venerdì 6 marzo 2009

Politici ai tempi di Facebook

L'evento del 4 marzo sera a Palazzo Isimbardi è stato un buon esempio di come la politica, o meglio, i politici milanesi vedono e usano i social media e Facebook in particolare.
L'introduzione alla serata è stata molto "leggera", tentando di essere non tecnica, non teorica, ma pratica. Si è parlato di che cosa sono i social network, in generale, e a cosa servono (conoscere le persone).
Si è parlato di reputazione, di competenza sugli argomenti che si tratta e di affidabilità di chi scrive. Ma anche della necessità di porsi in dialogo e che la discussione viene alimentata continuamente, indipendentemente dalla volontà di chi ha iniziato il discorso o, addirittura, dello spazio in cui la discussione avviene.
L'introduzioni è stata anche l'occasione per spiegare che Facebook è uno straordinario "prodotto" per farsi gli affari degli altri ma che, da solo, non significa successo politici. Si è detto che non si può imitare la campagna di Obama e che gli esempi italiani di chi ha cavalcato FB non si sono tradotti in successi elettorali.
Il consiglio: provare direttamente, non solo con Facebook, ma con i blog, Youtube, ..., avere una coerenza comunicativa, essere sinceri, presidiare il territorio e entrare nelle conversazioni, spiegando il meccanismo per cui non si parla solo ai propri amici, ma commentando ed essendo commentati si entra, nel giro di pochi click, in contatto con molte migliaia di persone.
I politici che si sono succeduti al microfono hanno presentato il loro punto di vista, l'uso che fanno della rete e dei rapporti con i cittadini / elettori.
Raffaele Cattaneo, Assessore alla Regione Lombardia, ha raccontato la propria esperienza web partendo da una considerazione: prima di aprire il proprio sito web ci ha pensato per due anni e mezzo!
Utilizza le tecnologie, tanto che ha mostrato le mail che riceve nel cellulare in relazione alle decisioni sul trasporto regionale (in negativo e in positivo) e ha affermato che il web annulla la dipendenza dai media e pone fine alla scusa che "il giornalista ha riportato male una notizia": la rete ricorda tutto ed è tutto lì, immediatamente visibile.
Cattaneo avverte anche il peso della rete in termini di nuove responsabilità del politico, maggiore trasparenza.
Carlo Monguzzi, consigliere della Regione Lombardia, spiegava il suo rapporto con la tecnologia: difficile e scontroso. Ha esordito con "i computer mi hanno fatto male", ma che sta apprezzando le tecnologie per l'opportunità di incontrare, sebbene virtualmente, molte più persone di quello che sarebbe possibile nella realtà. Vede in questo anche un pericolo: Facebook potrebbe diventare un mondo a parte, staccato dalla realtà, ma è anche un volano incredibile per creare aggregazione immediata, portando come esempio la manifestazione su Eluana Englaro organizzata senza spendere un centesimo e che ha coinvolto diecimila milanesi.
Bruno Dapei, Capogruppo di Forza Italia nella Provincia di Milano e promotore della serata, ha spiegato come la tecnologia sia un ottimo elemento per vincere la diffidenza verso la politica e per sensibilizzare le persone. Ha fatto notare anche come sia una valvola di sfogo per chi utilizza i mezzi di comunicazione e lotta per uscire con tre righe sui quotidiani! Dapei ha anche spiegato che questi strumenti sono passati da elementi ideali per i clandestini a elementi di tutti e quindi garanzia di trasparenza, che si trasforma di fatto in BUONGOVERNO.
La tecnologia ha posto anche un nuovo elemento "di disturbo" per il politico: quello che sei e quello che fai hanno un valore diverso rispetto al passato e, in conclusione, tutti gli strumenti tecnologici servono ad aumentare la "qualità" del politico.
L'esperienza di Roberto Caputo è differente, vuoi per età del politico, vuoi per l'appartenenza a un partito piccolo e che ha difficoltà ad emergere nei media tradizionali. Ha raccontato di essere stato spinto a entrare in Facebook dagli amici (anche avversari politici) e di come è cambiato il modo di fare politica in questi anni. Dai circoli si è passati alla TV e oggi il web riaccende le discussioni e la partecipazione. I rapporti, quindi, cambiano ed è importante provare. Caputo spiegava che il suo uso di Facebook non è solo  comunicazione politica, ma parla spesso della propria vita privata, cercando di farsi conoscere per quello che è. La "piazza" è un luogo anche pericoloso perché la propagazione di quanto si dice è enorme e incontrollabile. La tecnologia, quindi, serve, ma se usata male può portare più danni che vantaggi.
