venerdì 30 settembre 2005
giovedì 29 settembre 2005
Fujitsu Siemens ridimensiona il personale, o no?
Apprendo dalla chiocciola salmonata che Fujitsu Siemens ridimensiona il personale.
Poi oggi ricevo questo messaggio di posta:
Fujitsu Siemens Computers smentisce con decisione le voci, recentemente diffusesi su alcuni organi d’informazione, di imminenti riduzioni dei propri organici e di difficoltà legate agli andamenti di mercato. L’azienda conferma la propria posizione di leader IT europeo, peraltro confermata dai dati di fatturato: infatti nel corso dell’esercizio 2005, compreso tra aprile 2004 e marzo 2005, Fujitsu Siemens Computers ha registrato un utile prima delle imposte di 94,7 milioni di euro, in crescita del 53% rispetto ai 61,7 milioni di euro registrati nel precedente esercizio.
"Nel nostro ultimo esercizio fiscale abbiamo raggiunto un fatturato dell'ordine di 6 miliardi di euro, il valore più alto da sempre e corrispondente alla crescita più alta mai registrata dalla nostra società", ha dichiarato Pierfilippo Roggero, Amministratore Delegato di Fujitsu Siemens Computers Italia. "Questi dati e l’andamento positivo dell’azienda sono dovuti a due elementi principali, la disponibilità di soluzioni tecnologiche complete e di avanguardia e il valore che creiamo nel mercato e che attribuiamo alle aziende nostri clienti. L’impegno verso le specifiche esigenze delle aziende, infatti, è centrale nelle politiche di Fujitsu Siemens Computers, la cui storia si caratterizza non solo per i valori di cui è portatrice verso il mercato, in termini di innovazione tecnologica e progresso economico, ma anche per l’elevata attenzione verso la creazione di valore sociale con l’obiettivo di contribuire a generare sviluppo e crescita in tutti i Paesi in cui opera”.
Non so perché, ma la notizia l'ho sentita anch'io... Poi possiamo, se vogliamo, discuterne.
Poi oggi ricevo questo messaggio di posta:
Fujitsu Siemens Computers smentisce con decisione le voci, recentemente diffusesi su alcuni organi d’informazione, di imminenti riduzioni dei propri organici e di difficoltà legate agli andamenti di mercato. L’azienda conferma la propria posizione di leader IT europeo, peraltro confermata dai dati di fatturato: infatti nel corso dell’esercizio 2005, compreso tra aprile 2004 e marzo 2005, Fujitsu Siemens Computers ha registrato un utile prima delle imposte di 94,7 milioni di euro, in crescita del 53% rispetto ai 61,7 milioni di euro registrati nel precedente esercizio.
"Nel nostro ultimo esercizio fiscale abbiamo raggiunto un fatturato dell'ordine di 6 miliardi di euro, il valore più alto da sempre e corrispondente alla crescita più alta mai registrata dalla nostra società", ha dichiarato Pierfilippo Roggero, Amministratore Delegato di Fujitsu Siemens Computers Italia. "Questi dati e l’andamento positivo dell’azienda sono dovuti a due elementi principali, la disponibilità di soluzioni tecnologiche complete e di avanguardia e il valore che creiamo nel mercato e che attribuiamo alle aziende nostri clienti. L’impegno verso le specifiche esigenze delle aziende, infatti, è centrale nelle politiche di Fujitsu Siemens Computers, la cui storia si caratterizza non solo per i valori di cui è portatrice verso il mercato, in termini di innovazione tecnologica e progresso economico, ma anche per l’elevata attenzione verso la creazione di valore sociale con l’obiettivo di contribuire a generare sviluppo e crescita in tutti i Paesi in cui opera”.
Non so perché, ma la notizia l'ho sentita anch'io... Poi possiamo, se vogliamo, discuterne.
mercoledì 28 settembre 2005
Stanca, «abbiamo battuto il Botswana»
Mi pare un'opera d'arte, soprattutto nel titolo.
Preso direttamente ed integralmente da 01net.
«Un giorno farò l'analisi delle mie agende di questi 4 anni e mezzo di legislatura, per accorgermi di aver passato tanto tempo, troppo, per convegni, seminari, conferenze. Contributi che servono, quando portano idee nuove. Ma una riduzione dei discorsi in contesti pubblici non farebbe male».
L'attacco del discorso tenuto dal ministro dell'Innovazione, Lucio Stanca, al CiscoExpo di Milano ha il sapore del bilancio di una legislatura, passata a parlare, molto, e a fare, meno.
È salito sul palco in chiusura di un convegno organizzato da Cisco sul tema della competitività, coordinato dal direttore del Sole 24Ore, Ferruccio DeBortoli, e a cui hanno partecipato esponenti dell'offerta di tecnologia e utenti istituzionali e imprenditoriali, ben incarnati da Riccardo Illy.
E proprio di competitività ha voluto parlare Stanca, indicandolo come il tema numero uno, per tutti, dando anche delle notizie di prima mano.
Domani sarà reso noto il nuovo indice di competitività mondiale. Una classifica redatta dal Wef, World Economic Forum, sulla base di indicatori economici e attese di sviluppo dei principali attori economici. In questa speciale classifica, ha rivelato Stanca, l'Italia è ancora al 47esimo posto, come l'anno scorso.
«Ma - ha detto con tono ironico - abbiamo superato il Botswana, che l'anno scorso c'era davanti. E con tutto il rispetto per il paese africano, il problema non è evidenziato e risolto da una classifica siffatta». Ricorda Stanca, infatti, che il 60% dell'indice viene costruito sulla base di dichiarazioni, di attese di imprenditori dei rispettivi paesi. Sono 100 quelli che si sono espressi sulla condizione italiana.
Logico, quindi, pensare, che sul piano della competitività gli attori economici non abbiano mostrato un positivo sentore.
Secondo Stanca il problema della competitività è la strutturalità della riduzione del tasso di crescita, iniziata già sin dai primi anni 90.
«L'innovazione tecnologica - ha detto il ministro - è un motore centrale della crescita. L'Italia non si è avvalsa dell'innovazione hi-tech negli anni in cui questa diventava primaria e i tassi di crescita erano ancora accettabili». Insomma, come Paese abbiamo cominciato a perdere terreno proprio quando l'It cresceva.
Poi c'è la globalizzazione. «Quando si parla di globalizzazione si parla sempre e solo di costi. È un discorso monco, limitativo, insufficiente. Bisogna accoppiare i costi ai modelli di business».
Tema ricorrente, quello dei modelli di business, che Stanca cita anche quando si parla di innovazione scientifica, che da sola non regge: quanto si crea e si inventa, secondo il ministro, andrebbe contestualizzato in un modello di inserimento nel tessuto economico, parlando di fattori abilitanti.
È un discorso, quello di Stanca, che sa di bilancio di una legislatura, e, come tale, contiene anche un mea culpa. Non più disposto a ripetere gli errori del passato «qualche anno fa, in un simile contesto, avrei parlato di legge finanziaria. Ora me ne guardo bene», il ministro ammette, con realismo, che si sarebbe potuto fare di più, ma ricorda che è stata anche la prima volta di un concetto di innovazione sposato al cosiddetto sistema Paese, ovvero famiglie più pubblica amministrazione più imprese. E insieme al suo ministero, secondo Stanca, è tutto il Paese che deve fare di più.
Per dare un senso alla politica di innovazione tecnologica nel nostro Paese, quindi, il ministro ha detto di aver iniziato un discorso nuovo, da proseguire nella prossima legislatura, di qualsiasi colore possa essere il governo. Discorso che ha portato a collaborare con altri dicasteri.
Senza mezzi termini, «Straordinario - ha detto - il lavoro fatto con la collega Moratti, per portare l'informatica nell'insegnamento. Pc nelle scuole, agli studenti, banda larga, alfabetizzazione del corpo docente, nuovi contenuti didattici».
E poi la Pubblica Amministrazione: «non dico che la Pa oggi sia diventata un fattore di competitività. La strada è lunga, ma le premesse per trasformarla ci sono. Firma digitale, raccomandata elettronica, sono due esempi di come abbiamo sposato la tecnologia al fattore giuridico. Abbiamo seminato, creato esempi, segnalato best practice. Abbiamo, in sostanza, portato l'It governance nella Pa».
Ma la strada è lunga e necessita di semplificazione, sempre, ha ammesso. Esaltandosi, poi e ripetendo per tre volte la parola “straordinarie”, per indicare le opportunità di risparmio che ha la Pa con il digitale: «Ho calcolato che solo per la Pubblica amministrazione centrale, quindi i ministeri, senza modificare di una riga l'organizzazione, l'introduzione totale della posta elettronica produrrebbe risparmi di 6-8 miliardi di euro all'anno».
E per le imprese? Finanziamenti allo sviluppo, questa la parola chiave. «Oggi - ha ricordato - abbiamo attivi due bandi, per 630 milioni di euro, per le innovazioni di processo e di prodotto, a cui possono concorrere le imprese con un finanziamento rotativo», che significa il 10% a fondo perduto, l'80% a tasso agevolato (0,5%) e il restante 10% a tasso di mercato.
«E prima o poi - ha detto rivolgendosi a Giampio Bracchi - riavremo anche un fondo tecnologico, di 100 milioni di euro per incentivare il finanziamento nelle intraprese tecnologiche».
