giovedì 20 febbraio 2003

Solo venti anni per una foto?

Non ho mai avuto una particolare simpatia per la fotografia digitale. Forse perché ho iniziato a fotografare a 14 anni con una "telemetro" da pochi soldi dalla quale ottenevo comunque stampe più nitide, realistiche e convincenti di quelle che vedo produrre da ben più costose (considerando anche la svalutazione) fotocamere digitali di oggi.

Beninteso: la fotografia digitale ha sicuramente molti vantaggi rispetto a quella "chimica", soprattutto in termini di praticità. Anche io ho acquistato una costosa reflex digitale di recente ma mi guardo bene dal dismettere le mie reflex tradizionali. E non solo perché con un buon scanner ottengo dalle stampe chimiche ottime immagini digitali a costo irrisorio.

Quello che mi sembra evidente, e preoccupante per la massa di noi "consumatori" è che il desiderio di produttori e, perché no, di certe riviste per precisi accordi commerciali (i produttori digitali investono pubblicità) porta talvolta a sottacere difetti e problemi. Anche perché la fotografia tradizionale, soprattutto in Italia, non ha mai goduto di larga diffusione. Occorrerebbe molto spazio per sviluppare il confronto tra foto chimica e digitale, ma questa volta voglio soffermarmi su una semplice constatazione.

Epson afferma che con i suoi più moderni inchiostri e le sue avanzatissime carte per stampa digitale una foto può durare (nel senso di conservare "una qualità accettabile", si suppone) venti anni. Vi è un certo orgoglio in ciò, a riprova che sinora la durata di una stampa digitale era sino a "ieri" sensibilmente inferiore (!).

A prescindere dal fatto che questo è da dimostrare (tra 5 o 10 anni tali carte e tali inchiostri, anche se non hanno mantenuto la promessa, non saranno più in vendita...), ammettendo la buona fede (ma come hanno fatto a calcolarlo?), mi viene da prendere in mano le foto della mia infanzia. Alla soglia dei 39 anni, ho ancora delle stupende foto in bianco e nero del mio primo giorno di vita (grazie al papà fotografo, "chimico" ovviamente). E moltissime foto della mia gioventù e adolescenza, a colori, pur se di qualità non eccelsa, sono ancora ampiamente accettabili... Altrochè venti anni!

Se volete fare una prova da voi: prendete una buona stampa digitale e una fotografia chimica tradizionale. Copritele per metà ciascuna con un libro e lasciatele su un tavolo dove batte il sole almeno per un po' di tempo durante la giornata. Dopo qualche giorno, togliete i libri e confrontatele. E pensateci quando notate che le stampe a colori digitali costano pure di più di quelle "chimiche"...
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