venerdì 2 dicembre 2005

Ancora sulla polemica del digitale terrestre

Siccome non è un argomento da banalizzare, questo del digitale terrestre, è bene andare un minimo in profondità sulle cose e sulle opinioni della gente che scrive su internet. Il fatto che non ci si trovi d'accordo in qualcosa, non significa che chi si ha di fronte nel contraddittorio sia un "cretino", ma semplicemente ha un punto di vista diverso. Si discute anche per crescere e per migliorare.
Mi domando una cosetta, prima di tutto. Quando Bill Gates parla di far crescere l'economia, di come l'Italia si stia riprendendo viene tacciato in poche battute come un visionario monopolista e blablabla. Se non parla di digitale terrestre significa, implicitamente, che questo non esiste! Parliamo di una cosa: il digitale terrestre è una buona idea e comunque il futuro approdo della tv. I tempi sono un dettaglio.
Ma vorrei fare un altro passo. La TV, in generale, e quella digitale non è un'eccezione, è un mezzo di comunicazione unidirezionale, i cui contenuti vengono scelti da una fonte per molti fruitori. Il paragone con internet, in qualsiasi caso, è sbagliato, perché sebbene si parli di convergenza, il web resta il canale per eccellenza per la comunicazione uno a uno bidirezionale, che poi si possa trasformare in TV è implicito. Ma la differenza che c'è tra la TV e il web è la stessa che intercorre tra la radio e il telefono (anche se telefonando, quando sei in attesa, ascolti la radio).
Poi ci sono problemi di occupazione di banda, di qualità e quant'altro, che non ho intenzione di trattare. Ma c'è un problema in più. Con la TV, io ho in mano il telecomando e posso decidere che cosa guardare, come guardarlo senza dover dire niente a nessuno. Con il web, il provider conosce nei minimi dettagli i miei comportamenti, e potrebbe accorgersi se guardo o no uno spot e quindi me lo rimette in onda a suo piacimento! Non credo che nessuno di noi possa essere felice di qualcosa del genere.
Mi fa un po' specie constatare un dato di fatto. Sta accadendo sul digitale terrestre quello che succedeva con internet qualche anno fa: tutti a dire che è una scemenza, è inutile. Non ultimo Beppe Grillo, il fenomeno della rete! Il digitale terrestre DTT, è scorretto da definire in questo modo, perché la sua sigla completa è DVB-T. Le prime tre lettere sono le stesso anche per la TV sui cellulari o per altri dispositivi (poi possiamo discuterne sull'utilità e i costi). DVB significa Digital Video Broadcasting, e la T significa solo terrestrian. Non è una questione italiana, ma di tutta l'Europa: Svizzera, Francia, Germania e Inghilterra in testa. Si parla di un prodotto televisivo gratuito, qualitativamente valido, con canali audio dolby e con la possibilità di inserirci dei servizi interattivi di pubblica utilità.
In questo paese, si è abituati a parlare di tecnologie in termini di prodotto. Se i decoder sono scadenti non è colpa del legislatore, che per altro nel 2001 non parlava assolutamente del loro tipo, ma semplicemente di allargare l'offerta dei programmi, canali e servizi. Il DTT è un vantaggio sia per chi trasmette sia per chi riceve. Per i decoder la Amstrad è solo una delle tante aziende di elettronica consumer che produce tra i sui prodotti anche i decoder per ricevere il DTT. Allora ipotizziamo che ci sia una pastetta? Facile. Ma Amstrad non produce, compra i prodotti. La tecnologia è la stessa, più o meno, per tutti i prodotti. A Taiwan un decoder costa meno di 20$. Pensiamo ai margini di questi signori?
Possiamo parlare di digitale terrestre come una tecnologia immatura. E per questo che per me era un'occasione da sfruttare per tutto il paese. Poi possiamo parlare di Sky, di come è avvenuta la vicenda, di chi fornisce i decoder.
Insomma, non si può liquidare il problema in poche righe, qui ho dedicato un sacco di testi, e non ci si può fossilizzare sulle posizioni.
E poi mi sta distogliendo dai vari problemi che mi stanno, sinceramente più a cuore, come la musica.
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