Il problema di tutto, alla fine, sono sempre le competenze istituzionali, che mancano, la burocrazia, che esiste e domina e il ritardo. Che comincia dalla classe politica, ma arriva sin nelle case delle singole persone.
Un discorso, quello di Stanca, dolce e amaro. Un bilancio, fatto da chi probabilmente sa già che non sarà più il prossimo ministro dell'innovazione e che ha voluto passare un testimone ammonendo il successore sulle determinanti si, economiche, ma anche culturali, del processo di innovazione.
Preso direttamente ed integralmente da 01net.
«Un giorno farò l'analisi delle mie agende di questi 4 anni e mezzo di legislatura, per accorgermi di aver passato tanto tempo, troppo, per convegni, seminari, conferenze. Contributi che servono, quando portano idee nuove. Ma una riduzione dei discorsi in contesti pubblici non farebbe male».
L'attacco del discorso tenuto dal ministro dell'Innovazione, Lucio Stanca, al CiscoExpo di Milano ha il sapore del bilancio di una legislatura, passata a parlare, molto, e a fare, meno.
È salito sul palco in chiusura di un convegno organizzato da Cisco sul tema della competitività, coordinato dal direttore del Sole 24Ore, Ferruccio DeBortoli, e a cui hanno partecipato esponenti dell'offerta di tecnologia e utenti istituzionali e imprenditoriali, ben incarnati da Riccardo Illy.
E proprio di competitività ha voluto parlare Stanca, indicandolo come il tema numero uno, per tutti, dando anche delle notizie di prima mano.
Domani sarà reso noto il nuovo indice di competitività mondiale. Una classifica redatta dal Wef, World Economic Forum, sulla base di indicatori economici e attese di sviluppo dei principali attori economici. In questa speciale classifica, ha rivelato Stanca, l'Italia è ancora al 47esimo posto, come l'anno scorso.
«Ma - ha detto con tono ironico - abbiamo superato il Botswana, che l'anno scorso c'era davanti. E con tutto il rispetto per il paese africano, il problema non è evidenziato e risolto da una classifica siffatta». Ricorda Stanca, infatti, che il 60% dell'indice viene costruito sulla base di dichiarazioni, di attese di imprenditori dei rispettivi paesi. Sono 100 quelli che si sono espressi sulla condizione italiana.
Logico, quindi, pensare, che sul piano della competitività gli attori economici non abbiano mostrato un positivo sentore.
Secondo Stanca il problema della competitività è la strutturalità della riduzione del tasso di crescita, iniziata già sin dai primi anni 90.
«L'innovazione tecnologica - ha detto il ministro - è un motore centrale della crescita. L'Italia non si è avvalsa dell'innovazione hi-tech negli anni in cui questa diventava primaria e i tassi di crescita erano ancora accettabili». Insomma, come Paese abbiamo cominciato a perdere terreno proprio quando l'It cresceva.
Poi c'è la globalizzazione. «Quando si parla di globalizzazione si parla sempre e solo di costi. È un discorso monco, limitativo, insufficiente. Bisogna accoppiare i costi ai modelli di business».
Tema ricorrente, quello dei modelli di business, che Stanca cita anche quando si parla di innovazione scientifica, che da sola non regge: quanto si crea e si inventa, secondo il ministro, andrebbe contestualizzato in un modello di inserimento nel tessuto economico, parlando di fattori abilitanti.
È un discorso, quello di Stanca, che sa di bilancio di una legislatura, e, come tale, contiene anche un mea culpa. Non più disposto a ripetere gli errori del passato «qualche anno fa, in un simile contesto, avrei parlato di legge finanziaria. Ora me ne guardo bene», il ministro ammette, con realismo, che si sarebbe potuto fare di più, ma ricorda che è stata anche la prima volta di un concetto di innovazione sposato al cosiddetto sistema Paese, ovvero famiglie più pubblica amministrazione più imprese. E insieme al suo ministero, secondo Stanca, è tutto il Paese che deve fare di più.
Per dare un senso alla politica di innovazione tecnologica nel nostro Paese, quindi, il ministro ha detto di aver iniziato un discorso nuovo, da proseguire nella prossima legislatura, di qualsiasi colore possa essere il governo. Discorso che ha portato a collaborare con altri dicasteri.
Senza mezzi termini, «Straordinario - ha detto - il lavoro fatto con la collega Moratti, per portare l'informatica nell'insegnamento. Pc nelle scuole, agli studenti, banda larga, alfabetizzazione del corpo docente, nuovi contenuti didattici».
E poi la Pubblica Amministrazione: «non dico che la Pa oggi sia diventata un fattore di competitività. La strada è lunga, ma le premesse per trasformarla ci sono. Firma digitale, raccomandata elettronica, sono due esempi di come abbiamo sposato la tecnologia al fattore giuridico. Abbiamo seminato, creato esempi, segnalato best practice. Abbiamo, in sostanza, portato l'It governance nella Pa».
Ma la strada è lunga e necessita di semplificazione, sempre, ha ammesso. Esaltandosi, poi e ripetendo per tre volte la parola “straordinarie”, per indicare le opportunità di risparmio che ha la Pa con il digitale: «Ho calcolato che solo per la Pubblica amministrazione centrale, quindi i ministeri, senza modificare di una riga l'organizzazione, l'introduzione totale della posta elettronica produrrebbe risparmi di 6-8 miliardi di euro all'anno».
E per le imprese? Finanziamenti allo sviluppo, questa la parola chiave. «Oggi - ha ricordato - abbiamo attivi due bandi, per 630 milioni di euro, per le innovazioni di processo e di prodotto, a cui possono concorrere le imprese con un finanziamento rotativo», che significa il 10% a fondo perduto, l'80% a tasso agevolato (0,5%) e il restante 10% a tasso di mercato.
«E prima o poi - ha detto rivolgendosi a Giampio Bracchi - riavremo anche un fondo tecnologico, di 100 milioni di euro per incentivare il finanziamento nelle intraprese tecnologiche».
Il problema di tutto, alla fine, sono sempre le competenze istituzionali, che mancano, la burocrazia, che esiste e domina e il ritardo. Che comincia dalla classe politica, ma arriva sin nelle case delle singole persone.
Un discorso, quello di Stanca, dolce e amaro. Un bilancio, fatto da chi probabilmente sa già che non sarà più il prossimo ministro dell'innovazione e che ha voluto passare un testimone ammonendo il successore sulle determinanti si, economiche, ma anche culturali, del processo di innovazione.
Il lato oscuro di Xbox: ma siamo sicuri?
Girano in rete vari messaggi e post su quanto ha scritto Forbes in relazione a Xbox e alle perdite che ha causato a Microsoft. Anche Punto Informatico non c'è andato leggero (tanto per punzecchiare un po').
Bisogna fare qualche considerazione reale. Il mercato dell'intrattenimento è attualmente, e lo sarà sempre di più, quello che trainerà i consumi e le abitudini. Xbox è stato un flop, e chi lo scrive lo ha già pubblicato cinque mesi dopo il lancio su di un giornaletto. Ha fatto notizia. Son passati anni, ed è sempre un flop.
Xbox 360 è invece una macchina da gioco, da una parte, ma molto di più dall'altra, perché a Redmond hanno capitalizzato l'esperienza e hanno creato un prodotto significativamente più attraente, non solo in termini di videogiochi, ma proprio di divertimento, pensiamo solo di collegare la fotocamera e vedere le foto, il lettore Mp3, la rete e via di seguito.
Ma il fatto che a Forbes, chissà perché, è sfuggito, è che Microsoft ha in casso circa 45 miliardi di dollari, o Gigadollari per dirla in informatichese. I 4 Gigadollari persi da Xbox fanno ridere, perché è un Gigadollaro all'anno!
Aggiungerei anche che Microsoft per entrare in un mercato è disposta a spendere tanto, tantissimo. Se avesse acquistato SCCE (Playstation) o Nintendo, non avrebbe pagato di più per ritrovarsi dove si ritrova oggi? Non so se è dove voleva andare (parafrasando il claim aziendale), ma di certo l'investimento è stato proficuo per l'azienda. Xbox vale molto più di 4 Gigadollari. E stiamo parlando di un'azienda che da sempre, se non ha delle competenze, se le compra a suon di Megadollari e Gigadollari.
Bisogna fare qualche considerazione reale. Il mercato dell'intrattenimento è attualmente, e lo sarà sempre di più, quello che trainerà i consumi e le abitudini. Xbox è stato un flop, e chi lo scrive lo ha già pubblicato cinque mesi dopo il lancio su di un giornaletto. Ha fatto notizia. Son passati anni, ed è sempre un flop.
Xbox 360 è invece una macchina da gioco, da una parte, ma molto di più dall'altra, perché a Redmond hanno capitalizzato l'esperienza e hanno creato un prodotto significativamente più attraente, non solo in termini di videogiochi, ma proprio di divertimento, pensiamo solo di collegare la fotocamera e vedere le foto, il lettore Mp3, la rete e via di seguito.
Ma il fatto che a Forbes, chissà perché, è sfuggito, è che Microsoft ha in casso circa 45 miliardi di dollari, o Gigadollari per dirla in informatichese. I 4 Gigadollari persi da Xbox fanno ridere, perché è un Gigadollaro all'anno!
