martedì 10 marzo 2009

Discutere del tema dei giornali (anche online)

Ultimamente mi tocca prendere parola in tema di giornali e giornalismo, vuoi perché ho una lunga storia (ormai) di creazione di giornali cartecei e digitali, vuoi perché sono uno che vive molto "in digitale".
Ebbene, uno dei discorsi più difficili da far comprendere alle persone con cui dialogo è il costo del lavoro del giornalista e il costo delle notizie.
Siamo ormai abituati, e questa è una colpa grave da parte della categoria, a notizia spazzatura, lettura veloce, cinque righe e via.
Anche questo, sia chiaro, è giornalismo, ma non è certo quello che definisco come "il piacere di leggere e informarsi".
Esistono giornalisti che scrivono solo le brevi, quelli che scrivono solo di cronaca, quelli che invece fanno inchieste, scoprono magagne, si infiltrano nei meandri della società e ci aiutano a comprenderla meglio.
Lungi da me fare un predicozio sulla professione perché sono l'ultimo che può proferire parola sul tema, ma è evidente che dietro a un giornale c'è un'idea, un pensiero, molto, moltissimo lavoro.
Internet, per il momento, non permette ancora un apprezzabile approfondimento dei temi, tutto scorre e l'informazione viene più consumata che utilizzata.
Un altro dato su cui riflettere è questo: il New York Times ha circa un milione di lettori cartacei, mentre ne ha circa 20 di milioni online. Ebbene, sa ogni lettore cartaceo il giornale guadagna quasi 900 dollari, mentre da ogni lettore digitale ne guadagna meno di 8. Lo squilibrio è evidente e l'editore si pone, ovviamente, delle domande.
Facciamo un esempio di successo italiano: Gazzetta.it ha ormai consolidato quasi un milione di utenti online al giorno, non ha avuto una grande emorragia di copie cartacee, e ha un buon livello di approfondimento dei temi.
Ma quanti sono i giornali online che funzionano e si reggono in piedi economicamente in modo soddisfacente? Pochini.
E quanti di questi hanno un'affidabilità e livello di approfondimento degli argomenti, oltre che varietà degli stessi, paragonabile al più "triste" dei giornali di provincia?
Mi piace molto l'idea per cui un giornale online è per la notizia, mentre quello di carta è per l'approfondimento, ma non la sposo. Infatti, mi va bene il discorso della news, la rincorsa alla notizia fresca per battere la concorrenza della TV e della radio, ma il successo di tante iniziative, CNN o SkyTG24 per restare in Italia o di trasmissioni come Report è spiegare le cose, entrarci.
Credo che un giornale fatto di notizie di agenzia, tutte uguali e per tutti uguali, non abbia un grande successo. Per questo, quando ho iniziato a pensare al Daily ho riflettuto molto. Il punto di vista degli utenti, delle persone, degli amici, può fare la differenza.
Sapere che cosa ha scritto un amico o quale notizia ha commentato credo possa essere il vero valore aggiunto dell'informazione online.
Adesso mi tirano per la giacchetta per farmi entrare in discussioni per me inutili: la carta oggi ha 100 volte più importanza del web. Ma le cose cambiano. In quanto tempo non lo so, faccio il "forecaster", ma direi che 10 anni di carta ci sono tutti. A meno di rivoluzioni enormi dettate dalla diffusione del web su cellulare.
Perché questa è una variabile che fa veramente la differenza.
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