lunedì 11 settembre 2006

Tim e Telecom

A parte la disperazione del Consigliere d'amministrazione Massimo Moratti di non poter continuare ad avere in anteprima le notizie delle intercettazioni sui telefonini (giusto per stemperare un po' i toni di un post che si preannuncia pesante con della sana ironia), mi metto nei panni dei risparmiatori.
Telecom ha voluto la fusione con Tim poco più di un anno fa, con tutto quello che ne è conseguito.
Oggi Tronchetti annuncia lo scorporo di Tim e la conseguente vendita.
Nessuno si chiede niente?
Ma come, un anno fa era l'affare del secolo, ora è da vendere?
E l'ultimo miglio, l'Adsl che non arriva ovunque?
Un mistero. Intanto il piccolo azionista che cosa fa? Come può essere tutelato?
Anche qui tutto tace.
Luca De Biase spiega piuttosto bene la vicenda Telecom Italia sul suo blog, ma trascura un punto.
Chi comanda realmente in Telecom? Perché se è vero che non c'è chiarezza, non si riesce a spiegare nemmeno il comportamento degli "accessori" alla vicenda, quali Pirelli e le banche che finanziano Olimpia.
Perché Intesa e Unicredito escono da Olimpia? Questo è il punto nodale.
Diciamolo tranquillamente: su Telecom Italia è in atto una delle più grandi speculazioni finanziare con il bene placido dei governi e della Consob.
Possibile che nessun giornale abbia mai pubblicato una tabella delle plus valenze?
Niente di illegale, si intenda, perché speculare in Borsa è, da che mondo è mondo, lecito. Il problema vero è che si sta perdendo la fiducia degli italiani di voler investire i soldi in banche che propongono titoli di aziende e che comunque acquistano titoli grazie ai fondi, perché alla fine, Parmalat e le altre vicende non hanno insegnato niente. Figuriamoci se si è imparata la lezione della new economy!
Ora Telecom pensa a scorporare l'ultimo miglio, che rappresenterebbe un'azienda che racchiude in se moltissimi costi della Telecom globale.
E' una risposta alle richieste di apertura al mercato, ma al tempo stesso permette di scaricare di costi Telecom Italia stessa, creando un ramo d'azienda estremamente pesante e quindi difficilmente scalabile a meno di ingenti interventi sui lavoratori.
In pratica, si mette il futuro in cassaforte, come ha fatto British Telecom.
Ma anche in quel caso, non ho letto nessun commento che spiegasse perché l'ultimo miglio è prezioso per BT. Di fatto, se sei padrone dell'ultimo miglio, hai in mano una rendita vitalizia costante nel tempo. Con quali soldi Telecom, Sip e Stipel hanno creato il monopolio dell'ultimo miglio? Adesso, però, che non ce la rifacciano pagare (come Stato intendo).
Quello è il business e forse è corretto che lo stato richieda questa parte d'azienda, ma è giusto un esborso?
Una considerazione prettamente economica: la posizione finanziaria di Telecom non è delle più rosee, ma nemmeno delle più tragiche.
Cosa significa? che l'indebitamento è tre volte Ebitda, un dato che è piuttosto normale per aziende di queste dimensioni. Anzi, osservando la situazione delle compagnie degli ultimi 10 anni, ci si accorge che è una posizione quasi buona.
Vorrei concludere con questa considerazione.
Tim e Telecom non abbassano i prezzi a causa del debito. La cessione di Tim non farà in modo che la società acquirente possa abbassare i prezzi per il semplice motivo che chi acquisterà si dovrà accollare una spesa notevole, quindi dovrà rientrare. Lo stesso discorso è valido per qualsiasi ramo d'azienda, anche perché lo scorporo, fatto a opera d'arte, si porterà dietro dei costi giganteschi.
I vantaggi, a questo punto, di chi sono?
Torniamo, quindi, ai soliti nomi, già ampiamente citati in questo post.
Share: