa che c'è sempre stato". Non è da tutti.
Infatti, di solito chi arriva con una novità ti presenta tutto ciò che c'è come antico, suparato inutile. Tu invece non spaventi, spieghi che c'è un passo in avanti, un'evoluzione e questa è una qualità [..]. [..]
Sto comprendendo, non senza fatica, che non ha senso avere in azienda delle risorse che sono standard e che posso utilizzare in modo più intelligente terziarizzandole, come avviene per paghe e contributi o il noleggio delle auto aziendali.
Quello che sto cercando di capire se ci sono gli estremi di sicurezza che vengono richiesti dalle norme nazionali e non (ho siti di produzione in Bulgaria e in Marocco) e se l'impatto sia effettivamente trasparente per le persone in azienda.
Mi riferisco alle due applicazioni che mi hai suggerito: documenti condivisi e centralizzati insieme ai sistemi di comunicazione.
[..]
Proverò a rispondere in modo conciso.
La sicurezza è un elemento fondamentale per comprendere se è possibile sbarazzarsi di costi di server e servizi interni, e devi verificarla con chi realizza le soluzioni in azienda. Non esiste una risposta preconfezionata, ma ogni fornitore è in grado di dare risposte soddisfacenti. Sulla nuvola, per quel genere di servizi, c'è chi come Microsoft ha trasportato parte della soluzione sui propri data center e chi invece offre servizi di eccellenza sulle varie specificità che devono poi essere integrate tra loro. Bisogna sempre fare una valutazione di spesa e di gestione: non è il costo del "pezzo di ferro" il problema, ma tutti i costi nascosti.
Credo che l'offerta cloud di Google prima e di Microsoft ora (e sta arrivando anche IBM) siano state fondamentali per un passo in avanti dell'informatica, nel senso che si stanno mettendo quei tasselli di standard che vado ricercando da tempo. C'è chi li definisce infrastruttura, chi in altri modi, ma è evidente che se ci troviamo tutti d'accordo che esistono servizi di base e questi servizi devono avere determinati requisiti (sicurezza, interoperabilità, aggiornamenti, adeguamenti normativi e via di seguito) possiamo tranquillamente quantificare i costi in un modo simile alle bollette della luce o del telefono.
I criteri sono i soliti delle software selection: provare, "pasticciarci", vedere i punti di forza e le criticità, valutare il costo complessivo e non solo quello percepito.
L'offerta in passato non credo abbia fatto molto bene al mercato perché i prodotti erano acerbi, non pienamente funzionanti, complessi.
Oggi direi che l'offerta, in alcuni ambiti, inizia ad essere interessante. Ho detto inizia ad essere e non è interessante perché non tutto è pronto e performante. Guardando gli Stati Uniti, direi che Google si è trovata di fronte una Microsoft agguerrita che ha saputo portare sui suoi server un'offerta assolutamente paragonabile a quella che offriva nei server delle aziende e ha dato una grande scossa al mercato. IBM, dal canto suo, eroga servizi per la produzione documentale assolutamente all'avanguardia anche in termini di "social networking aziendale" e arricchirà l'offerta tra qualche giorno (proprio qualche). Insomma, molto si muove e le aziende mi sembrano molto ricettive sotto tematiche di controllo dei costi e di efficienza, ma soprattutto, data la crisi economica, in termini di cash flow.
Le stesse aziende, poi, avranno finalmente quel fattore abilitante e quel "layer" comune con cui comunicare con fornitori e clienti e, finalmente, il fattore competitivo si sposta su ciò che fa l'azienda e non solo sul come lo fa.
Se l'informatica diventa sempre più uno standard, il manager è in grado di comprendere il valore delle soluzioni in termini di business, di operazioni, di opportunità, e non invece di tecnologia e soluzioni di cui non solo non capisce, ma non ha alcuna intenzione di capire.
Se l'IT parla in termini di business, le imprese sono ricettive e si progredisce. Il PC si è diffuso perché si parlava di tecnologia o perché portava un modo diverso di lavorare? E la mail? i telefonini? Erano delle mode?
A nessun imprenditore o manager interessa sapere cosa fa una certa "diavoleria" informatica, ma a cosa serve e cosa può ottenere.