OK, ognuno di noi, ogni persona che utilizza i servizi di internet, entra nelle comunità, produce contenuti, ha una copertina di Time dedicata.
Il fatto rivoluzionario sta colpendo moltissomo la fantasia dei blogger, che si sentono al centro di questa rivoluzione digitale.
Senza analizzare questo genere di cose, che fanno meglio di me in tanti, ma cito soprattutto Pandemia, anche se non condivido che sia Google il motore di questa rivoluzione, ma è una sfumatura.
Quello che mi preme sottolineare che finalmente siamo entrando nell'era dell'informazione, con tutti i problemi nuovi, e che la presunta crisi della musica digitale è solo la prima avvisaglia di un sistema che si dovrà, per forza di cose, adeguare, cambiare e rivoluzionare per sopravvivere.
Non stiamo parlando di massimi sistemi, ma di economia spicciola, perché il modello economico dovrà adeguarsi a vivere con contenuti gratuiti, con la frammentarietà dell'informazione, con la micro pubblicità fatta di link e ricerche.
Il mondo sta cambiando in fretta, la globalizzazione e la supply chain di molti settori economici ha già avuto scossoni notevoli, ma molto c'è da fare. E ci sono molte opportunità da cogliere.
A differenza del periodo della bolla di internet (che qualcuno ci continua a far credere che ritornerà fuori), le aziende del web 2.0 nascono con investimenti pari a zero o poco più.
Forza italiani, diamoci da fare, perché se c'è il genio da mettere alla prova, non siamo secondi a nessuno. E soprattutto, oggi non è più necessario disporre di conoscenze tecniche esagerate.