Da un po' tempo mi sto dedicando a informare, nel senso che mi concentro meno sui mercati e sui processi, ma piuttosto prediligo spiegare quanto succede, cercando di fornire una chiave di lettura alle cose "tecnologiche". Un ritorno al passato, in certi casi anche remoto di PC Library.
Succede da Gabriele Di Matteo a Telelombardia, succede nelle risposte ai lettori/ammiratori di Maria Remi, succede a chi legge questo blog e sulle pagine che scrivo.
In una fase in cui la tecnologia fa notizia, è bene andare a spiegare dei concetti in modo chiaro, semplice e comprensibile, cambiando anche il registro comunicativo e scegliendo che cosa argomentare e come farlo.
Certe volte mi esprimo in modo pedante e ripetitivo, in altre semplice e lineare.
Non sottolineo bufale, ma magari smonto notizie o teoremi.
Oggi mi astengo, per esempio, dal commentare una lettera pubblicata su Punto Informatico da "genitori di un ragazzo" che ha avuto la mail di libero in "regalo" dalla sua scuola, dicendo che Google è diversa (tralascio il software libero).
Tutto il mondo è paese e, se guardiamo il nostro di paese, nel campo della tecnologia di strada da fare ce n'è davvero tanta.
Ho appena fatto un filmato per
NetC@fè, che va in onda domenica prossima (Telelombardia è anche su Sky, canale 901) dimostrando come, girando per le città si possano trovare tantissime reti wi-fi aperte e quindi utilizzabili gratuitamente.
Sottolineo che è reato, in Italia, non essere autenticati e riconosciuti nella navigazione internet e che è reato sottrarre banda ad altri utenti, faccio presente che però si tratta di un qualche cosa di nuovo, un servizio messo a disposizione in modo spesso consapevole da parte degli utenti.
Parlo del centro di Milano, ma negli ultimi viaggi a Barcellona o Londra ho letto i quotidiani italiani attraverso il wi-fi del cellulare (ormai sono tanti i modelli che lo montano) sfruttando connessioni gratuite, e sto parlando, appunto, di un servizio.
Avere il wi-fi in giro per la città è pratico, soprattutto se sei un turista, perché cerchi e trovi informazioni in un lampo.
Ma il problema è che molti non sanno nemmeno che hanno delle reti wi-fi aperte, come credo non lo sappiano o facciano finta di saperlo al Tribunale di Milano (sto parlando proprio del Tribunale, quello di mani pulite!).
Bisogna fare in modo che la gente sappia a che rischi va incontro se non si protegge, non tanto per il wi-fi, quanto per i dati contenuti sul proprio PC. E non tutti sanno che Telecom Italia installa nelle case degli italiani una rete wi-fi su chiave wep, individuabile attraverso piccoli programmini reperibili attraverso un motore di ricerca in meno di cinque minuti.
Se il privato potrebbe subire un furto di identità da parte di un hacker, per le aziende il discorso si fa più serio: la rete wi-fi aperta potrebbe essere un vantaggio per fornire connettività ai visitatori, ma se non viene aggiornato il firewall e i PC "non sono a posto", la rete diventa vulnerabile e facilmente accessibile da malintenzionati.
Essere a conoscenza di un problema significa già cercare delle soluzioni, che non vuole dire necessariamente chiudere il wi-fi agli altri, ma magari bloccare l'accesso ad alcune porte di connessione, realizzare reti VPN per le connessioni sicure.
Conosco amici che "offrono" la rete wi-fi di casa 24 ore su 24: lo fanno per riconoscenza verso altri che lasciano aperta la loro e che utilizzano quando sono in giro. Ne sono consapevoli e si proteggono.
Purtroppo, troppo spesso, i privati e le aziende non di proteggono affatto. E non sono protette nemmeno sulla rete, non solo in wi-fi.
Chiudo questa mia parentesi sul wi-fi ricordando una cosa: come un utente può usare gratis il wi-fi lasciato aperto da qualcuno, questo qualcuno potrà leggere i dati dei pacchetti dell'utente. Regala principale: non fornire mai, in caso si wi-fi o in generale di connessioni internet di cui non abbiamo la certezza della sicurezza, dati personali, quali mail, password o, peggio ancora, carte di credito.
Ricordo che un paio di amici, ad Infosecurity mostravano come fosse facile ricavare l'account Passport durante una connessione con Messenger. Gli hacker e soprattutto i furbetti sono sempre in agguato. Bisogna essere consapevoli di questo.