Aggiungerei anche che Microsoft per entrare in un mercato è disposta a spendere tanto, tantissimo. Se avesse acquistato SCCE (Playstation) o Nintendo, non avrebbe pagato di più per ritrovarsi dove si ritrova oggi? Non so se è dove voleva andare (parafrasando il claim aziendale), ma di certo l'investimento è stato proficuo per l'azienda. Xbox vale molto più di 4 Gigadollari. E stiamo parlando di un'azienda che da sempre, se non ha delle competenze, se le compra a suon di Megadollari e Gigadollari.
Il riciclo di Fujitsu Siemens
Ieri Fujitsu ha presentato i prodotti per la casa digitale, abbracciando totalmente la strategia Intel Viiv (che loro pronunciano "viv" e non "vaiv").
E' interessante, però, notare che l'azienda è molto attenta al riciclo dei computer, che utilizzano per fare altri prodotti. Un esempio: coltellino multiuso, che era anche il gadget della presentazione.
E' interessante, però, notare che l'azienda è molto attenta al riciclo dei computer, che utilizzano per fare altri prodotti. Un esempio: coltellino multiuso, che era anche il gadget della presentazione.
martedì 27 settembre 2005
Punto Informatico replica
Ricevo, e volentieri pubblico quanto scritto da Punto Informatico, e la mia replica via email.
> ciao
> ho letto ora il tuo post:
> http://misterreset.blogspot.com/2005/09/sul-forum-di-punto-informatico.html
>
> non posso sapere ovviamente a quale post si riferisca la persona che ti ha
> scritto ma posso garantirti che la nostra policy non prevede la
> cancellazione.
> non che possa convincerti a priori che questo e' effettivamente quanto
> avviene, sebbene ne abbia scritto in diverse occasioni aprendo un
> dibattito con chi ci segue proprio su questo punto, sul suo perche' ecc.,
> ma ti invito a leggere i molti messaggi di critica ai nostri articoli o
> alla redazione che sono disponibili online, credo che da soli indichino
> quale sia il nostro atteggiamento. tieni presente che c'e' qualcuno che a
> volte posta senza leggere la policy e allora puo' capitare, a causa di un
> deficit nel ns sistema di moderazione, che non si accorga che il suo
> messaggio, ot nel forum in cui l'ha postato, e' stato reindirizzato
> altrove.
>
> insomma, non e' proprio piacevole leggere " non so perché ma sono convinto
> che sia andata così" ;)
>
> ciao!
> paolo de andreis
> punto-informatico.it
>
La cosa mi è stata provata da più utenti, ma non è questo il punto, perché
io personalmente ho scritto dei messaggi e uno su quattro è stata cancellato
(non spostato).
Che non sia piacevole lo capisco, e quindi ho deciso di pubblicare
integralmente il tuo messaggio nel blog.
Il tono di Mr Reset è sempre provocatorio, volutamente.
Grazie mille per l'attenzione.
> ciao
> ho letto ora il tuo post:
> http://misterreset.blogspot.com/2005/09/sul-forum-di-punto-informatico.html
>
> non posso sapere ovviamente a quale post si riferisca la persona che ti ha
> scritto ma posso garantirti che la nostra policy non prevede la
> cancellazione.
> non che possa convincerti a priori che questo e' effettivamente quanto
> avviene, sebbene ne abbia scritto in diverse occasioni aprendo un
> dibattito con chi ci segue proprio su questo punto, sul suo perche' ecc.,
> ma ti invito a leggere i molti messaggi di critica ai nostri articoli o
> alla redazione che sono disponibili online, credo che da soli indichino
> quale sia il nostro atteggiamento. tieni presente che c'e' qualcuno che a
> volte posta senza leggere la policy e allora puo' capitare, a causa di un
> deficit nel ns sistema di moderazione, che non si accorga che il suo
> messaggio, ot nel forum in cui l'ha postato, e' stato reindirizzato
> altrove.
>
> insomma, non e' proprio piacevole leggere " non so perché ma sono convinto
> che sia andata così" ;)
>
> ciao!
> paolo de andreis
> punto-informatico.it
>
La cosa mi è stata provata da più utenti, ma non è questo il punto, perché
io personalmente ho scritto dei messaggi e uno su quattro è stata cancellato
(non spostato).
Che non sia piacevole lo capisco, e quindi ho deciso di pubblicare
integralmente il tuo messaggio nel blog.
Il tono di Mr Reset è sempre provocatorio, volutamente.
Grazie mille per l'attenzione.
Blog meditation
Mi permetto di segnalare un post di Beppe Caravita sui blog, che cita una ricerca nei blog oltreoceano.
Qui il link.
Qui il link.
La voglia di crescere delle nostre aziende
Questo periodo mi ha portato in giro per aziende, ne ho contattate tantissime e quello che noto è una gran voglia di crescere.
Mi aggancio al sito Microsoft/HP/Intel per finanziare le imprese.
dalla metà di giugno ad oggi, sono stati quasi 13 mila gli unic users, non è un numero trascurabile.
Quindi c'è la necessità, per il sistema delle nostre imprese, di crescere grazie ad un aiuto economico.
E c'è una gran voglia di investire in tecnologia, qualla buona, che porta risultati certi. Non è un caso che tutte le multinazionali offrono soluzioni che sono più tangibili che in passato.
Possibile che in pochi si accorgano di questa voglia, di questo tentativo di tornare competitivi, non a parole, ma nei fatti?
La parola competitività è stata abusata in questi anni, e l'imprenditore e le imprese hanno perso l'abitudine di guardare avanti, rpeoccupate di tagliare i costi. Gli investimenti scarsi hanno provocato la crisi attuale. Qualcuno sta rimediando. La tecnologia è il primo passo. Perché i leader di tutti mercati denotano un fattore comune: sono aziende tecnologicamente avanzate e adottano soluzioni informatiche di ultima generazione.
Sono dati, non parole.
Mi aggancio al sito Microsoft/HP/Intel per finanziare le imprese.
dalla metà di giugno ad oggi, sono stati quasi 13 mila gli unic users, non è un numero trascurabile.
Quindi c'è la necessità, per il sistema delle nostre imprese, di crescere grazie ad un aiuto economico.
E c'è una gran voglia di investire in tecnologia, qualla buona, che porta risultati certi. Non è un caso che tutte le multinazionali offrono soluzioni che sono più tangibili che in passato.
Possibile che in pochi si accorgano di questa voglia, di questo tentativo di tornare competitivi, non a parole, ma nei fatti?
La parola competitività è stata abusata in questi anni, e l'imprenditore e le imprese hanno perso l'abitudine di guardare avanti, rpeoccupate di tagliare i costi. Gli investimenti scarsi hanno provocato la crisi attuale. Qualcuno sta rimediando. La tecnologia è il primo passo. Perché i leader di tutti mercati denotano un fattore comune: sono aziende tecnologicamente avanzate e adottano soluzioni informatiche di ultima generazione.
Sono dati, non parole.
lunedì 26 settembre 2005
Morto un @lfa, si fa un Nova24
Il titolo del post dice già tutto.
venerdì 23 settembre 2005
Tanti messaggi sul P2P
Mi sono arrivati molti messaggi relativi alla chiusura di WinMX.
Io ho taciuto.
Per due motivi: il primo è che molti degli utenti di WinMX sono dei "pirati", certamente casalinghi, che si sono abituati bene (soprattutto sulle reti OpenNap di Fastweb), e il secondo è che non è una notizia. Infatti, era nell'aria da tempo che il servizio potesse essere chiuso, come quelli di Kazaa, LimeWire, BearShare ed eDonkey.
Il P2P non è però morto, anzi si vedono applicazioni innovative ogni settimana. Sta invece finendo un'epoca per i contenuti "gratis". Anche se, con i server OpenNap, WinMx avrà ancora una lunga vita.
Io ho taciuto.
Per due motivi: il primo è che molti degli utenti di WinMX sono dei "pirati", certamente casalinghi, che si sono abituati bene (soprattutto sulle reti OpenNap di Fastweb), e il secondo è che non è una notizia. Infatti, era nell'aria da tempo che il servizio potesse essere chiuso, come quelli di Kazaa, LimeWire, BearShare ed eDonkey.
Il P2P non è però morto, anzi si vedono applicazioni innovative ogni settimana. Sta invece finendo un'epoca per i contenuti "gratis". Anche se, con i server OpenNap, WinMx avrà ancora una lunga vita.
Sul forum di Punto Informatico
Max "The Ring" mi fa notare che ha scritto un post sul forum di Punto Informatico, adducendo al fatto che avevano creato un articolo relativo ad un investirore (unico investitore?) pubblicitario.
Il messaggio sul forum è sparito.
Ho cercato, nel forum effettivamente non c'è, ma non ho le prove che sia stato scritto e quindi cancellato.
Ma non so perché ma sono convinto che sia andata così. Anche altri mi avevano scritto in passato messaggi di questo tipo. E non mi riferisco a messaggi spostati dai moderatori perché contro la policy di Punto Informatico.
Il messaggio sul forum è sparito.
Ho cercato, nel forum effettivamente non c'è, ma non ho le prove che sia stato scritto e quindi cancellato.
