giovedì 23 marzo 2006

iPod, iTunes e la Francia

Ne ha parlato già Luca De Biase qui. Ne riporto una parte.
[..]In pratica l'Assemblea nazionale ha deciso che la musica scaricata da iTunes deve essere leggibile da tutti i lettori di mp3 e non solo dall'iPod.
Sembra giusto perché aumenta la libertà dei consumatori. Ma non è giusto del tutto. E forse in fondo è sbagliato.
In realtà, l'Assemblea ha stabilito che non esistono prodotti-servizio, ma solo prodotti o servizi. [..]

Come spiega De Biase, l'ecosistema messo in piedi da Apple forniva un giusto compenso all'azienda stessa e alle case discografiche. Ma al contempo, gli utenti erano mediamente soddisfatti (e lo sono) di acquistare musica a basso costo.
Mi pare difficile dire che non possano esistere prodotti-servizio, come vorrebbero i francesi, perché non è pensabile qualcosa di simile. L'esempio facile mi viene da iTunes, che uso su PC ma che ascolto oltre che sull'iPod anche su Motorola Rokr, che è un cellulare. Ma è quanto avviene con i CD, che sono un prodotto servizio, piuttosto con i DVD. vado avanti? c'e n'è bisogno?
La piattaforma è il prodotto servizio. Banale, ma se non ho un lettore di CD, non sento il disco. Devo comprare la cassetta, ma devo avere un lettore di cassette. Che differenza ci può essere? Per ascoltare un MP3 non devo avere un riproduttore MP3? E anche in questo caso c'è una licenza da pagare. Per giocare con un gioco della Playstation devo possederne una. Il disco con il gioco altrimenti non ha alcun valore per l'acquirente.
Il prodotto-servizio che non esiste per i francesi è la piattaforma, lo standard.
Quindi, è come se obbligassero tutte le software house a produrre i programmi per PC, ma anche per Mac, per Linux, per i palmari e per i cellulari.
A questo punto, quindi, vediamo che con la tecnologia la legge e la percezione degli utenti fa sempre dei particolarismi pericolosi: se Apple fa una cosa, è negativa o positiva a seconda del pensiero, così come accade per Microsoft. In compenso, Google vanta ancora molti crediti presso il grande pubblico e i legislatori, anche se sta calpestando molte delle leggi e delle consuetudini nel mondo. Senza scomodare i fattacci cinesi, pensiamo al diritto d'autore nei libri (e qualcuno dice dei contenuti del web), lo sconfinamento nella privacy con lapubblicità, ...
Insomma, internet sta cambiando un po' il mondo. E il mondo non si sta adeguando e guarda il web con occhi ancora troppo incantati. Le aziende nascono per fare profitti. Altrimenti chiudono. E' inutile cercare di non comprendere questo fatto per ora incontrovertibile dal punto di vista economico.
Per cui ogni azienda, ogni tecnologia, ogni prodotto, ogni servizio, ogni piattaforma e ogni standard sono fatti per avere dei profitti. Che poi magari rappresentano anche un vantaggio per i consumatori. Dipende se questi accettano o no la cosa. Ma è un fatto che riguarda il mercato.
Una cosa sulla Francia, poi va detta, con una certa forza: si oppone al P2P ma si oppone anche ai servizi a basso costo come iTunes. Senza proporre una strada percorribile. E' troppo facile distruggere (oggi si direbbe demonizzare) senza costruire niente. Costruire costa fatica, soprattutto se ci sono interessi economici forti alle spalle. E la musica è una potenza.
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