Silvia Ferretto, consigliere regionale, è intervenuta spiegando il proprio rapporto con Facebook che ha definito buono. Serve per farsi conoscere ma soprattutto per entrare in contatto con le persone, allarga gli orizzonti, accomuna e fa scontrare. Raccontava che nella sua bacheca si sono scatenati dibattiti accesi da parte di sostenitori di avversari politici che si incontravano lì per discutere, ben contenta che possa esserci un confronto ed anche uno scontro nella sua bacheca. La rete è così, inaspettata.
Ferretto indicava anche nell'archivio realizzabile sul web una risorsa incredibile per chi fa politica, anche se potrebbe diventare un boomerang se gestito male, perché permette di tenere traccia di tutti gli interventi, idee, mozioni e via di seguito. In questo senso, ha precisato che lei può permettersi di pubblicare un resoconto integrale di tutta l'attività nel suo sito perchè c'è coerenza nel suo agire. Anche Silvia Ferretto fa un uso anche privato di Facebook, inserendo foto delle vacanze, racconti personali e via di seguito.
Giulio Gallera, consigliere comunale di Milano, ha presentato il proprio rapporto burrascoso con la rete in modo molto chiaro. Prima di tutto ha evidenziato il pericolo di esporre i propri dati sensibili sul web che lo hanno portato, personalmente, a un furto di identità e una serie di problemi. Secondo la sua esperienza, il web non porta consenso ma è sempre necessario incontrare fisicamente le persone.
Pierfrancesco Maran, consigliere comunale di Milano, era il più giovane chiamato a parlare ed ha esordito dicendo che il tempo di Facebook è finito perché bisogna essere multitasking, usare più strumenti e non innamorarsi della tecnologia. E' certo di un fatto: la tecnologia permette di entrare in contatto con le persone, non necessariamente i propri elettori, instaurando un rapporto o un contatto che certamente può tornare utile nel tempo, un processo di fiducia che è molto diverso rispetto al passato.
Marco Cacciotto, docente universitario, ha spiegato i cardini del modo di fare campagna elettorale di Barak Obama: segmentazione, formazione e organizzazione. Segmentazione degli elettori, che significa parlare con il linguaggio e con gli elementi adatti per gruppi ristretti di persone, la formazione del proprio staff, partita da lontano e con l'uso di tecnologie e, infine, l'organizzazione ferrea, centralizzata ed efficientissima dei sostenitori. L'uso dello storytelling come elemento di comunicazione politica è stato giudicato innovativo e vincente della campagna elettorale. Un altro elemento che merita un'approfondimento è stato quello del messaggio: non è più appartenente a chi lo invia, ma è anche, se non del tutto, del destinatario.
Le provocazioni di Michele Ficara Manganelli su come i politici vedono la rete e di come la rete vede i politici hanno fatto un po' da collante alla serata, come l'ottima moderazione di Andrea Riscassi del Gazzettino Padano Rai (radio giornale della Lombardia).
Personalmente non ho voluto intervenire in nessun modo, non ho voluto spiegare che Facebook può essere un "hub" per le informazioni in quanto possiamo importare informazioni che scriviamo in un blog o in altri strumenti "tecnologici". Non ho voluto nemmeno entrare nel merito dei racconti, dell'uso che si fa magari non proprio ortodosso della tecnologia perché lo scopo della serata era fare un po' il punto della situazione, non per fare dell'accademia.
Dipingere il quadro attuale e cercare di capire qual è la percezione della direzione verso cui stiamo andando. Ci saranno altre occasioni per parlarne, ne sono certo. E magari entrare un po' più nei dettagli.
Dal mio punto di vista è stato un grande successo, considerando il tempo atmosferico e la concorrenza di una partita dell'Inter: poca presunzione, tanta voglia di discutere e di provare. 
In pieno spirito del web 2.0.
Complimenti a tutti!
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