Ma non so perché ma sono convinto che sia andata così. Anche altri mi avevano scritto in passato messaggi di questo tipo. E non mi riferisco a messaggi spostati dai moderatori perché contro la policy di Punto Informatico.
giovedì 22 settembre 2005
Bill Gates e Xbox 360
Leggendo oggi ho scoperto che Giolito (Microsoft Italia) può essere paragonato a Bill Gates. A parte il titolo del pezzo, bisogna essere dei geni.
Ballmer e PC in salotto
Sento dire che Steve Ballmer è scettico sulle possibilità di avere un PC in salotto, che mostri anche la TV. A parte Media Center, mi pare che Microsoft stia investendo qualcosina su Xbox 360, che permetterà di connettere periferiche Usb direttamente, leggere contenuti multimediali dai PC in rete ed è, per definizione, da salotto. Che sia un PC (con un processore dotato di tre core) è un dato di fatto.
Come dice Laurenti: se le cose non le sai, salle!
Come dice Laurenti: se le cose non le sai, salle!
Feed Rss
Ieri ho postato probabilmente in fretta. Ho infatti ricevuto un sacco di messaggi.
Il senso non era negativo verso i feed rss, ma una considerazione di come i contenuti dei blog, ma più in generale dei siti, si infilino in una specie di newsletter automatica, che è però quasi completamente scollegata al sito.
Niente di più.
Il senso non era negativo verso i feed rss, ma una considerazione di come i contenuti dei blog, ma più in generale dei siti, si infilino in una specie di newsletter automatica, che è però quasi completamente scollegata al sito.
Niente di più.
mercoledì 21 settembre 2005
Il Phishing si evolve (?)
Sfrontati e pure spiritosi. Il Phishing allo stato puro.
> Egregi clienti della banca Bybank via Internet Imprese, Vi informiamo che
> in relazione al sovraccarico del nostro generale server
> http://www.bybank.it la nostra zona tecnice e allargata con l'aggiunta di
> nuovo server attualmente nella fase di test. L'indirizzo fisso del nuovo
> web server del servizio online banking - www.by-bank.com
> Tutti i clienti devono essere soggetti alla procedura obbligatoria
> d'autenticazione al nuovo server per far transferire i Vostri dati
> d'utente con successo alla base dei dati del nuovo piu protetto server del
> servizio online banking.
>
> 1. Aprite la web pagina http://www.by-bank.com
> 2. Entrate nel Vostro conto ondine usando la combinazione Codice i Pin.
> 3. Per evitare la perdita dei Vostri dati personali e per la protezione
> contro assalti di "Phishing" si prega di sempre chiudere la finestra del
> Vostro Internet Browser al termine di lavori con la banca ondine.
>
> Distinti saluti, il servizio d'assistenza tecnica della banca online
> Bybank.
Non vorrei dire, ma si sta sfiorando la pubblicità ai servizi.
Come vorrei sbagliarmi.
> Egregi clienti della banca Bybank via Internet Imprese, Vi informiamo che
> in relazione al sovraccarico del nostro generale server
> http://www.bybank.it la nostra zona tecnice e allargata con l'aggiunta di
> nuovo server attualmente nella fase di test. L'indirizzo fisso del nuovo
> web server del servizio online banking - www.by-bank.com
> Tutti i clienti devono essere soggetti alla procedura obbligatoria
> d'autenticazione al nuovo server per far transferire i Vostri dati
> d'utente con successo alla base dei dati del nuovo piu protetto server del
> servizio online banking.
>
> 1. Aprite la web pagina http://www.by-bank.com
> 2. Entrate nel Vostro conto ondine usando la combinazione Codice i Pin.
> 3. Per evitare la perdita dei Vostri dati personali e per la protezione
> contro assalti di "Phishing" si prega di sempre chiudere la finestra del
> Vostro Internet Browser al termine di lavori con la banca ondine.
>
> Distinti saluti, il servizio d'assistenza tecnica della banca online
> Bybank.
Non vorrei dire, ma si sta sfiorando la pubblicità ai servizi.
Come vorrei sbagliarmi.
Crisi generazionale
Questo blog ha registrato, da quando è nato, una crescita costante di visitatori. Fino a gennaio 2005. Qui si è registrato il primo calo sensibile di pagine viste. Ma non di email ricevute.
Un calo progressivo, che continua.
Salvo poi avere delle impennate pazzesche se nei post vi sono dei contenuti multimediali, dove si registra una crescita abnorme di accessi, superiori o pari a quelle dei visitatori della fine del 2004. Sono in aumento anche le ricerche all'interno del blog.
Ci stavo riflettendo da un po' e mi sono reso conto che effettivamente sono tantissimi i frequentatori di blog che leggono oramai solo i Feed Rss, quindi non hanno la necessità di un accesso fisico, leggono e basta. Con uno strumento comodo.
Tutto ciò mi fa pensare di essere diventato quasi una fonte per le "nuove newsletter" più che un blogger di vecchio stampo.
Non so se è solo una mia sensazione o è la realtà dei fatti.
Mi pare fondamentale approfondire un po' meglio la cosa.
Un calo progressivo, che continua.
Salvo poi avere delle impennate pazzesche se nei post vi sono dei contenuti multimediali, dove si registra una crescita abnorme di accessi, superiori o pari a quelle dei visitatori della fine del 2004. Sono in aumento anche le ricerche all'interno del blog.
Ci stavo riflettendo da un po' e mi sono reso conto che effettivamente sono tantissimi i frequentatori di blog che leggono oramai solo i Feed Rss, quindi non hanno la necessità di un accesso fisico, leggono e basta. Con uno strumento comodo.
Tutto ciò mi fa pensare di essere diventato quasi una fonte per le "nuove newsletter" più che un blogger di vecchio stampo.
Non so se è solo una mia sensazione o è la realtà dei fatti.
Mi pare fondamentale approfondire un po' meglio la cosa.
martedì 20 settembre 2005
Telecom e la IPTV
A parte il fatto che sono sostanzialmente stufo di leggere sulle pagine di Affari e FInanza le prossime mosse di Telecom, neanche fosse l'organo ufficiale dell'azienda, non vedo nulla di cui stupirmi di quanto proposto da Ruggiero.
Telecom punta ai contenuti digitali distribuiti con l'Adsl, non si scopre nulla di nuovo. Mi chiedo solo una cosa: sono necessari 4 Mbit, poi 8 e poi 20?
In realtà, negli Usa e credo anche da noi in Italia tra poco, c'è chi come Sparkling che offre i medesimi servizi su di una linea da 512 kbit, decisamente più alla portata di tutti.
Telecom punta ai contenuti digitali distribuiti con l'Adsl, non si scopre nulla di nuovo. Mi chiedo solo una cosa: sono necessari 4 Mbit, poi 8 e poi 20?
In realtà, negli Usa e credo anche da noi in Italia tra poco, c'è chi come Sparkling che offre i medesimi servizi su di una linea da 512 kbit, decisamente più alla portata di tutti.
La potenza di calcolo
Ieri sono stato, di sfuggita, al World Business Forum a Milano. Ho incontrato e ho parlato con un personaggio di spicco nel panorama dell'IT in Italia. Il quale mi ha detto due cose interessanti.
La prima: per vendere i prodotti, la sua azienda ha bisogno di un Einstein per presentarla e di un Einstein per comprarla, con il paradosso che non esistono due Einstein.
La seconda: l'uomo è andato sulla Luna con un computer che aveva un centesimo della potenza di calcolo del cellulare che abbiamo in tasca.
La prima: per vendere i prodotti, la sua azienda ha bisogno di un Einstein per presentarla e di un Einstein per comprarla, con il paradosso che non esistono due Einstein.
La seconda: l'uomo è andato sulla Luna con un computer che aveva un centesimo della potenza di calcolo del cellulare che abbiamo in tasca.
lunedì 19 settembre 2005
Da Ballmer
> Da quando sono diventato Amministratore Delegato di Microsoft 6 anni fa,
> una delle mie priorità è stata quella di migliorare il livello di
> soddisfazione dei clienti e partner Microsoft, operando principalmente in
> tre aree:
>
> * Offrire prodotti affidabili e di elevata qualità
> * Comprendere e soddisfare le richieste dei clienti
> * Facilitare la relazione con Microsoft
>
> Nel corso degli ultimi anni abbiamo raggiunto importanti risultati in
> queste aree, tuttavia devo riconoscere che abbiamo solo cominciato a
> sfruttare le reali potenzialità offerte dalle nostre tecnologie per
> aiutarVi a comunicare in maniera più efficiente, a trovare le soluzioni
> più adeguate alle Vostre necessità, ad incrementare la Vostra
> produttività. Ed io sono personalmente impegnato perché Microsoft possa
> offrire in futuro prodotti ancora più avanzati in termini di sicurezza e
> affidabilità e possa sostenere i suoi clienti ed i suoi partner più
> efficacemente.
>
> Proprio al fine di continuare a migliorare la nostra offerta, svolgiamo
> regolarmente un'indagine orientata a misurare il livello di
> soddisfazione dei nostri clienti e partner, chiedendo ad un gruppo
> selezionato di partecipare alla nostra annuale ricerca sulla customer
> satisfaction. I suggerimenti così ricevuti si riflettono direttamente non
> soltanto sulla nostra offerta di prodotti e servizi a livello globale, ma
> anche sulla nostra operatività a livello locale, in ciascuno degli oltre
> 100 paesi dove siamo presenti.
