Oggi viene presentato il cellulare con Android.
Interesse altissimo, ovviamente.
Google tenta, come ha fatto con Chrome, non tanto di entrare in un nuovo mercato, quanto fornire strumenti ai propri utenti che interagiscano meglio con i propri prodotti.
La ripetizione sul termine propri non è involontaria: un utente viene scandagliato dai server Google in lungo e in largo.
In cambio, l'utente ha a disposizione strumenti migliori per lavorare con le applicazioni di Mountain View.
Quello che sembra un gioco, se passa, diventa un meccanismo perverso per controllare il mercato.
Poniamo il caso che Microsoft realizzasse un browser che non solo sia legato al proprio sistema operativo (ovvio), ma che permetta delle funzionalità aggiuntive per le applicazioni create a Redmond: apriti o cielo.
Chi dice queste cose, però, non è Microsoft, bensì Yahoo!, partner commerciale di Google.
Per questi motivi, ma anche per altri puramente economici, Yahoo! sta rompendo l'accordo con Google e si affretta ad affermare che non ha in previsione un browser.
Non so perché, ma inizio a preoccuparmi, non come osservatore, ma come utente.