>
> La invito quindi a partecipare al nostro studio di Customer e Partner
> Satisfaction di quest'anno. Nelle prossime settimane sarà contattato da
> Harris Interactive, la società di analisi di mercato cui abbiamo affidato
> la gestione della ricerca. L'intervista è stata ideata in modo da
> impegnarVi per meno di venti minuti.
>
> La ringrazio anticipatamente per il tempo che ci vorrà dedicare e per i
> Suoi suggerimenti, cruciali per la nostra strategia di sviluppo in tutto
> il mondo.
>
> Distinti saluti,
>
> Steve Ballmer
> Chief Executive Officer, Microsoft Corporation
> una delle mie priorità è stata quella di migliorare il livello di
> soddisfazione dei clienti e partner Microsoft, operando principalmente in
> tre aree:
>
> * Offrire prodotti affidabili e di elevata qualità
> * Comprendere e soddisfare le richieste dei clienti
> * Facilitare la relazione con Microsoft
>
> Nel corso degli ultimi anni abbiamo raggiunto importanti risultati in
> queste aree, tuttavia devo riconoscere che abbiamo solo cominciato a
> sfruttare le reali potenzialità offerte dalle nostre tecnologie per
> aiutarVi a comunicare in maniera più efficiente, a trovare le soluzioni
> più adeguate alle Vostre necessità, ad incrementare la Vostra
> produttività. Ed io sono personalmente impegnato perché Microsoft possa
> offrire in futuro prodotti ancora più avanzati in termini di sicurezza e
> affidabilità e possa sostenere i suoi clienti ed i suoi partner più
> efficacemente.
>
> Proprio al fine di continuare a migliorare la nostra offerta, svolgiamo
> regolarmente un'indagine orientata a misurare il livello di
> soddisfazione dei nostri clienti e partner, chiedendo ad un gruppo
> selezionato di partecipare alla nostra annuale ricerca sulla customer
> satisfaction. I suggerimenti così ricevuti si riflettono direttamente non
> soltanto sulla nostra offerta di prodotti e servizi a livello globale, ma
> anche sulla nostra operatività a livello locale, in ciascuno degli oltre
> 100 paesi dove siamo presenti.
>
> La invito quindi a partecipare al nostro studio di Customer e Partner
> Satisfaction di quest'anno. Nelle prossime settimane sarà contattato da
> Harris Interactive, la società di analisi di mercato cui abbiamo affidato
> la gestione della ricerca. L'intervista è stata ideata in modo da
> impegnarVi per meno di venti minuti.
>
> La ringrazio anticipatamente per il tempo che ci vorrà dedicare e per i
> Suoi suggerimenti, cruciali per la nostra strategia di sviluppo in tutto
> il mondo.
>
> Distinti saluti,
>
> Steve Ballmer
> Chief Executive Officer, Microsoft Corporation
sabato 17 settembre 2005
Bill Gates al College ..
... per reclutare.
Un filmetto di cinque minuti, vero e di Microsoft, e imperdibile.
Un filmetto di cinque minuti, vero e di Microsoft, e imperdibile.
venerdì 16 settembre 2005
Finanziare l'IT nelle PMI
Non mi stancherà mai di ripetere questo tema.
Prosegue la possibilità per le piccole e medie imprese che necessitano di finanziamenti bancari per effettuare programmi di investimento in tecnologie digitali, finalizzati all'innovazione di prodotto o servizio e/o alla integrazione dei processi aziendali, di beneficiare dell'intervento della sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI ex lege 662/96, istituita nel 2004 con decreto del Ministro delle attività produttive e del Ministro per l'innovazione e le tecnologie.
L'accesso alla garanzia è semplice. L'impresa potrà richiedere in una qualsiasi banca un finanziamento a copertura del programma di investimento in tecnologie digitali e in luogo delle garanzie reali o personali molto spesso richieste dagli istituti bancari alle imprese clienti, acquisire la garanzia della sezione speciale. In alternativa, l'impresa potrà beneficiare indirettamente dell'intervento della sezione speciale richiedendo all'impresa fornitrice di tecnologie digitali una dilazione di pagamento. In questo caso sarà il fornitore a chiedere alla banca le risorse necessarie per finanziarie le dilazioni di pagamento concesse alle imprese clienti, utilizzando la Sezione speciale a garanzia del finanziamento.
Prosegue la possibilità per le piccole e medie imprese che necessitano di finanziamenti bancari per effettuare programmi di investimento in tecnologie digitali, finalizzati all'innovazione di prodotto o servizio e/o alla integrazione dei processi aziendali, di beneficiare dell'intervento della sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI ex lege 662/96, istituita nel 2004 con decreto del Ministro delle attività produttive e del Ministro per l'innovazione e le tecnologie.
L'accesso alla garanzia è semplice. L'impresa potrà richiedere in una qualsiasi banca un finanziamento a copertura del programma di investimento in tecnologie digitali e in luogo delle garanzie reali o personali molto spesso richieste dagli istituti bancari alle imprese clienti, acquisire la garanzia della sezione speciale. In alternativa, l'impresa potrà beneficiare indirettamente dell'intervento della sezione speciale richiedendo all'impresa fornitrice di tecnologie digitali una dilazione di pagamento. In questo caso sarà il fornitore a chiedere alla banca le risorse necessarie per finanziarie le dilazioni di pagamento concesse alle imprese clienti, utilizzando la Sezione speciale a garanzia del finanziamento.
giovedì 15 settembre 2005
Google si occupa di cercare i blog
Molti motori di ricerca lo facevano già.
Ora anche Google ricerca nei blog. Come sempre, il servizio è in beta.
Ora anche Google ricerca nei blog. Come sempre, il servizio è in beta.
mercoledì 14 settembre 2005
Blog e giornalisti
Una ricerca di un'agenzia di comunicazione.
I giornalisti italiani nell’epoca dei “blog”: li usano, ci credono e ne sono protagonisti.
1/3 dei giornalisti italiani li consulta quotidianamente, il 90% li ha consultati almeno 1 volta e la stragrande maggioranza li ritiene credibili, anche se come fonti da incrociare con altre. È una prova che anche in Italia il fenomeno dei blog sta cambiando il modo di fare giornalismo ed interviene nella generazione e diffusione delle notizie?
I risultati dell’indagine condotta su un campione di giornalisti di testate nazionali (agenzie, quotidiani, periodici, radio e TV) da Digital PR e Hill&Knowlton Gaia spingono, in questa direzione una riflessione ormai di attualità nella comunità globale dell’informazione.
Le risposte dei giornalisti contattati confermano un sentito già emerso nel settore anche negli Stati Uniti e avvalorano l’ipotesi che sempre più le notizie, in un futuro quanto mai vicino, saranno originate e veicolate attraverso una collaborazione diffusa da parte degli utenti della rete, nuovi protagonisti attivi dell’informazione.
Infatti, anche se in molti casi è la curiosità per il fenomeno il motivo che spinge i giornalisti alla consultazione dei blog, il 60% degli intervistati attribuisce a questi canali la capacità di modificare il mondo dell’informazione. Per oltre la metà delle risposte al sondaggio, i blog sono utilizzati per ricerche ed approfondimenti legati al proprio lavoro o per costruire nuove storie.
Politica ed economia sono i temi di maggiore interesse nella consultazione dei blog, insieme ai temi legati alle nuove tecnologie; da segnalare, inoltre, l’attenzione verso le informazioni veicolate dai blog sui temi sociali (ambiente, costume, responsabilità d’impresa) oggetto del 29% delle risposte, segnale di un’attenzione al formarsi delle opinioni ed a come l’opinione pubblica si formi ed evolva attraverso il confronto in rete.
Non solo fruitori, i giornalisti sono anche protagonisti del fenomeno: 1/3 del campione analizzato ha un proprio blog (per la maggior parte dei casi indipendente, per il resto ospitato dalle testate per cui scrivono), considerato come esperienza rilevante per il proprio lavoro (un “esperimento professionale” per il 31% delle risposte e “spazio di approfondimento e discussione” per il 38%).
Un dato che riassume il reale sentimento della categoria rispetto a questo fenomeno è anche quello che definisce per oltre i 2/3 dei giornalisti contattati, i blog come “grande spazio di libertà”: una direzione, quella della “democraticizzazione” e condivisione, verso cui l’informazione evolve a una velocità incredibile, creando nuove modalità e forme di espressione.
Circa 500.000 in Italia, oltre 14 milioni nel mondo, con numeri in continua crescita: il fenomeno dei “blog” è una realtà consolidata che sempre più condiziona e determina scelte e strategie delle aziende e del mondo della comunicazione, un fenomeno quindi di grande interesse per Digital PR e Hill&Knowlton Gaia, impegnate a sviluppare sempre nuovi strumenti di comunicazione e competenze avanzate da mettere a disposizione dei propri clienti.
Per approfondimenti, scarica la ricerca in formato pdf dal sito http://www.digital-pr.it/ricerca_giornalisti-blog.asp
I giornalisti italiani nell’epoca dei “blog”: li usano, ci credono e ne sono protagonisti.
1/3 dei giornalisti italiani li consulta quotidianamente, il 90% li ha consultati almeno 1 volta e la stragrande maggioranza li ritiene credibili, anche se come fonti da incrociare con altre. È una prova che anche in Italia il fenomeno dei blog sta cambiando il modo di fare giornalismo ed interviene nella generazione e diffusione delle notizie?
I risultati dell’indagine condotta su un campione di giornalisti di testate nazionali (agenzie, quotidiani, periodici, radio e TV) da Digital PR e Hill&Knowlton Gaia spingono, in questa direzione una riflessione ormai di attualità nella comunità globale dell’informazione.
Le risposte dei giornalisti contattati confermano un sentito già emerso nel settore anche negli Stati Uniti e avvalorano l’ipotesi che sempre più le notizie, in un futuro quanto mai vicino, saranno originate e veicolate attraverso una collaborazione diffusa da parte degli utenti della rete, nuovi protagonisti attivi dell’informazione.
Infatti, anche se in molti casi è la curiosità per il fenomeno il motivo che spinge i giornalisti alla consultazione dei blog, il 60% degli intervistati attribuisce a questi canali la capacità di modificare il mondo dell’informazione. Per oltre la metà delle risposte al sondaggio, i blog sono utilizzati per ricerche ed approfondimenti legati al proprio lavoro o per costruire nuove storie.
Politica ed economia sono i temi di maggiore interesse nella consultazione dei blog, insieme ai temi legati alle nuove tecnologie; da segnalare, inoltre, l’attenzione verso le informazioni veicolate dai blog sui temi sociali (ambiente, costume, responsabilità d’impresa) oggetto del 29% delle risposte, segnale di un’attenzione al formarsi delle opinioni ed a come l’opinione pubblica si formi ed evolva attraverso il confronto in rete.
Non solo fruitori, i giornalisti sono anche protagonisti del fenomeno: 1/3 del campione analizzato ha un proprio blog (per la maggior parte dei casi indipendente, per il resto ospitato dalle testate per cui scrivono), considerato come esperienza rilevante per il proprio lavoro (un “esperimento professionale” per il 31% delle risposte e “spazio di approfondimento e discussione” per il 38%).
Un dato che riassume il reale sentimento della categoria rispetto a questo fenomeno è anche quello che definisce per oltre i 2/3 dei giornalisti contattati, i blog come “grande spazio di libertà”: una direzione, quella della “democraticizzazione” e condivisione, verso cui l’informazione evolve a una velocità incredibile, creando nuove modalità e forme di espressione.
Circa 500.000 in Italia, oltre 14 milioni nel mondo, con numeri in continua crescita: il fenomeno dei “blog” è una realtà consolidata che sempre più condiziona e determina scelte e strategie delle aziende e del mondo della comunicazione, un fenomeno quindi di grande interesse per Digital PR e Hill&Knowlton Gaia, impegnate a sviluppare sempre nuovi strumenti di comunicazione e competenze avanzate da mettere a disposizione dei propri clienti.
Per approfondimenti, scarica la ricerca in formato pdf dal sito http://www.digital-pr.it/ricerca_giornalisti-blog.asp
Office 12 e Vista
Molti siti si dicono sorpresi dal fatto che Microsoft, e nella fattispecie Bill Gates, abbia presentato Vista e Office insieme.
Che cosa ci può essere di meglio che presentare uan nuova release del sistema operativo correlato con l'applicativo, o meglio, la famiglia di applicativi per eccellenza?
In fondo, il fattore comune sarà XML, sviluppato da almeno quattro anni.
Insomma, Office 12 sarà probabilmente davvero innovativo. Bisognerà capire se c'è il bisogno di una nuova generazione di prodotto Office.
Questo è il problema principale per Microsoft.
Che cosa ci può essere di meglio che presentare uan nuova release del sistema operativo correlato con l'applicativo, o meglio, la famiglia di applicativi per eccellenza?
In fondo, il fattore comune sarà XML, sviluppato da almeno quattro anni.
Insomma, Office 12 sarà probabilmente davvero innovativo. Bisognerà capire se c'è il bisogno di una nuova generazione di prodotto Office.
Questo è il problema principale per Microsoft.
Punto informatico solido
Una provocazione: ma che fine ha fatto Punto Informatico Solido, l'iniziativa del portale di fare un bimestrale gratuito di carta?
martedì 13 settembre 2005
Il prezzo del Voip
Skype venduto ad Ebay è una notizia. Il prezzo altrettanto.
La domanda che sorge praticamente spontanea è: ma vale così tanto?
La sensazione, diciamola tutta, è che il Voip sia un po' il futuro della telefonia, nel beno o nel male. Ma visti i costi irrisori e una barriera d'ingresso piuttosto bassa, dubito fortemente che si possano fare fatturati, o meglio, margini strepitosi.
Google e Microsoft hanno fatto passi importanti nel Voip. Senza spendere cifre fuori dal mondo. E poi c'è un aspetto interessante: in Italia, ad esempio, non esiste una normativa, nemmeno in molti paesi europei. E inoltre il Voip è dfficilmente intercettabile. Insomma, non vedo solo luci sul Voip, ma anche delle belle ombre.
La domanda che sorge praticamente spontanea è: ma vale così tanto?
La sensazione, diciamola tutta, è che il Voip sia un po' il futuro della telefonia, nel beno o nel male. Ma visti i costi irrisori e una barriera d'ingresso piuttosto bassa, dubito fortemente che si possano fare fatturati, o meglio, margini strepitosi.
Google e Microsoft hanno fatto passi importanti nel Voip. Senza spendere cifre fuori dal mondo. E poi c'è un aspetto interessante: in Italia, ad esempio, non esiste una normativa, nemmeno in molti paesi europei. E inoltre il Voip è dfficilmente intercettabile. Insomma, non vedo solo luci sul Voip, ma anche delle belle ombre.
lunedì 12 settembre 2005
Bill Gates
Mi avete segnalato in molti il filmato su Channel9, il blog di Msdn.
Si tratta di un video informale di Bill Gates, in cui spiega, in modo pacato, a cosa sta lavorando...
Si tratta di un video informale di Bill Gates, in cui spiega, in modo pacato, a cosa sta lavorando...
venerdì 9 settembre 2005
Smau: niente secondo piano al portello
Parola torna indietro per Smau vecchi stile.
Resta impiantato con il centro al Portello, ma senza il secondo piano dei padiglioni.
Una bella mazzata per lo spazio espositivo!
Resta impiantato con il centro al Portello, ma senza il secondo piano dei padiglioni.
Una bella mazzata per lo spazio espositivo!
Ebay: paghi il layout
Cambiano le tariffe di ebay. Niente di grave. Quasi tutto rimane invariato, per la verità. Qualcosa cambia in un maggior costo.
Mi lascia perplesso una voce: layout inserzione passa da gratis a 10 centesimi. Nulla, comunque, ma è un aumento enorme per un servizio che di fatto non costa.
Non capisco.
Ops, capisco, visto che con quei soldini punta a prendersi Skype!
Mi lascia perplesso una voce: layout inserzione passa da gratis a 10 centesimi. Nulla, comunque, ma è un aumento enorme per un servizio che di fatto non costa.
Non capisco.
Ops, capisco, visto che con quei soldini punta a prendersi Skype!
Due messaggi sul Phishing
Senza entrare di nuovo nella polemica di questi ultimi due giorni, segnalo due messaggi, di aziende che operano nella security. Non citerò il nome delle aziende. Ma non si è lontani da quanto ho scritto.
"... abbiamo presentato un sistema di neutralizzazione dei siti, sofisticato ma al tempo stesso semplice, ad una serie di banche e assicurazioni. La risposta, tiepida a febbraio dello scorso anno, si è scaldata da giugno, tanto che oggi abbiamo un cliente che è pronto ad adottare una strategia di piena occupazione di banda in caso di attacco di un sito, o come nel caso, di phishing...."
"... la tecnica che hai illustrato fa parte di una delle strategie che [...] adotta da un anno a questa parte in Nord America e in qualche caso in Europa (non i Italia). I prodotti erano nati per prevenire gli attacchi di Denial of Service, ma la tecnica degli attacchi si è evoluta e ha reso inutile il lavoro. Poi, si è iniziato ad usarli per altri tipi di attacchi, tra cui il phishing, andando non solo a bloccare i siti su cui venivano convogliati gli utenti, ma anche per bloccare le possibili operazioni di fuga e di cancellazione delle tracce, aiutando quindi le autorità. [...] La tua proposta, semplicissima, amplia ulteriormente le possibilità, anche se, andando contro il mio interesse, sarebbe suffuciente un messaggio di email ufficiale da parte dell'azienda sotto attacco a tutti i propri clienti per limitare i danni. [...] Mi sono per la verità meravigliato anch'io di quanto tempo sia stato attivo il sito farlocco [...]"
Vorrei fare un minimo di polemica con chi mi viene a parlare di etica. Mi pare eticamente corretto che esistano delle strutture a tutela dei risparmiatori di fronte alle truffe (sia telematiche che agli sportelli bancomat e quant'altro). Parlare di etica nei confronti dei risparmiatori, lo capisco, è effettivamente fuori moda. Ma bisogna invertire la tendenza.
Oppure va bene così?
"... abbiamo presentato un sistema di neutralizzazione dei siti, sofisticato ma al tempo stesso semplice, ad una serie di banche e assicurazioni. La risposta, tiepida a febbraio dello scorso anno, si è scaldata da giugno, tanto che oggi abbiamo un cliente che è pronto ad adottare una strategia di piena occupazione di banda in caso di attacco di un sito, o come nel caso, di phishing...."
"... la tecnica che hai illustrato fa parte di una delle strategie che [...] adotta da un anno a questa parte in Nord America e in qualche caso in Europa (non i Italia). I prodotti erano nati per prevenire gli attacchi di Denial of Service, ma la tecnica degli attacchi si è evoluta e ha reso inutile il lavoro. Poi, si è iniziato ad usarli per altri tipi di attacchi, tra cui il phishing, andando non solo a bloccare i siti su cui venivano convogliati gli utenti, ma anche per bloccare le possibili operazioni di fuga e di cancellazione delle tracce, aiutando quindi le autorità. [...] La tua proposta, semplicissima, amplia ulteriormente le possibilità, anche se, andando contro il mio interesse, sarebbe suffuciente un messaggio di email ufficiale da parte dell'azienda sotto attacco a tutti i propri clienti per limitare i danni. [...] Mi sono per la verità meravigliato anch'io di quanto tempo sia stato attivo il sito farlocco [...]"
Vorrei fare un minimo di polemica con chi mi viene a parlare di etica. Mi pare eticamente corretto che esistano delle strutture a tutela dei risparmiatori di fronte alle truffe (sia telematiche che agli sportelli bancomat e quant'altro). Parlare di etica nei confronti dei risparmiatori, lo capisco, è effettivamente fuori moda. Ma bisogna invertire la tendenza.
Oppure va bene così?
giovedì 8 settembre 2005
Mi permetto
Qualche consiglio di lettura, così per chi volesse approfondire i temi della sicurezza, visto che sono stato un attimo nel centro del ciclone...
Grazie.
Grazie.
Ancora sul phishing
Siccome mai come in questo periodo sono preso da mille faccende, non ho il tempo per leggere tutti messaggi che mi stanno arrivando sull'argomento. Mi scuso.
Non volevo insultare nessuno utilizzando intelligenza, ma semplicemente volevo dire che non ci si è voluti applicare.
Un esempio: 01net si è applicato, ha compreso che si trattava di un problema istituzionale. Molti altri, anche chi cura blog che si definiscono negli intenti "importanti", no. Anche con considerazioni gratuite nei commenti (non mi va di citare perché, alla fine sono corretto e non tiro in ballo gente che a sua volta, era stata tirata in ballo da altri e non può difendersi).
Non volevo insultare nessuno utilizzando intelligenza, ma semplicemente volevo dire che non ci si è voluti applicare.
Un esempio: 01net si è applicato, ha compreso che si trattava di un problema istituzionale. Molti altri, anche chi cura blog che si definiscono negli intenti "importanti", no. Anche con considerazioni gratuite nei commenti (non mi va di citare perché, alla fine sono corretto e non tiro in ballo gente che a sua volta, era stata tirata in ballo da altri e non può difendersi).
La risposta al Phishing
La mia provocazione su come rispondere agli attacchi di phishing non voleva essere una risposta personale agli attacchi, ma un valido modo per immobilizzare i siti su cui rimandano i messaggi.
Questa risposta è certamente più immediata delle indagini doverose da parte di chi svolge questo lavoro e del sequestro e conseguente blocco dei siti. Infatti, permetterebbe a qualche disgraziato di evitare di cadere nel phishing.
Se qualcuno ha inteso il mio post come una risposta personale da parte di chi è colpito da phishing, mi spiace per lui, ma soprattutto per la sua intelligenza.
Chi ha le capacità, tecniche e pratiche, di effettuare un attacco ad altri siti?Sinceramente mi pare assurdo che dopo ore dalla consapevolezza dell'attacco, il sito sia ancora raggiungibile.
Punto.
E' una considerazione, se vogliamo spicciola, ma è una considerazione amara.
Questa risposta è certamente più immediata delle indagini doverose da parte di chi svolge questo lavoro e del sequestro e conseguente blocco dei siti. Infatti, permetterebbe a qualche disgraziato di evitare di cadere nel phishing.
Se qualcuno ha inteso il mio post come una risposta personale da parte di chi è colpito da phishing, mi spiace per lui, ma soprattutto per la sua intelligenza.
Chi ha le capacità, tecniche e pratiche, di effettuare un attacco ad altri siti?Sinceramente mi pare assurdo che dopo ore dalla consapevolezza dell'attacco, il sito sia ancora raggiungibile.
Punto.
E' una considerazione, se vogliamo spicciola, ma è una considerazione amara.
Icmt
Gli acronimi non finiscono mai.
A quanto pare ICT, acronimo di Information e Communication Tecnology (a me tanto caro in questo periodo), non è più sufficiente per indicare un comparto.
In molti, infatti, si stanno muovendo verso l'acronimo ICMT, con l'introduzione di M che sta per Media, cercando di abbracciare anche il concetto dei contenuti e dei sistemi di distribuzione digitali.
A quanto pare ICT, acronimo di Information e Communication Tecnology (a me tanto caro in questo periodo), non è più sufficiente per indicare un comparto.
In molti, infatti, si stanno muovendo verso l'acronimo ICMT, con l'introduzione di M che sta per Media, cercando di abbracciare anche il concetto dei contenuti e dei sistemi di distribuzione digitali.
Qualche risposta sul Mactorola
Siccome ho anticipato il prodotto Motorola Apple, mi sono piovuti addosso un po' di messaggi.
A parte gli impallinati Apple, con cui è impossibile un qualsiasi discorso serio, la mia segnalazione aveva un unico obiettivo: dimostrare che alla Apple sono bravi.
Punto.
Riusciranno di certo a far vendere un prodotto mediocre (nel senso che è nella media) solo perché è iTunes compatibile.
Che senso ha vendere un prodotto del genere quando ormai tutti i cellulari di fascia media non solo riproducono musica, ma hanno schede esterne per registrarci dentro quel che si vuole?
E' chiaro che il mio post era provocatorio, ma non credo di essere molto lontano dalla realtà: Apple ci mette il marketing, qualcuno ci mette i prodotti. Inoltre c'è un'architettura per la distribuzione dei contenuti in vendita.
La strategia di Apple è perfetta e non fa una piega. Chi pensa che l'azienda sia concentrata sui computer, però, ha capito molto male.
l'iPod è una miniera d'oro, offre margini enormi e soprattutto ha una diffusione enorme. Il Mac, alla fine, diventerà un accessorio dell'iPod.
Nemmeno necessario.
A parte gli impallinati Apple, con cui è impossibile un qualsiasi discorso serio, la mia segnalazione aveva un unico obiettivo: dimostrare che alla Apple sono bravi.
Punto.
Riusciranno di certo a far vendere un prodotto mediocre (nel senso che è nella media) solo perché è iTunes compatibile.
Che senso ha vendere un prodotto del genere quando ormai tutti i cellulari di fascia media non solo riproducono musica, ma hanno schede esterne per registrarci dentro quel che si vuole?
E' chiaro che il mio post era provocatorio, ma non credo di essere molto lontano dalla realtà: Apple ci mette il marketing, qualcuno ci mette i prodotti. Inoltre c'è un'architettura per la distribuzione dei contenuti in vendita.
La strategia di Apple è perfetta e non fa una piega. Chi pensa che l'azienda sia concentrata sui computer, però, ha capito molto male.
l'iPod è una miniera d'oro, offre margini enormi e soprattutto ha una diffusione enorme. Il Mac, alla fine, diventerà un accessorio dell'iPod.
Nemmeno necessario.
mercoledì 7 settembre 2005
Fineco e il phishing
Mi pare di dire che Fineco abbia superato la prova del phishing con una certa agilità, visto che da tempo sensibilizza i clienti su come trattare i propri dati personali.
Sul sito di phishing, invece, si trovano delle trovate tecniche piuttosto sofisticate. Innanzitutto il dominio, che pare essere di Telecom, fa capo ad un network distribuito di server, quindi ogni utente finisce su macchine diverse (sebbene la lentezza di connessione sia piuttosto evidente). Tutto ciò rende più difficile l'individuazione dei server. Ma è solo una questione di tempo e anche chi ha organizzato questi attacchi verrà neutralizzato.
Mi chiedo, però, se non sia davvero il caso di allestire una task force per attaccare questi server che fanno da base al phishing, in modo da renderli non operativi. Si tratterebbe di attacchi facili da fare, andando ad occupare banda. Una risposta facile, poco costosa e che porta immediati vantaggi.
Sul sito di phishing, invece, si trovano delle trovate tecniche piuttosto sofisticate. Innanzitutto il dominio, che pare essere di Telecom, fa capo ad un network distribuito di server, quindi ogni utente finisce su macchine diverse (sebbene la lentezza di connessione sia piuttosto evidente). Tutto ciò rende più difficile l'individuazione dei server. Ma è solo una questione di tempo e anche chi ha organizzato questi attacchi verrà neutralizzato.
Mi chiedo, però, se non sia davvero il caso di allestire una task force per attaccare questi server che fanno da base al phishing, in modo da renderli non operativi. Si tratterebbe di attacchi facili da fare, andando ad occupare banda. Una risposta facile, poco costosa e che porta immediati vantaggi.
martedì 6 settembre 2005
FinecoBanck.net: come mi è ancora raggiungibile?
Mi chiedo una cosa: se ormai è certo che Fineco e i suoi utenti sono sotto attacco phishing, come mai il sito farlocco è ancora raggiungibile. Non si poteva fare, almeno, un attacco di tipo denial of services a fin di bene, per non dire di "de-fetchare" l'indirizzo. Son dei misteri.
Il marketing di Apple
Apple sta tenendo sulle spine un intero comparto. Con che cosa? Con un prodotto di cui, a leggere bene tra le righe delle dichiarazione dei mesi scorsi sia di Apple che di Motorola, si conosce già tutto alla perfezione e non è per altro molto innovativo.
Infatti, il cellulare iPod non ha molto da invidiare al telefonino che ho in tasca: qualche decina di canzoni da riprodurre. In realtà il modello che uso attualmente mi permette di vedere i video (anche .wmv), mi fa da agenda, ci scrivo appunti con worpad con il T9 e molto altro ancora.
Eppure tutti i siti, i forum, non fanno altro che parlare delle novità attesa da Apple.
Motorola è stata superata da Samsung come numero di prodotti venduti. Apple potrebbe dargli una buona mano. Ma Apple ha trovato un sistema per far quattrini: fare marketing per gli altri.
Geniale.
Semplicemente geniale.
Infatti, il cellulare iPod non ha molto da invidiare al telefonino che ho in tasca: qualche decina di canzoni da riprodurre. In realtà il modello che uso attualmente mi permette di vedere i video (anche .wmv), mi fa da agenda, ci scrivo appunti con worpad con il T9 e molto altro ancora.
Eppure tutti i siti, i forum, non fanno altro che parlare delle novità attesa da Apple.
Motorola è stata superata da Samsung come numero di prodotti venduti. Apple potrebbe dargli una buona mano. Ma Apple ha trovato un sistema per far quattrini: fare marketing per gli altri.
Geniale.
Semplicemente geniale.
La musica interessa a qualcuno?
Dopo aver scritto un post sulla musica e sui nuovi/vecchi balzelli, mi aspettavo, come minimo, un po' di email. Invece nulla.
La cosa curiosa è che la notizia non l'ha ripresa nessuno, se non la piccola posta di Dagospia.
La cosa curiosa è che la notizia non l'ha ripresa nessuno, se non la piccola posta di Dagospia.
lunedì 5 settembre 2005
Google Os: è una fake
Non scrivetemi più... era una fake...
Sistema operativo da Google
Non so che dire. Lo segnala anche The Inquirer. A me pare una bufala. Ma non si può mai dire...
Open Document in Office di Microsoft
E' ormai sicuro che OpenDocument, il formato di OpenOffice.org, sarà presente nella prossima suite di Microsoft. Una bella scommessa per il software libero. Tutta da giocare. Ma Microsoft, di fatto, sta legittimando gli sforzi di OpenOffice.org.
Non male.
Non male.
Ebay: la rete degli onesti
Era quanto titolava il Corriere l'altro giorno. in realtà, Ebay è diventata quella che è non grazie all'idea originale, quanto alle continue acquisizioni. Non è il sito di dieci anni fa, ma è qualcosa che ha saputo modificarsi nel tempo.
Questo è, secondo me, il passo più significativo di Ebay, l'emblema stesso dei servizi offerti sul web. Non ha senso fare qualcosa di statico, ma qualcosa che aiuti e sia di reale servizio per gli utenti.
Ho letto davvero tanti articoli su Ebay, su quello che vendeva una cazzata e quell'altro che la comprava, ma nessuno si è degnato di scrivere che innovazioni ha protato, come la vendita in pochi click, i sistemi di pagamento, le aste facili per tutti.
Oggi ebay è un ottimo strumento di vendita anche per le PMI.
Ci fosse stato qualcuno che l'ha detto!
Questo è, secondo me, il passo più significativo di Ebay, l'emblema stesso dei servizi offerti sul web. Non ha senso fare qualcosa di statico, ma qualcosa che aiuti e sia di reale servizio per gli utenti.
Ho letto davvero tanti articoli su Ebay, su quello che vendeva una cazzata e quell'altro che la comprava, ma nessuno si è degnato di scrivere che innovazioni ha protato, come la vendita in pochi click, i sistemi di pagamento, le aste facili per tutti.
Oggi ebay è un ottimo strumento di vendita anche per le PMI.
Ci fosse stato qualcuno che l'ha detto!
venerdì 2 settembre 2005
iPod cellulare: pochi dubbi
Non ci sono quasi più dubbi sul cellulare iPod. A Londra, è stato girato lo spot, in una cabina zeppa di gente. All'interno c'era Madonna, testimonial del prodotto.
Qualche dubbio ancora? Forse potrebbe non essere l'unico prodotto presentato da Apple.
Qualche dubbio ancora? Forse potrebbe non essere l'unico prodotto presentato da Apple.
giovedì 1 settembre 2005
Quante email su PSP
In molti (forse il termine appropriato sarebbe troppi) mi avete scritto per ricordarmi che oggi esce PSP.
Questo è un blog, non è una marketta.
PSP è per ora, solo una buona idea. Pochi i giochi, pochi i film.
Staremo a vedere, di certo non ha suscitato il mio entusiasmo. E per questo motivo non ho ricordato l'uscita.
Questo è un blog, non è una marketta.
PSP è per ora, solo una buona idea. Pochi i giochi, pochi i film.
Staremo a vedere, di certo non ha suscitato il mio entusiasmo. E per questo motivo non ho ricordato l'uscita.
Altro balzello sulla musica
Scopro su Mark Up di settembre, precisamente a pagina 91, che non esiste solo il diritto Siae, ma anche il diritto della SCF. Patrick Fontana ci spiega che non ci resta che fischiettare. Pensavo fosse un'esagerazione.
Cos'è Scf. E' la società Consortile Fonografici che in Italia gestisce la raccolta e la distribuzione dei diritti connessi al diritto d’autore per conto dei produttori fonografici e degli artisti interpreti esecutori, presso tutti coloro che utilizzano musica registrata in pubblico. SCF è cioè una collecting society (informazioni prese dal sito ufficiale).
Si fa scudo di una legge del 1941, ma nasce solo nel 2000. Curioso.
La composizione e la registrazione sono due diritti differenti. Quindi, usufruendo di musica, si è costretti a pagare.
Il tribunale di Treviso ha dato ragione alla Scf contro un gruppetto da poco: Benetton! Infatti, Scf ha citato Benetton Retail per non aver corrisposto i compensi derivanti dalla trasmissione di musica registrata nei propri punti vendita.
A parte il fatto che abbiamo finito di andare nei negozi e ascoltare musica (a meno che non la suonino i dipendenti, che può essere una strada percorribile, pensiamo ad esempio per Radio McDonald's che invece di suonare musica dai dischi, la fa suonare dai dipendenti), non basta aver pagato il canono Rai per la radio (anche se poi ascolti 105 o Deejay).
La Cei, la Federalberghi e la federazione Moda Italiana hanno siglato accordi con la Scf, dando credibilità alla cosa.
Capisco che oramai si stia raschiando il fondo del barile per la musica, ma a noi utenti è possibile che non pensi mai nessuno.
Ma proprio nessuno.
Non mi aspetto, a dire la verità che la cosa esca fuori su qualche media di rispetto (giornali, radio, TV). Ma si tratta, secondo me, di una di quelle notizie, purtroppo vere e non inventate come invece ci stiamo abituando, che tutti quanti dovrebbero conoscere.
Soprattutto ora che la musica la si porta sempre più in giro, si apre al Podcasting e alle mini radio private via web.
Cos'è Scf. E' la società Consortile Fonografici che in Italia gestisce la raccolta e la distribuzione dei diritti connessi al diritto d’autore per conto dei produttori fonografici e degli artisti interpreti esecutori, presso tutti coloro che utilizzano musica registrata in pubblico. SCF è cioè una collecting society (informazioni prese dal sito ufficiale).
Si fa scudo di una legge del 1941, ma nasce solo nel 2000. Curioso.
La composizione e la registrazione sono due diritti differenti. Quindi, usufruendo di musica, si è costretti a pagare.
Il tribunale di Treviso ha dato ragione alla Scf contro un gruppetto da poco: Benetton! Infatti, Scf ha citato Benetton Retail per non aver corrisposto i compensi derivanti dalla trasmissione di musica registrata nei propri punti vendita.
A parte il fatto che abbiamo finito di andare nei negozi e ascoltare musica (a meno che non la suonino i dipendenti, che può essere una strada percorribile, pensiamo ad esempio per Radio McDonald's che invece di suonare musica dai dischi, la fa suonare dai dipendenti), non basta aver pagato il canono Rai per la radio (anche se poi ascolti 105 o Deejay).
La Cei, la Federalberghi e la federazione Moda Italiana hanno siglato accordi con la Scf, dando credibilità alla cosa.
Capisco che oramai si stia raschiando il fondo del barile per la musica, ma a noi utenti è possibile che non pensi mai nessuno.
Ma proprio nessuno.
Non mi aspetto, a dire la verità che la cosa esca fuori su qualche media di rispetto (giornali, radio, TV). Ma si tratta, secondo me, di una di quelle notizie, purtroppo vere e non inventate come invece ci stiamo abituando, che tutti quanti dovrebbero conoscere.
Soprattutto ora che la musica la si porta sempre più in giro, si apre al Podcasting e alle mini radio private via web.